Infortuni mortali sul lavoro, nel 2022 Piacenza ha già registrato 5 casi

Cinque morti sul lavoro pongono Piacenza al 19esimo posto in Italia. Nella graduatoria elaborata dall’Osservatorio Vega Engineering, aggiornata al 31 agosto 2022, le province italiane sono elencate in ordine di incidenza degli infortuni mortali, rispetto al valore di incidenza media nazionale, cioè il numero di infortuni mortali ogni milione di occupati negli otto mesi in esame del 2022. La lista suddivide regioni e province in quattro colori (rosso, arancione, giallo, bianco) che simboleggiano l’indice di incidenza degli infortuni mortali. L’Emilia Romagna è in fascia gialla, Piacenza è in fascia rossa. La provincia meno sicura è Aosta con 6 casi su 52mila 741 occupati, seguono Frosinone con 13 casi su 168mila 349 occupati e Alessandria con 12 casi su 171mila 586 occupati. Ultime ex aequo le province in cui, nei primi otto mesi del 2022, non si sono registrati decessi sul lavoro: Biella, Gorizia, Isernia, Massa Carrara, Pordenone, Rieti, Sud Sardegna, Trieste e Vibo Valentia.

È uno scenario ancora molto allarmante secondo gli esperti dell’Osservatorio Vega Engineering: da gennaio ad agosto sono 677 i lavoratori che hanno perso la vita nel nostro Paese, con una media di 84 vittime al mese. Le statistiche ufficiali rilevano 95 vittime in meno rispetto ad agosto 2021, ma la flessione continua ad essere contaminata dalle numerose morti per Covid che avevano amplificato il numero dei decessi sul lavoro del 2021. Ora la realtà del 2022 dice che i decessi “non Covid” sono drasticamente aumentati del +32 per cento. Il settore “costruzioni” ha registrato il maggior numero di infortuni mortali. In aumento anche le denunce di infortunio complessive (mortali e non), che registrano un +38,7 per cento rispetto al 2021. Il settore più colpito è la sanità, seguito da attività manifatturiere e trasporti.

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza Vega dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori: Bianco, regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale; Giallo, regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale ed il valore medio nazionale; Arancione, regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale ed il 125% dell’incidenza media nazionale; Rosso, regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale. Sul podio dell’insicurezza, in fascia rossa, troviamo Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Umbria, Molise, Calabria e Puglia. In zona arancione Basilicata, Piemonte, Toscana, Sicilia, Campania e Marche. Colore giallo per Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Sardegna e Lombardia. Le regioni più sicure sono Abruzzo, Liguria e Friuli Venezia Giulia.

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO IN ITALIA DA GENNAIO AD AGOSTO 2022 – L’importanza di analizzare le incidenze degli infortuni rispetto alla popolazione lavorativa emerge chiaramente prendendo in considerazione i dati assoluti. Infatti, a guidare la classifica del maggior numero di vittime in occasione di lavoro è, possiamo dire inevitabilmente a livello statistico, la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia (74) che, per contro, come abbiamo visto in precedenza, presenta un’incidenza di infortuni mortali al di sotto della media nazionale. Seguono Lazio e Piemonte (45), Veneto (43), Emilia Romagna e Campania (40), Toscana (39), Puglia (34), Sicilia (33), Trentino Alto Adige (22), Calabria (15), Marche (14), Sardegna e Umbria (11), Abruzzo e Liguria (7), Valle D’Aosta (6), Basilicata (5), Molise (3) e Friuli Venezia Giulia (2). Nei primi otto mesi del 2022 il settore Costruzioni fa registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 78. Seguono: Trasporti e Magazzinaggio (73) e Attività manifatturiere (53).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (182 su un totale di 496). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 68,1 infortuni mortali ogni milione di occupati. L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 11,7), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 14,8 infortuni mortali ogni milione di occupati. Questi dati confermano anche alla fine dei primi due quadrimestri del 2022 che la maggior frequenza di infortuni mortali si riscontra tra i lavoratori più vecchi. Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio ad agosto del 2022 sono 36 su 496. In 33, invece, hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 86. Alla fine dei primi otto mesi 2022 sono lunedì e martedì i giorni della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali.

Le denunce di infortunio totali sono in aumento (+ 38,7% rispetto ad agosto 2021). A fine agosto 2021 erano infatti 349.449 mentre a fine agosto del 2022 sono 484.561. Più di 65 mila poi sono gli infortuni occorsi in occasione di lavoro nel settore Sanità e Assistenza Sociale. Quasi 50 mila quelli nelle Attività manifatturiere e superano i 42 mila nei Trasporti. Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nei primi otto mesi del 2022 sono state 204.383, quelle dei colleghi uomini 280.178.

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