Convenzioni canili e recupero animali vaganti, Enpa “La tutela degli animali è una questione seria”

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“L’incredibile leggerezza con cui talune amministrazioni comunali della nostra provincia gestiscono l’affaire recupero e cattura degli animali vaganti e feriti e le convenzioni con i canili sul loro territorio è sconcertante”, questa la denuncia dell’Ente Nazionale Protezione Animali sezione di Piacenza contenuta in una nota stampa.

Sembra incredibile – prosegue la nota – che i cittadini, per ottenere quello che da 22 anni è loro garantito dalla Legge regionale 27 del 2000, debbano ricorrere a una petizione, come se fosse l’elemosina di una cortesia e non di un diritto a un servizio e di un dovere delle amministrazioni comunali. Ma perché è così grave non adempiere ai propri doveri e quindi avere una convenzione con un canile e un servizio di recupero e cattura? Un cane vagante, per via di un cancello aperto, di una rete rotta o perché sfuggito durante una passeggiata con i suoi proprietari o, nel peggiore dei casi, abbandonato, è un reale e concreto pericolo per la pubblica sicurezza. Basti solo pensare agli attraversamenti stradali improvvisi che, dalla nostra esperienza, non solo causano gravi danni alle persone e ai mezzi coinvolti, ma spesso portano al decesso dell’animale. Pensiamo poi ai tentativi di cittadini volenterosi che, privi della competenza necessaria, cercano in buona fede di catturare l’animale per metterlo ‘in sicurezza’ e a quello che può derivarne: non avere questi servizi è un atto sconsiderato e irresponsabile. La sanità pubblica può essere compromessa se non viene rispettato l’iter sanitario che prevede che un cane vagante senza microchip debba essere migrato in una struttura con una quarantena sanitaria e di seguito soggetto a visita veterinaria, eventuali cure e inserimento del microchip. Il “fai da te” espone chiunque si prenda cura, anche solo temporaneamente, dell’animale a pericoli di zoonosi o altre malattie trasmissibili all’uomo oppure agli altri animali domestici, il cane stesso può essere bisognoso di cure che, se non somministrate, ne compromettono la vita. C’è una legge che dispone delle direzioni.

Al giorno d’oggi l’animale d’affezione è visto spesso e volentieri, ai fini giuridici, come un bene di proprietà, nonostante i passi avanti in materia legale. Arrogarsi il diritto di porre in adozione un cane ritrovato sul territorio senza aver rispettato l’iter giuridico previsto vuol dire esporsi a eventuali denunce per furto. Le responsabilità sono sempre a carico del sindaco che ha il dovere di adempiere con diligenza a questi servizi, che tutelano la sua comunità e la sua stessa persona.

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