Lotta al Covid, a Piacenza un monumento celebra l’impegno dei sanitari

A ricordo dell’incontro del primo dicembre 1989, tra Giovanni Paolo II e Mikhail Gorbaciov, avvenuto dopo il crollo del muro di Berlino, al termine della c.d. “Guerra Fredda” e in vista del Summit mondiale dei Premi Nobel per la Pace in programma a Seul il prossimo 11 dicembre, giovedì 1° dicembre 2022 alle ore 21 alla Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni verrà inaugurato e svelato al pubblico Dal Buio alla luce, monumento ideato dall’artista Franco Scepi.

L’Associazione Gorbachev e il Segretariato Permanente dei Premi Nobel per la Pace, con sede a Piacenza e rappresentati rispettivamente da Marzio Dallagiovanna e Ekaterina Zagladina, in collaborazione con l’Opera Pia Alberoni, inaugureranno infatti, svelandolo alla città, il grande monolite, costruito nello spazio antistante il fronte est del Collegio Alberoni, nell’area sulla quale si affacciano gli edifici rustici dell’istituto di San Lazzaro. L’opera monumentale, alta oltre 7 metri, che unisce l’arte all’etica, concepita per celebrare l’operato del Corpo Sanitario Italiano durante la pandemia di Covid 19, che così duramente ha segnato la nostra città e l’intero pianeta, diventerà segno ben visibile di speranza per i piacentini e per chiunque approdi nella nostra città. Proprio sul terreno sul quale per molti secoli prese vita l’esperienza di cura del Lazzaretto e dell’Antico Ospedale dei poveri lebbrosi si genererà un silenzioso dialogo tra le antiche architetture alberoniane e la forma contemporanea dell’opera di Scepi che condensa in sé dolore e speranza dell’uomo di oggi.

L’iniziativa è stata fortemente sostenuta anche da Giorgio Braghieri, presidente dell’Opera Pia Alberoni, sul cui terreno sorge il monumento, e costituisce un riconoscimento a imperitura memoria per tutto il Corpo Sanitario italiano che ha operato con straordinaria professionalità e sacrificio per il contenimento della pandemia, motivi per i quali è stato candidato al Premio Nobel della Pace.

Lisa Clark, un Premio Nobel all’inaugurazione del Monumento – Ospite d’onore e madrina d’eccezione dell’inaugurazione sarà Lisa Clark co-presidente dell’International Peace Bureau, organizzazione umanitaria premiata con il Nobel per la Pace nel 1910 e rappresentante italiana di ICAN – Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, iniziativa che ha ricevuto il Nobel per la Pace 2017. La voce di Lisa Clark, americana di origini, ma da anni residente in Italia, attivista di Beati Costruttori di Pace e della Rete Italiana Pace e Disarmo, da sempre impegnata a fianco delle popolazioni nei territori sconvolti dalle guerre e protagonista di campagne e iniziative per l’abolizione delle armi nucleari, giungerà a Piacenza, in un momento drammatico della storia mondiale così segnata da quelle che Papa Francesco chiama la “terza guerra mondiale a pezzi”.

Insieme a Lisa Clark interverrà all’inaugurazione l’ematologo-oncologo Luigi Cavanna, precursore delle cure domiciliari che hanno contribuito a salvare numerose vite durante il periodo più duro del Covid 19, e testimonial del complessivo progetto che, dalla candidatura dei medici italiani al Nobel per la Pace, ha portato alla costruzione del Monumento.

Dal buio alla luce, il racconto visivo di Franco Scepi – Del monolite creato da Franco Scepi utilizzando vari materiali e differenti tecniche espressive (il cemento e l’acciaio corten, l’alto rilievo e la modellazione tridimensionale dell’artista internazionale Pongo 3D), si è occupato il critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico (ARD&NT INSTITUTE Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) definendolo arte sostenibile e foriera di messaggi ancestrali per l’umanità.  Forse l’artista con questa opera monumentale vuole porre il fruitore di fronte a un racconto visivo. Il monolite è il simbolo più antico della evoluzione umana che, nella versione attuale dell’opera, ha assunto la sintesi della nuova concezione dell’architettura contemporanea. Come in un racconto visivo il monolite, che rappresenta l’umanità, viene simbolicamente colpito da un meteorite caduto dallo spazio che, nonostante la sua violenza, non riesce ad abbatterlo ma ne resta incastrato. Le rappresentazioni delle figure in altorilievo in acciaio “corten” risaltano sullo sfondo, simbolo di luce e vita che vince sul buio. Arte e vita.

A Lisa Clark, il riconoscimento “Scepi’s Man Of Peace” – Nel corso della inaugurazione a Lisa Clark verrà consegnato lo storico riconoscimento in bronzo “Scepi’s Man Of Peace”, originale fusione del 1999, anno in cui i Nobel incontrarono Papa Giovanni Paolo II in Vaticano e iniziarono in Campidoglio i Summit Mondiali dei Premi Nobel per la Pace, riconoscimento attribuito solo sempre ai grandi artefici della Pace.

Dal monumento al Premio Nobel per la Pace 2022 – La speranza è che gli esseri umani possano accendere una nuova luce di pace in questo tempo di guerre, malanni sanitari e socio economici, come auspica Papa Francesco. Per tale motivo l’Associazione Gorbachev ha promosso per il Premio Nobel per la Pace 2022 il musicista italo argentino Odino Faccia che ha composto una melodia di pace su testo di Papa Francesco, e che da tempo opera per trasmettere con la musica messaggi di pace.

Promotori e sostenitori – Il progetto Dal buio alla luce, è stato ideato da Associazione Gorbachev con la collaborazione del Segretariato Permanente dei Premi Nobel per la Pace, di Opera Pia Alberoni, del Comune di Piacenza e con il sostegno di: GRUPPO MEDICO ROCCA – BANCA DI PIACENZA – FONDAZIONE DI PIACENZA E VIGEVANO – SAVI SERBATOI – IGUZZINI ILLUMINAZIONE – ALIAS SRL.

Il monumento dal Buio alla luce nell’itinerario di visita domenicale della Galleria Alberoni – Per tutto il mese di dicembre la visita guidata domenicale delle ore 16, che conduce alla scoperta dei capolavori esposti nella Galleria e presso il Collegio Alberoni (dagli arazzi alberoniani, alla pinacoteca di Giulio Alberoni, dall’Appartamento del Cardinale all’Ecce Homo di Antonello da Messina, dalla Biblioteca monumentale alla sezione scientifica) si concluderà al cospetto del monumento di Franco Scepi.

Il programma dettagliato dell’inaugurazione – L’appuntamento è per le ore 21 di giovedì 1° dicembre 2022 nella suggestiva cornice della Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni. L’apertura della serata sarà affidata a Giorgio Braghieri, presidente dell’Opera Pia Alberoni e a Marzio Dallagiovanna presidente della Fondazione Gorbachev. Seguiranno i saluti di un rappresentante dell’Amministrazione Comunale di Piacenza e di un rappresentante della Diocesi di Piacenza, di Luigi Cavanna, oncologo-ematologo e testimonial del progetto e di Mauro Paladini, docente all’Università di Milano Bicocca, presentatore della candidatura del Corpo sanitario italiano al premio Nobel per la pace Momento centrale della serata sarà l’intervento di Lisa Clark. Il Piccolo Museo della Poesia, protagonista di numerose collaborazioni culturali con la Galleria Alberoni, interverrà con la lettura di una poesia dedicata alla pace. Concluderanno la serata gli interventi del critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico e dell’artista Franco Scepi. Al termine il musicista Matteo Bensi eseguirà al pianoforte l’inno che ha accompagnato la candidatura del corpo sanitario italiano al premio Nobel. Si procederà infine, nel piazzale dei fabbricati rustici del Collegio Alberoni, all’accensione delle luci del monumento.

Franco Scepi – Figlio d’arte (la madre pittrice e artista futurista), nato a Lucera nel 1941, un passato di scenografo alla Scala, designer a Milano, è artista, performer, regista, produttore e soggettista di film, ma anche esperto di comunicazione e pubblicità. Gillo Dorfles lo definì inventore polivalente, mentre Serge Silberman, produttore dei film di Luis Buñuel, lo battezzò danseur des images. Scepi ha infatti sperimentato tutti i media e tutti i linguaggi, dal teatro al cinema, dalla pubblicità, alla pittura e molto ancora. Come scrive di lui Marco Eugenio Di Giandomenico, “la sua utopia è stata quella di fondere in un unico corpo tutti i modi di fare arte. Il grande storico dell’arte Pierre Restany nel 2002 scriveva: L’ecletismo di Franco Scepi sfugge alle classificazioni. Artista totale, scenografo, regista, scrittore oltre che pittore e scultore. Premio Oscar all’Art Director Festival di New York, ha partecipato a due Biennali di Venezia, nel 1980 e 1982. Negli anni ’80 è stato anche considerato Artista Clandestino prosecutore di Fortunato Depero nel secondo dopoguerra, perché come l’artista futurista ha ricercato l’assoluta libertà espressiva. Non è quindi casuale sia l’autore della storica opera d’arte L’uomo della Pace che ha anticipato nel 1977 la fine della Guerra Fredda su ispirazione di Carol Wojtyla e poi sottoscritta da tutti i Premi Nobel della Pace del Mondo.”

Dall’uomo della Pace al monumento “Dal Buio alla luce” – Vent’anni di impegno per la pace di Franco Scepi e della Fondazione Gorbachev. Nel 2002 fu eretta in grande formato la scultura l’Uomo della Pace che Carol Wojtyla, non ancora salito al pontificato, aveva ispirato a Scepi nel 1977. L’opera in bronzo che in una prima versione raffigurava una testa di mattoni dalla cui sommità fuoriusciva una colomba nel cui becco emergeva la falce e martello, e nella successiva versione raffigura sola la colomba, è stata sottoscritta da tutti i Premi Nobel per la Pace, considerata anticipatrice della fine della guerra fredda e posta a Roma con altezza di quattro metri, nel Consolato della Palestina a Caracalla come simbolo degli incontri voluti da Mikhail Gorbaciov, Vadim Zagladin, Marzio Dallagiovanna e Vittorio Torrembini.

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