“Costretta ad accettare la cattedra di ruolo a Modena mentre a Piacenza ci sono posti vacanti”

Costretta ad accettare la cattedra di ruolo a Modena, mentre a Piacenza restano posti vacanti. E’ la storia di Daniela Benedetti, una prof che dopo anni di precariato, ha vinto il concorso per docenti del 2020. Come prima assegnazione, senza possibilità di rinuncia per almeno tre anni pena l’impossibilità di continuare ad insegnare la materia per cui si è vinto il concorso, le tocca però una scuola sui colli modenesi, a due ore e un quarto da Piacenza senza contare eventuali inconvenienti. Una vicenda che non rappresenta in realtà un’eccezione: sono diversi gli insegnanti che finiscono per essere assegnati, dopo il concorso, a una provincia diversa da quella di residenza. In tutto questo però si aggiunge la beffa: l’essere venuta a sapere che una collega di Modena, vincitrice della stessa classe di concorso, è stata assegnata a Piacenza. Fare uno scambio? Troppo facile per la burocrazia.

“Da una delle chat di cui continuavo a far parte, emerge una collega che mi dice: “Io sono nella tua stessa situazione, ma al contrario: da Modena mi hanno spedita sui colli piacentini” – racconta Daniela in un post pubblicato su Facebook -. Ora, potete immaginare il polverone sollevatosi. Ci sentiamo, ci confrontiamo, mobilitiamo sindacati e dirigenti, contattiamo uffici scolastici provinciali e regionali, per ottenere quella che all’unanimità sembrava la soluzione più logica su tutti i piani, su tutti i fronti, da tutti i lati, da ogni confine: lo “scambio”. Ebbene, il risultato? Nulla. Un semplice ‘non si può fare’. In questo modo due docenti di ruolo sono a casa in congedo parentale ed aspettativa e le segreterie vanno alla frenetica ricerca di qualcuno che le sostituisca, con tutte le conseguenze che genitori, docenti e amministrazioni ben conoscono. La beffa? A me arriva la conferma di aver ottenuto la cattedra dalla scuola “sotto casa” presso cui avevo fatto domanda: mi tocca ignorarla perché ora sono di ruolo nel modenese. Da quella scuola mi chiamano dopo pochi giorni da quando avrei dovuto prendere servizio per chiedermi come mai non mi fossi presentata: “Sono di ruolo nel modenese!”. Nessuno ne sapeva nulla, nemmeno i famosi uffici scolastici che avevamo allertato. Un’ultima beffa, la volete sentire? Questa è meravigliosa. Pochi giorni fa mi arriva un’altra convocazione per una sostituzione: era la scuola sui colli piacentini, quella per cui avevamo proposto lo scambio. Stavano cercando chi sostituisse la mia collega, quella “nella mia situazione ma al contrario”. L’hanno proposto a me. E ovviamente non posso accettare”.

“Si parla tanto di cambiamenti climatici – conclude il suo sfogo Daniela -, viviamo in un mondo ormai malato, le stesse istituzioni ci stanno obbligando a parlarne a scuola in ed. civica a prescindere dalla materia di insegnamento… Ecco… educazione civica… Si costringono i docenti ad affrontare viaggi, spostamenti, con conseguenti incrementi di livello di inquinamento, di dispendio di risorse economiche e di energie, e poi dovremmo entrare in aula (io piacentina nel modenese e la mia collega modenese nel piacentino, fra le tante) e fare la morale”.

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