Per 33 anni prega su quella che crede essere la tomba del padre: chiesto maxi risarcimento

Per 33 anni ha pregato sulla tomba del padre, ma sepolto in quel loculo c’era un altro. E’ la vicenda che vede protagonista una piacentina di 61 anni, residente da tempo a Silvi in Abruzzo. Per questo ha chiesto un maxirisarcimento dopo aver denunciato lo scambio di salme avvenuto al cimitero di Pineto (Teramo) nel 1986. Secondo quanto riferito da “IlMessaggero”, la donna nel 2018 ha scoperto che nella tomba del padre, morto a 64 anni, era stato seppellito un uomo dall’età apparente tra i 37 e i 48 anni, di cui non è possibile accertare l’identità. La scoperta è avvenuta a seguito della decisione del Comune di Pineto di stilare un elenco di salme destinate al trasferimento all’ossario cimiteriale, tra cui quella del padre della donna: la signora ha preso contatti con gli uffici comunali per acquistare un nuovo loculo e fissare l’appuntamento per l’esumazione.

A settembre dello stesso anno ha realizzato che la lapide è stata rotta e le spoglie del padre erano state trattate con un acido per accelerare il processo biologico di mineralizzazione: a quel punto la donna ha deciso di presentare un esposto alla Procura che ha aperto un’inchiesta, poi archiviata, per vilipendio di cadavere. Durante le indagini la sorpresa: la salma trovata in quella tomba non è quella del padre della donna, ma di un altro uomo, sulla bara nessun nome, tra le ossa ci sono delle protesi dentarie che il padre non ha mai impiantato. Non è stato possibile accertare dove sia finita la salma del 64enne: probabile, secondo le indagini, che lo scambio delle spoglie sia avvenuto tra la sepoltura e l’apposizione della lapide definitiva nel 1986. L’anziano custode che avrebbe dovuto sovrintendere le operazioni è stato sentito, ma nel frattempo è deceduto. Alla donna non è rimasto altro che intentare una causa civile contro il Comune: i suoi legali hanno avanzato la richiesta di un maxi risarcimento danni.

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