Il medagliere dell’Anpi per l’ultimo saluto al comandante partigiano Agostino Covati

Una cerimonia sobria, senza discorsi pubblici. Soltanto il feretro e a fianco il medagliere dell’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia di Piacenza di cui era presidente onorario. Ha voluto congedarsi così in Santa Maria di Campagna il partigiano Agostino Covati, scomparso a 95 anni, dopo una vita lunga e intensa, segnata dalla giovinezza nella lotta di Liberazione in Val Trebbia e Val Luretta.

Poche le parole pronunciate da Padre Secondo Ballati: “C’è un posto nella casa del padre per Agostino. Non è solo un modo per ricordarlo e dirgli addio, ma anche per pregare per lui”. Covati verrà sepolto nella cappella di famiglia al cimitero di Bobbio. Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, i vertici piacentini dell’Anpi col presidente Romano Repetti, il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali, il presidente del comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani, il presidente dell’associazione Piacentini nel mondo Giuseppe Piazza.

Nato del 1927, Covati era originario di Bobbio e diventò partigiano giovanissimo, ancora studente, unendosi alla settima brigata di Giustizia e Libertà comandata da Italo Londei. Fu furiere del comando della Divisione collocata alla cascina Sanese tra la Val Trebbia e la Val Luretta. Dopo la battaglia di Monticello del 14 aprile 1945, in seguito all’uccisione del commissario politico Gino Cerri, prese il suo posto acquisendo un ruolo di grande rilievo in giovanissima età. Dopo la fine della guerra Covati si divise tra l’attività di imprenditore e la miltanza politica nelle fila della Democrazia Cristiana, dove ricoprì il ruolo di consigliere regionale negli anni ’70.

Covati è stato attivo nel difendere gli ideali della sua giovinezza fino agli ultimi giorni della sua vita: dal 2016 aveva assunto la presidenza onoraria dell’Anpi provinciale e non mancava a tutte le commemorazioni e occasioni pubbliche. Lo scorso 25 aprile in piazza Cavalli a Piacenza era stato accolto con un grande applauso quando aveva affrontato le scale per salire sul palco e salutare le autorità. Insieme a Renato Cravedi, partigiano classe ’26, amico inseparabile, aveva raccontato la resistenza ai giovani in tante forme, anche attraverso le testimonianze del portale “Noi partigiani”.

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