A 66 anni da Marcinelle un nuovo corso sulla sicurezza sul lavoro

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Riceviamo e pubblichiamo la riflessione firmata da Bruno Carrà, Coordinatore Ufficio Salute e Sicurezza della Camera del Lavoro Territoriale di Piacenza, sull’anniversario della tragedia di Marcinelle, quando morirono 136 minatori italiani

Era l’8 agosto del 1956 quando a Marcinelle, in Belgio, si consumò una delle più grandi tragedie sul lavoro al mondo e la più grande d’Europa. La stessa Europa che dopo la Seconda guerra mondiale ripartiva anche grazie all’accordo acciaio-carbone che prevedeva l’invio da parte dell’Italia di manodopera – duemila persone a settimana – nelle miniere di carbone che erano il carburante per l’economia di un intero continente. Quella tragedia sul lavoro avvenne nelle miniere del Bois du Cazier, il distretto carbonifero di Charleroi e costò la vita a 262 minatori, 136 dei quali italiani, andati in Belgio per sfuggire alla miseria. Si sviluppò un incendio a 975 metri sottoterra, nessuna misura protettiva e disorganizzazione causarono la stage di Marcinelle.

Gli italiani erano in Belgio per lavorare a seguito dell’accordo “Uomo-carbone” tra il Governo italiano e belga. Infatti dopo il secondo dopoguerra l’Italia a quel tempo era impegnata a inviare 1-.000 minatori a settimana per 200 Kg di carbone al giorno per minatore. Il reclutamento avveniva nel nostro Paese con la comparsa di manifesti “rosa” in cui si prospettava “l’Eldorado d’Europa”. Così non fu, né all’inizio né in seguito. Solo dopo anni di lotte per i diritti arrivarono condizioni di vita migliori. Se da una parte costituì l’opportunità per molti di uscire dalla fame dalla crisi post bellica, dall’altra, il prezzo pagato in termini di infortuni e di morti diede una scossa al mondo del lavoro in termini di sicurezza e fece emergere la necessità di uscire quanto prima da una situazione di vero sfruttamento.

Da allora sono passati 66 anni e ancora oggi si parla di sicurezza e, purtroppo, di morti sul lavoro. Dinamiche e tempi diversi con problemi simili. Oggi è la cosiddetta generazione Z che va alla ricerca di un impiego e di sicurezza. L’Europa è ancora chiamata a dare risposte e a generare prospettive nel rispetto dei diritti. A consegnare ai giovani immigrati gli strumenti e le opportunità per crescere. Le istituzioni e la politica devono avere queste priorità per costruire un nuovo corso. Temi come sicurezza sul lavoro, uguaglianza, diritti, ambiente e sociale dovranno essere nell’agenda del nuovo governo in Italia. Già l’appuntamento del 2024 con le elezioni europee impone la revisione dei trattati che spingano verso un’Europa realmente federale che sappia dare un nuovo corso, sempre agganciata al pensiero di Alfiero Spinelli e altri che diedero inizio alla sua composizione. L’8 agosto (lo stesso giorno) ma nel 1940 a Piacenza ci fu la tragedia della Pertite, e quest’anno ricorre l’82° anniversario dell’esplosione che devastò la fabbrica di caricamento proiettili di via Emilia Pavese, provocando 47 vittime.

Marcinelle “Le Bois du Cazier, per tornare alla sciagurata vicenda di Marcinella, è oggi protetto in quanto Patrimonio industriale e quest’anno celebra un suo triplice anniversario: 200 anni dalle concessioni minerarie; 20 anni dall’apertura di un luogo della memoria; 10 anni dal riconoscimento del sito minerario come patrimonio mondiale dell’Unesco. Nel 2017 il sito minerario ha anche ottenuto il Marchio del patrimonio europeo. Il Marchio del patrimonio europeo, conosciuto anche con la denominazione inglese European Heritage Label, è un riconoscimento comunitario approvato dal Parlamento e Consiglio europeo finalizzato a dare valore al patrimonio culturale comune, dando un apporto a rafforzare il senso di appartenenza all’Unione Europea e a promuovere il dialogo interculturale. Il Marchio è anche considerato una garanzia di qualità. Ripartiamo da qui, da questo punto fermo, per costruire i valori necessari per una nuova Europa.

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