“Popolazione in calo dell’1,1% nel 2030: Piacenza rischia declino economico e sociale”

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“Il rischio di un calo di abitanti via via progressivo dopo il 2030 sussiste. Ora, e in un prossimo futuro, nei due territori emiliani più settentrionali si riscontrano dinamiche demografiche simili ma non sovrapponibili, con conseguenze che per Piacenza sul piano economico, sociale e culturale implicano un declino”.

E’ l’allarme lanciato nel corso del convegno organizzato dalla Cisl di Parma e Piacenza sulle prospettive delle tendenze demografiche nelle due province. Sono stati analizzati i dati relativi alla variazione della popolazione residente totale attesa a livello provinciale nel periodo 2020-2030, situazione che in Emilia Romagna si presenta molto diversificata: “gli incrementi demografici più forti si dovrebbero registrare nelle province di Parma (+2%) e Bologna (+1,9%), seguite da Rimini (+1,2%) e Modena (+0,7%); al contrario, i cali di popolazione più intensi dovrebbero invece riguardare la provincia di Ferrara (-5,3%), seguita a larga distanza da Ravenna (-1,6%), Piacenza (-1,1%), Forlì-Cesena (-0,6%) e Reggio nell’Emilia (-0,1%)”.

Il dato della variazione relativa attesa per il contingente da 15 a 29 anni “è invece positivo in tutti i territori provinciali e raggiunge il valore più elevato a Bologna (9,8%), seguita da Ravenna (9,6%), Rimini (9,5%), Forlì-Cesena (8,7%) e Parma (7,8%)”. La tendenza ritorna nettamente negativa quando si prende in esame la fascia da 30 a 44, dove si concentrano la popolazione in età lavorativa nel cuore dell’età adulta e le donne con i maggiori livelli di fecondità. “Le province dove si attendono cali sensibilmente superiori alla media regionale sono quelle di Ferrara (-10,9%) e Reggio Emilia (-10,7%), seguite da Forlì-Cesena (-9,6%), Ravenna (-9,1%) e Rimini (-8,7%); i territori provinciali dove il calo atteso si presenta più attenuato sono quelli di Piacenza (-3,3%), Bologna (-5,6%) e Parma (-5,7%)”.

Al convegno hanno partecipato i sindaci di Piacenza e Parma, Katia Tarasconi e Michele Guerra, che hanno dichiarato il loro impegno per la ricerca di soluzioni facendo squadra. Anche il vescovo di Parma, Enrico Solmi ha voluto essere presente. “Sulla crisi demografica – ha affermato Tarasconi in apertura dei lavori – non si deve perdere tempo come invece è accaduto, per esempio, nel caso della definizione delle politiche energetiche, da 10 anni a questa parte”. “La donna – ha puntualizzato – va integrata maggiormente nel mondo del lavoro e considerata anche mamma e non solo lavoratrice”. Si tratta quindi, ha convenuto anche il sindaco di Parma, di progettare politiche innovative anche a livello territoriale, senza attendere soluzioni di sistema, in ambito nazionale o ancora più globale.

Per Daniela Fumarola, Segretaria nazionale Cisl, presente al convegno, bisogna prima di tutto cessare di vedere gli investimenti in coesione sociale alla stregua di mere spese. “Alla luce dei dati e delle proiezioni demografiche, è evidente – ha detto – che quello che non mettiamo oggi sulla coesione, rischiamo di pagarlo domani moltiplicato in termini di spesa assistenziale, per non parlare dei costi che le famiglie potrebbero dover sostenere come privati”. Servono politiche sul lavoro adeguate, per le quali il sindacato chiede “una governance partecipata”. “Vanno rilanciate – sostengono – le politiche abitative ed approvata la legge delega sulla non autosufficienza, con il diritto alla casa come primo luogo di cura per assistere le persone anziane. Occorre una sanità adeguata, e interventi a favore della natalità con politiche di sostegno alle famiglie, promuovendo la conciliazione vita-lavoro e la parità di genere. E’ necessario far entrare tutti questi temi in un nuovo patto sociale, ha concluso la dirigente della Cisl, in modo che esso possa essere da traino per la ripresa economica di questo paese, patto che noi come Cisl, rivendichiamo da tempo”.

Dal canto suo, il segretario generale Cisl Parma Piacenza ha sollecitato i sindaci delle due province a “sviluppare misure innovative di welfare, che permettano di ricostruire il tessuto di fiducia verso il futuro. Interventi sulla formazione scolastica e professionale, sulla riduzione del carico famigliare dell’assistenza a favore degli anziani e nuove politiche d’inclusione ed integrazione dei cittadini stranieri, sono misure non più eludibili. Così come la certificazione dei Comuni, maggiori sgravi fiscali ad aziende che fanno politiche di conciliazione vita e lavoro e la rimodulazione dei servizi delle citta”. Particolarmente preoccupante è la prospettiva per i comuni delle aree collinari e montane. “Dobbiamo chiederci – ha fatto notare – quali forme di erogazione dei servizi promuovere e quali condizioni possono esserci per lo sviluppo di micro-economie locali, per attirare giovani imprenditori ed evitare che una parte importante del nostro territorio venga abitata in maggior parte da persone anziane, talvolta anche non autosufficienti. Abbiamo tre leve per agire sulle politiche famigliari: flessibilità lavorativa, sostegno economico con il riordino ed il rafforzamento delle attuali agevolazioni e l’ampliamento dei servizi sul territorio”.

Convegno Cisl

Nella foto, da destra: Federico Ghillani, segretario pensionati Cisl, Cecilia Scaffardi, direttrice Caritas di Parma, Katia Tarasconi, sindaca di Piacenza, Enrico Solmi, vescovo di Parma, Angela Calò e Michele Vaghini, segretari Cisl Parma Piacenza, Michele Guerra, sindaco di Parma e Daniela Fumarola, segretaria nazionale Cisl

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