“Non si può ampliare l’attuale ospedale” L’intervento

Sulla questione del nuovo ospedale di Piacenza e sulla proposta avanzata da un comitato di salvare quello attuale, riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Davide Bastoni, medico ospedaliero.

Egregio Direttore,
Ho letto con interesse il resoconto della conferenza stampa del comitato “Salviamospedale” sostenuto dagli attivisti Giovanni Ambroggi, Stefano Benedetti, Giovanni Monti, Stefano Pareti, Augusto Ridella, Ferruccio Trabacchi ed Enrico Sverzellati. Vorrei intervenire in quanto lavoratore dell’Ospedale come medico di medicina d’urgenza e in virtù della recente mia esperienza di campagna elettorale per le elezioni comunali, durante la quale ho affrontato più volte il tema “ospedale nuovo”. Concordo con I promotori del suddetto comitato sulla necessità di evitare consumo di suolo agricolo fertile che andrebbe occupato se l’ospedale venisse costruito nella cosidetta “area 6” (di frone alla casa circondariale). Concordo anche sull’opportunità di non perdere dei fondi destinati all’edilizia sanitaria destinateci dalla Regione.

Non sono invece favorevole alla loro proposta di ampliare l’attuale nosocomio utilizzando spazi limitrofi. Prima di tutto perché l’attuale ospedale risente di un “peccato originale” non modificabile, cioè la sua organizzazione a padiglioni. Tale configurazione comporta grande occupazione del suolo rispetto alle cubature edificate, maggiori costi di costruzione e gestione, disagi a pazienti e addetti a causa della lunghezza dei percorsi (pensate ad esempio: un medico di notte che copre più reparti in padiglioni diversi, che deve andare su un urgenza dall’altro lato dell’Ospedale, costretto magari mentre piove ad uscire, correre con gli zoccoli e rientrare! A me è successo ad esempio!). Aggiungo che ormai i decenni si fanno sentire e l’attuale ospedale necessita di continue ristrutturazioni e riparazioni, mai abbastanza, mai definitive.

Pensate poi al problema attuale di dove atterra l’elicottero per il trasporto delle emergenze: nel piazzale vicino oltre la tangenziale, direzione Valnure! Ovviamente il paziente trasportato non arriva da (o per) l’Ospedale di Piacenza a piedi, ci vuole un trasferimento in ambulanza e da lì alla destinazione, con grande perdita di tempo e disagio sia per la persona in pericolo che per gli operatori. Inoltre le aree di espansione indicate sussistono in un area, quella intorno a Piazzale Torino, che è già altamente traffica e densa di attività. Ulteriori aggravi di strutture e traffico peggiorerebbero solo la situazione. L’ambulanza che dall’Ospedale parte per uscire dalla città si trova quasi in centro, con traffico spesso intenso e lento. Ma pensate anche alle persone anziane o con disabilità motoria: un ospedale a padiglioni spalmato su distanze così ampie è un disagio enorme! Se per magia una persona domani mi dicesse che avremmo a disposizione tutta l’area militare tra via XXIV Maggio e viale Malta, allora un ragionamento alternativo potrebbe essere fatto, ma ahimè tale partita è lungi dall’essere risolta.

Rimane la proposta, che è quella di Alternativa per Piacenza e credo anche quella della coalizione di Katia Tarasconi, di evitare ulteriore consumo di suolo spostando la scelta sull’area 5 (dentro e vicino la tangenziale). Infine e concludo, mi permetto di dire che attualmente l’urgenza della sanità piacentina (e nazionale) è la carenza di organico medico e infermieristico, le condizioni di lavoro in peggioramento e le difficoltà della medicina territoriale a rispondere ad una cittadinanza sempre più anziana e con patologie croniche. E’ necessario dare prima di tutto risposte a queste urgenze, altrimenti qualsiasi nuova costruzione sarà vuota perché nessuno ci vorrà lavorare.

Davide Bastoni.
Medico ospedaliero.

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