Frutta, verdura e miele prodotti in carcere. In autunno laboratorio per marmellate e confetture video

Dà frutti il progetto di coltivazione di frutta e verdura in carcere. Nell’autunno sarà avviato un nuovo laboratorio, che consentirà di produrre marmellate e confetture a Le Novate, utilizzando non solo i prodotti dell’orto, ma anche gli agrumi della Sicilia, grazie alla collaborazione di Libera.

I dettagli del progetto sono stati presentati dalla direttrice della Casa Circondariale di Piacenza Maria Gabriella Lusi, il Comandante Sostituto Commissario Giovanni Marro, il Responsabile Area Educativa Vincenza Zichichi, il Presidente de “L’Orto Botanico” Fabrizio Ramacci, il Garante locale dei Diritti della Persone Detenute prof. Antonello Faimali e l’incaricato per i progetti rivolti alla popolazione detenute Brunello Buonocore, coordinatore d’area di Asp Città di Piacenza.

La produzione di fragole, miele e verdura è ormai una realtà consolidata dal 2019, grazie alla collabirazione avviata tra Le Novate e la cooperativa sociale L’Orto Botanico. In più, da qualche settimana è stato allestito un chiosco in legno per la vendita di questi prodotti proprio in prossimità del carcere.

Nelle foto i detenuti che partecipano al progetto, insieme alla direttrice Lusi e al presidente di Orto Botanico Ramacci

L’iniziativa è il coronamento di una progettualità che ha molto a che fare con il reinserimento sociale delle persone detenute e che si poggia sulla necessità principale, da tutti riconosciuta, che è quella del lavoro. A maggio scorso fu inaugurata l’area lavorazioni denominata “Le Novate al Lavoro”, fortemente sostenuta dall’Amministrazione Penitenziaria, con la realizzazione di un call center interno che già impegna in postazioni dedicate circa venti soggetti in stato di detenzione. Dal 2019 la Cooperativa sociale d’inserimento lavorativo “L’Orto Botanico”, che ha sede ad Alseno ma opera su tutto il territorio piacentino, ha inventato un brand e si è impegnata per commercializzare tutti i prodotti che a seguito di attività concrete vengono realizzati in carcere.

Il marchio che caratterizza l’iniziativa si chiama “Ex Novo”, termine che vuole rimandare a un “nuovo inizio”, al ricominciare da capo. Si fa riferimento perciò a una nuova opportunità, quindi ad un “riscatto sociale” della condizione della persona: dal passato di “ex” (delinquente e carcerato) al futuro di “novo” (lavoratore). E il passaggio avviene nel presente, attraverso il lavoro, l’apprendimento di un mestiere “frutto del lavoro del carcere di Piacenza”. I lavoratori sono in gran parte assunti e regolarmente e correttamente retribuiti, i tirocini e le borse lavoro sono utilizzati in minima parte. Oggi all’interno del carcere ci sono alcune serre, campi coltivati a orto e piccoli frutti, una ventina di arnie e un laboratorio di trasformazione e confezionamento in fase di allestimento. Il senso del progetto è anche quello di creare possibilità di un futuro “sicuro” per i singoli e per la società, facendo leva sull’elemento del trattamento penitenziario che è il lavoro.

“Ex Novo” è soprattutto conosciuto per le fragole. Le “fragole del carcere” sono collegate alla cura e coltivazione di circa 15.000 piantine trapiantate sia in serra che in pieno campo, e sono vendute presso la grande distribuzione piacentina. Al momento la produzione delle fragole volge al termine, ma oltre alle fragole vengono realizzati molti tipi di ortaggi: dalle zucchine alle fave a tutto quello che può essere coltivato nella nostra zona climatica. Inoltre, esiste un’attività di apicoltura continuativa durante tutto l’arco dell’anno: in carcere si produce anche il miele. In programma anche altro legato alla trasformazione di frutta e ortaggi: marmellate, composte, passate e probabilmente anche frutta candita. Tutto questo è stato reso possibile dalla positiva collaborazione tra la direzione del carcere e la cooperativa “L’Orto Botanico”, ma soprattutto alla lungimiranza della dottoressa Maria Gabriella Lusi, che guida l’istituto piacentino da tre anni.

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