Atmosfere e icone del jazz nei dipinti del piacentino Francesco Ferrari

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Francesco Ferrari, riconosciuto artista piacentino, trasferitosi nell’arcadica Tuscia viterbese, ha sempre avuto un immaginario fortemente influenzato dal jazz che si esprime nella sua produzione artistica con un’immediatezza e una forte riconoscibilità del tratto. La mostra “Solo jazz” di Francesco Ferrari – ospitata fino allo scorso 2 gennaio presso lo spazio di Corso Cavour n.163 a Orvieto e promossa dalla Galleria Falzacappa Benci di Acquapendente (VT) – è stata inaugurata ai primi del mese di dicembre in concomitanza con l’Umbria Jazz Winter, la manifestazione più importante per gli amanti della musica jazz con artisti internazionali.

I quadri di Ferrari sono una summa della celebrazione della musica jazz, dei suoi protagonisti, ma anche la rappresentazione degli ambienti e delle atmosfere jazz. Secondo Ferrari “Il jazz si sviluppa e vive in un mondo notturno, fatto di luci al neon, fumo, contro luce. Nei dipinti di Ferrari si riconoscono delle vere e proprie icone del jazz come Michel Petrucciani, Miles Davis, Louis Armstrong, Duke Ellington, Ray Charles, regine come Billie Holiday, Abbey Lincoln e Dee Dee Bridgewater. Il quadro “Duke Ellington e la sua band” riesce a trasportare chi guarda negli anni ’30, con il Duca, la leggenda del jazz, che scrive la canzone “It don’t mean a thing (if it ain’t got that swing)” nel 1931. Il titolo (trad. “Non vale nulla se non ha lo swing”) era basato sul credo del trombettista Bubber Miley, che stava morendo di tubercolosi. La canzone è diventata famosa, scrive Ellington, “come espressione di un sentimento che prevaleva tra i musicisti del jazz all’epoca”. Probabilmente la prima canzone che usa la parola “swing” nel titolo, ha introdotto il termine nel linguaggio quotidiano e ha anticipato l’Era dello Swing. Dal quadro di Ferrari si sentono uscire le note ritmate e frenetiche della famosa canzone.

Tra sax e contrabbassi si sviluppano le storie che Ferrari racconta nei suoi quadri e che ricordano anche film come “A qualcuno piace caldo” di Billy Wilder. La produzione artistica di Ferrari, insieme al filone jazz, comprende anche molti riferimenti espliciti al cinema. In tema di citazioni famose si potrebbe aggiungere, infine, che quel suo disegno così espressionista e da cartoonist fa rivivere tutto lo spirito romantico e bohemien della famosissima sequenza degli Aristogatti sui tetti di Parigi che si scatenano con: “Tutti quanti tutti quanti voglion fare jazz perché resister non si può al ritmo del jazz…

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