La costruzione della Repubblica italiana al centro del secondo incontro di Labora

“In questi anni i termini “Repubblica” e “politica” sono diventati quasi un insulto”. Questa l’affermazione con cui ha iniziato, come un fiume in piena, il suo intervento il professor Roberto Chiarini nel secondo incontro della scuola di formazione politica dell’associazione Labora, tenutosi nella caratteristica location dell’antica Stazione di Grazzano Visconti, presenti anche l’On.Tommaso Foti e l’ex consigliere regionale di FdI, Fabio Callori. Giovani, tra cui il vicesindaco di Bettola Corbellini, e meno giovani, hanno avuto la fortuna di ascoltare l’illuminante intervento dell’accademico sul tema “Dal ’43 al caso Moro: una democrazia in cammino”.

Si parte dalla storia del popolo italiano degli anni ’40, un popolo rurale che si è trovato in poco più di un decennio dentro il boom economico ma ancora intriso di una cultura arretrata e con una bassa scolarizzazione: nella campagna elettorale del ’48 infatti il manifesto più diffuso era la vignetta di Giovanni Guareschi “nella cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no!”. L’Italia repubblicana nasce così da una società politica spostata a sinistra e un popolo conservatore spostato a destra. La costruzione della Repubblica avviene così da questo strano connubio asimmetrico. Il prof Chiarini ha poi descritto la nascita della nostra Costituzione, “che non è solo una carta dei valori ma un manifesto programmatico per rifondare la società”. Una costituzione riformatrice, che trova le sua regola fondante nelle elezioni denocratiche. “Caduto il fascismo l’Italia è aiutata dagli angloamericani a livello economico, ma la vita democratica e governativa del paese è in mano ai partiti. Si vota alle elezioni quando i partiti sono di fatto già al potere”.

Incontro prof Chiarini

A livello di società invece “le famiglie passano dalla vita nei campi alla vita in città: si va in giro con la Lambretta e d’estate in vacanza a Bellaria e Riccione”. La casa diventa la grande aspirazione degli italiani; il boom delle automobili e delle strade, le televisioni, il frigorifero e la lavatrice la fanno da padrone. “Nasce la generazione della bisteccha; prima dell’avvento del frigorifero si mangiava solo il pollo che durava una settimana e con i resti si facevano i tortellini.” E ancora “La fortuna della prima generazione dei politici del dopo guerra era la capacità di saper proiettare grandi orizzonti e grandi ideali. Per i cattolici la vita sociale e politica era la costruzione del regno dei cieli; per la sinistra era il richiamo al sol dell’avvenire. I cattolici hanno poi avuto il genio di passare da una salvezza nell’aldilà a una nell’aldiquà; la sinistra invece ora non ha più nulla da promettere, di cui è stato genio profeta lo scrittore Guareschi con i suoi racconti di Peppone e don Camillo”. Alla domanda: “Da dove possono ripartire le nostre giovani generazioni?” Chiarini risponde: “Gli italiani avevano il sedere per terra quando hanno ricostruito l’Italia. Voi giovani adesso avete almeno il sedere sulla sedia!”. “Tanti giovani hanno sfiducia e sono demoralizzati, ma nessuno te lo ragala il futuro, i vostri nonni se lo sono costruiti da soli.” La Lambretta se la sono conquistata con il lavoro, sudando 12 ore al giorno, invece adesso la macchina i giovani se la sono trovata in regalo”.

Un racconto a parole che con gli aneddoti e gli spunti narrativi del professore si trasforma in una proiezione da video documentario che si dipana negli occhi e nell’immaginazione dei presenti. Alla domanda oltre alla “democrazia bloccata” l’Italia ha subito sino ad oggi anche una condizione sostanziale di “cultura bloccata”, dell’intellighenzia alla magistratura, come è accaduto tutto cio’? Chiarini con la sua solita lucidità risponde: “Al progetto egemonico insito nella cultura di sinistra che dal ’68 ha tratto linfa vitale per occupare le posizioni di rilievo oggi la scelte della destra dovrebbero riorientare il proprio investimento anche economico proprio nella costruzione e ricostruzione dell’identità culturale che è maggioritaria nel paese”.

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