Istituti comprensivi, Dadati “Studio di fattibilità e sperimentazione da settembre 2024”

Istituti comprensivi, approvata all’unanimità la mozione presentata dalla civica di minoranza che chiedeva di accelerare l’iter. Una richiesta che ha trovato risposta nei chiarimenti forniti, durante la seduta di consiglio, dall’assessore alla scuola Mario Dadati.

Piacenza – ha ricordato il consigliere Massimo Trespidi (Civica Barbieri – Liberi) – è l’unico capoluogo a non aver ancora adottato gli istituti comprensivi, ossia l’unificazione in senso verticale di materne, elementari e medie; strutture che offrono vantaggi sia dal punto di vista didattico che organizzativo. Se ne discute dal 2007, mentre è del 2015 il documento tecnico che avrebbe dovuto portare a una riorganizzazione che non si è mai concretizzata. Ora la realizzazione di nuove nuove scuole, all’ex manifattura Tabacchi e al laboratorio Pontieri, consente invece di riaprire il discorso. E “se le nuove scuole sono funzionali alla riorganizzazione, non occorre attendere che siano completate per farla partire” sottolinea Trespidi.

“La popolazione scolastica è in continuo aumento, tra scuola dell’infanzia e secondaria di primo grado sono 9861 gli alunni iscritti alle scuole piacentine, con un’elevata percentuale di stranieri. C’è bisogno – dice Dadati – di questa riorganizzazione scolastica, tenendo presente anche il problema dell’abbandono scolastico, che è mia intenzione cercare di prevenire con l’istituzione di un osservatorio. La nostra intenzione è di prevedere 9 istituti comprensivi in città, assegnando a ciascuno 900 – 1200 studenti, secondo una logica di contiguità, riequilibrando le distanze. Non verrà ridotto il numero dei docenti, e questo significa il superamento di uno dei problemi posti in precedenza. Lo strumento che utilizzeremo per avviare questo percorso è quello della conferenza dei dirigenti scolastici, con incontri bimestrali per la durata di un anno. Il primo si terrà già alla fine di questo mese – anticipa l’assessore. E’ un obiettivo che è stato condiviso con i dirigenti scolastici, l’ufficio scolastico provinciale e i sindacati.

L’anno di avvio è stato fissato per il 2026/2027, perché il termine per la realizzazione delle nuove scuole è marzo 2026. Il cronoprogramma al quale ci attenderemo vede per la fine del 2023 la conclusione dei lavori della conferenza dirigenti scolastici, con la presentazione di uno studio di fattibilità, a gennaio 2024 il suo recepimento in giunta, per poi essere ripresentato alle scuole a febbraio. Entro giugno 2024 verrà data comunicazione all’ufficio scolastico e poi da settembre si potrà partire con la sperimentazione. Altri due anni per la formazione dei docenti, rispetto alla verticalità dei curricola, e il termine dei lavori nelle scuole, e la riorganizzazione complessiva in istituti comprensivi potrà essere operativa da settembre 2026″.

Tiziana Albasi (Pd) ricorda che, nonostante questo percorso di verticalizzazione non sia ancora partito, sono diversi i progetti che mettono le scuole in rete, finanziati dalla Regione. “E’ un percorso complesso, che non può prescindere dall’analisi del contesto territoriale e del bacino di utenza delle famiglie, prestando attenzione agli spazi” ha detto. Salvatore Scafuto (Pd) ha ricordato come questo sia stato uno dei primi obiettivi dell’amministrazione Tarasconi. “L’organizzazione in istituti comprensivi avrà il vantaggio di farci nuovamente appassionare all’istruzione di base, creando la scuola del futuro – spiega -. Le diverse scuole aggregate potranno mantenere le rispettive identità e peculiarità e accentuare la continuità didattica, creando un ambiente stimolante anche per i docenti, valorizzandoli”. Plauso per l’operato dell’amministrazione è arrivato anche da Claudia Gnocchi (Civica Tarasconi). “E’ un progetto rivoluzionario per la nostra città” commenta Stefano Perrucci (Pd) che ricorda come, negli anni, alcuni dirigenti scolastici abbiano ostacolato questo percorso e punzecchia la minoranza – al governo fino al giugno scorso – per non essere riuscita a portarla a termine.

“Sono subentrato a chi deteneva le deleghe all’istruzione nel settembre 2018 – interviene Jonathan Papamarenghi (Civica Barbieri – Liberi) – e nelle nostre intenzioni c’era quello di partire nell’autunno 2020, ma abbiamo dovuto fronteggiare il covid. Gli istituti comprensivi rispondono sia a un’esigenza formativa sia al grande numero di studenti stranieri presenti nelle nostre scuole, andando ad alleggerire alcune situazioni che avevano portato a vere e proprie classi ghetto, raggiungendo in alcuni casi il 98% di studenti stranieri”. Luigi Rabuffi (ApP) spezza una lancia per l’ex assessore Papamareghi. “Lo ringrazio, perché so che si è impegnato tantissimo per gli istituti comprensivi. Il dibattito su questo tema è stato impostato in maniera sbagliata. Dire se si è favorevoli o contrari significa banalizzarlo. E’ invece importante – conclude – avviare un percorso di partecipazione con le scuole, e da quello che ha detto l’assessore Dadati ci si sta muovendo in questo senso”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.