L’educazione impegno comune e quotidiano, le parole di Triani “Antonino d’oro”

Al termine della funzione religiosa nella basilica patronale la consegna ufficiale dell’Antonino d’Oro 2022. Don Giuseppe Basini ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato alle celebrazioni antoniane e ha letto le motivazioni dell’assegnazione al professor Triani del premio offerto dalla Famiglia Piasinteina e consegnato dal Vescovo.

“Il premio che mi è stato assegnato – sintetizziamo le parole del prof. Triani – è un riconoscimento a tutte le istituzioni e le persone che si occupano di educazione, nella logica dell’alleanza e del camminare insieme. Nei diversi mondi in cui mi trovo a operare, dalla scuola alla Chiesa oggi impegnata nel Cammino sinodale, imparo il valore dell’amicizia, dell’aiuto reciproco, della collaborazione e della fraternità”. “Il valore dell’educazione come impegno comune quotidiano e il valore del pensare insieme il presente e il futuro – ha sottolineato il prof. Triani – sono un appello per tutti noi. Ciascuno risponde come può, assieme agli altri; affidando al Signore della vita i pochi pani e pesci che possiede. Con questo spirito continuiamo a camminare insieme”.

Antonino d'oro 2022

L’intervento del prof. Pierpaolo Triani – Non vi nascondo una certa emozione con la quale inizio questo mio breve intervento, salutando di cuore Mons. Vescovo, le autorità presenti, don Giuseppe Basini, i canonici del Capitolo, e tutti voi. Come ho avuto modo di dire in questi giorni, quando don Giuseppe Basini, mi ha comunicato la decisione dei canonici della Basilica di Sant’Antonino ho vissuto un intreccio di sentimenti. Certamente di gratitudine per avere pensato a me, ma anche di imbarazzo; non mi sembra di fare cose particolari, svolgo infatti quotidianamente il mio lavoro e cerco di portare avanti gli impegni assieme ad altri, come tutti. Ascoltando le motivazioni è cresciuto ancora l’imbarazzo e insieme la convinzione che il premio che mi è stato assegnato è un riconoscimento a tutte le istituzioni e le persone che si impegnano in educazione, nella logica dell’alleanza e del camminare insieme.

Ho la grazia di abitare molti mondi: la vita della mia parrocchia, della mia diocesi, della Chiesa a livello nazionale; l’Azione Cattolica diocesana e nazionale; l’Università Cattolica dove quotidianamente assieme ai colleghi viviamo la bellezza della didattica e della ricerca; il mondo della scuola e dei servizi educativi piacentini dove in tutti questi anni ho riscontrato passione, intelligenza educativa, desiderio di innovazione. Se abito tutti questi mondi è perché la mia famiglia, a cui rivolgo un grazie profondo, mi sostiene e mi accompagna. Il mio grazie si estende poi a tutte le persone con cui opero e lavoro. Un sincero grazie alla città di Piacenza che è ormai da tempo la mia casa. Attraverso questi mondi ogni giorno imparo quando sia importante la collaborazione, l’aiuto reciproco, l’amicizia, la condivisione. Ogni giorno capisco il valore dell’incontro, del supporto, della cura, della consolazione, del perdono, del sapersi aiutare nella fatica. del sognare e progettare insieme.

Penso che questo premio rappresenti anche, al di là della mia persona, sempre un’occasione importante per evidenziare alcuni messaggi, all’interno di una celebrazione che è già un messaggio in sé di alleanza, di fiducia, di amicizia civica. Ogni anno infatti in questa Basilica la comunità civile e la comunità religiosa cattolica si incontrano nel nome di Antonino, nel nome di una vita donata nel Vangelo. Dalla motivazione dell’assegnazione al premio vorrei così richiamare due messaggi, molto brevemente. Il primo riguarda l’importanza di continuare a coltivare l’impegno educativo, come impegno comune. Nessuno è autosufficiente in educazione. L’impegno di tutti noi, in ruoli diversi, in campo educativo ci riconsegna una verità tanto semplice quanto decisiva: ogni uomo e ogni società per mantenere la propria ‘umanità’ ha bisogno di educazione. L’educazione è una forma ordinaria indispensabile di cura della vita; è perciò un bene prezioso. E’ un bene che chiede, lo sappiamo tutti, ogni giorno, coraggio, pazienza, fatica, tenacia, accettazione del fallimento, speranza, creatività, collaborazione. Ma l’educazione è un bene a servizio di un bene più grande che lo supera. Questo è un altro aspetto decisivo. Educando scopriamo molto presto quanto la vita sia più grande, quanto non sia l’educazione a generare la vita, ma come sia sempre a servizio di essa. Educare ci insegna sempre questa dialettica: la vita domanda educazione, ma a sua volta precede, sollecita e sostiene l’educazione stessa.

Il secondo messaggio riguarda il cammino sinodale che la Chiesa italiana sta vivendo, sollecitata da papa Francesco. Si tratta di un invito serio ad ogni membro della comunità cristiana a non mettersi in disparte, ma a prendersi a cuore la vita della Chiesa; a crescere nell’ascolto dello Spirito, attraverso ascolto della Parola e l’incontro con le persone; ad andare in profondità nei cambiamenti che stiamo vivendo; ad ampliare i nostri orizzonti, a partecipare ad un rinnovamento che va pensato insieme. Il cammino sinodale ci invita a vivere una dinamica di condivisione, di apertura, di fraternità, che va oltre i confini della comunità ecclesiale. C’è nel cammino sinodale un invito alla prossimità che riguarda tutti.

Il valore dell’educazione come impegno comune quotidiano e il valore del pensare insieme il presente e il futuro sono un appello per tutti noi. Ciascuno risponde come può, assieme agli altri; affidando al Signore della vita i pochi pani e pesci che possiede. Con questo spirito continuiamo a camminare insieme.

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