La vita dei “docenti disperati” nello spettacolo teatrale di Filippo Caccamo, il 23 febbraio al Politeama foto

700mila follower tra Instagram, Facebook, Youtube e Tik Tok. Non c’è studente italiano che negli anni scorsi non si sia identificato nel tormentone web “mai una laurea”, lanciato dall’attore e comico Filippo Caccamo e diventato poi spettacolo teatrale. Oggi la situazione si è ribaltata: da studente disperato, Caccamo si è laureato veramente in Scienze dei Beni Culturali con Magistrale in Storia e Critica dell’Arte e, nella vita – ironia della sorte -, ha iniziato a insegnare. Il suo percorso artistico ha così subito una brusca virata: abbandonati i panni degli studenti universitari in perenne attesa di una laurea, si è ritrovato a indossare quelli del “nemico”: i professori!

Il suo punto di vista ora è dietro la cattedra e da quello ha preso le mosse lo spettacolo Tel chi Filippo! (da lui stesso ideato, scritto, diretto e interpretato) che, dopo tre mesi di tutto esaurito continuativi, sarà in scena al Teatro Politeama di Piacenza il 23 febbraio, alle ore 21 (biglietti su: www.filippocaccamo.it e sui circuiti vivaticket.it, ticketone.it). Lo show ha già centrato sold out ovunque e mette in scena un monologo coinvolgente che non dà tregua: c’è la vita degli insegnanti di oggi, tra verifiche e interrogazioni, temi scritti in verde sui fogli a quadretti, gite, consigli di classe e collegi docenti online, Ptof, burocrazia, lezioni su meet, la lim che non funziona, il rappresentante dei libri, il rapporto con la temibile segreteria e con i collaboratori scolastici. Aneddoti, tic, luoghi comuni, iperboli che si susseguono in un turbine di risate sono l’ossatura dello spettacolo, che attinge a piene mani dalla vera vita quotidiana del Prof. Filippo Caccamo tra i banchi di una scuola media lodigiana: i suoi colleghi e i suoi studenti sono la sua fonte d’ispirazione primaria e le loro situazioni quotidiane, rilette alla luce della verve comica dell’attore, diventano uno spettacolo irresistibile per tutti. I suoi primi fan sono proprio i docenti che lo seguono da tutta Italia, i quali, all’insegna di una certa autoironia, si rivedono negli sketch messi in scena. In realtà, è facilissimo per tutti immedesimarsi e riconoscersi nei personaggi di Filippo, o perché si hanno figli in età scolare o perché il pensiero di ciascuno, in un attimo, torna indietro agli anni trascorsi sui banchi.

“Sto vivendo un tour strepitoso, il sogno di ogni attore – ha commentato Caccamo – data dopo data, procedo di sold out in sold out, con le biglietterie che vanno esaurite in pochi minuti. Certo, la scuola italiana è una meravigliosa fonte d’ispirazione e spesso la realtà supera l’esagerazione comica. Con “Tel chi Filippo!” sto facendo ridere tutte le generazioni, quelle che tuttora soffrono sui libri o sui registri e anche chi li ha dimenticati da un po’ ma ha vivo il ricordo degli anni trascorsi sui banchi. Dopo due anni di pandemia, poi, c’è voglia di leggerezza e spensieratezza: da parte mia è una soddisfazione immensa regalare agli spettatori due ore di risate non stop, ma l’affetto che il pubblico mi sta dimostrando in ogni provincia d’Italia è qualcosa di ancora più prezioso”.

I PERSONAGGI DI FILIPPO CACCAMO – Una carrellata di maschere che affonda le mani nella realtà quotidiana di tutti noi. Filippo Caccamo, online e sul palcoscenico, propone diversi personaggi, uno più ridicolo dell’altro, che si rifanno a tre filoni narrativi principali.

LA SCUOLA – Il bacino narrativo di Caccamo mette in scena tutto ciò che si vede sui banchi e tra le mura scolastiche.

La Carla: è la più amata in assoluto, ha una maglietta in testa e l’immancabile borsa al braccio, super chic, sempre pronta ad entrare in classe o ad andarsene. È l’insegnante che tutti noi abbiamo sempre avuto almeno una volta nella vita: è quella che si lamenta ogni giorno, ma porta la torta salata a tutti. Parla sempre dei suoi figli e della sua famiglia, in classe snobba gli ultimi arrivati ma gli vuole bene e ha una parola di riguardo per tutti, compresi gli alunni più disperati.

La “vecchia”: non ne può più! Doveva già essere in pensione da un bel po’, ma per qualche cavillo non ce l’ha fatta. È la prof dell’anteguerra: di stampo montessoriano, continua a dire ai miei tempi era tutto diverso, ha il registro con la penna, non sa usare la LIM, i social sono dei perfetti sconosciuti. Ma in fondo è buona e non dice mai una cattiveria.

La preside: riconoscibile per il mitico turbante in testa. È super puntigliosa, è la professoressa cattiva di Harry Potter, morirebbe piuttosto che sbagliare una virgola in un verbale. Nella burocrazia trova il suo porto sicuro, ma è anche simpatica e soprattutto è una sicurezza per tutti gli altri.

Mimmo: il tecnico. È tanto bravo quanto stanco. Non ne può più di lavorare con analfabeti digitali. Viene dal sud. È il tecnico che tutti abbiamo incontrato una volta nella vita: brontola, ma c’è sempre per tutti. È un po’ un papà acquisito, un amicone e si fa chiamare Mimmo da tutti.

La Mad: ovvero Messa A Disposizione. Ovviamente viene da fuori, è sarda. La sua speranza? Che ci sia qualcuno “incinto”, qualcuno che si è fatto male o in malattia pur di fare qualche ora. È la rappresentazione della speranza appesa a un filo.

filippo caccamo piacenza politeama

I GENITORI – Si apre il sipario su scene di vita ordinaria, che si caricano di significato comico tra gli strepiti della mamma, i lamenti del papà e gli eloquenti e immobili silenzi di Filippo, al quale non resta che subire ogni situazione. Il papà tenta di fare il giovane, la mamma non ci prova nemmeno. Lo sport preferito qui è criticare il figlio: il padre lo fa perché vorrebbe essere come lui, parla delle “ragasse”, di “tok tok”… ma non è in grado. Il suo ruolo è quello di paciere, per il bene della famiglia e di se stesso. È sposato con un’insegnante e deve rinunciare a un sacco di cose perché c’è sempre qualche collegio docenti, qualche colloquio straordinario. Ha tanta pazienza, ma non vuole comprendere il mondo scuola. Per preservarsi, ha deciso di starne alla larga. La mamma invece è più preoccupata che altro: si arrabbia per i calzini bucati, tocca il pollicione per vedere se le scarpe vanno ancora bene, supplica di sistemare la camera, di studiare, di mollare il cellulare, etc. È impossibile non ridere con lei perché qualche tratto in comune con la nostra di mamma ce l’ha per forza. E soprattutto, è incazzata 100 ore al giorno.

DOPO I 30 ANNI – È la rappresentazione dei trentenni di oggi: le vacanze, le serate, gli amici, le amiche. Perché fa ridere? Perché il quarantenne lo sa che ha 40 anni, il trentenne no: crede di avere la digestione di quando ne aveva 18, i tempi di recupero di quando ne aveva 18, etc. Inizia a capire però che quello che amava fare a 18 anni, in fondo, non gli piace più semplicemente perché lo stanca. Non solo: vive la tragedia di ritrovarsi nei posti di sempre, circondato da gente che ha almeno 10 anni in meno! A quel punto intuisce che alcune realtà di prima devono farsi da parte e lasciare posto allo scoprire quanto è bello stare a casa la sera, godersi i pomeriggi, le serate, le vacanze, gli amici in un altro modo. Alla fine è bello dire buonanotte a tutti alle 10 e un quarto di sera.

CHI È FILIPPO CACCAMO – Laureato in Storia dell’Arte e in Beni Culturali all’Università Statale di Milano, è attore comico, autore, influencer, youtuber e content creator. Nonostante la giovane età, ha calcato palchi importanti come quello di Zelig, ha partecipato a due edizioni del programma televisivo Eccezionale Veramente e a Colorado TV. Al cinema, ha recitato in Rido perché ti amo di Paolo Ruffini e in Senza lasciare traccia di Gianclaudio Cappai. I suoi numeri social: Instagram – 217.000; Facebook – 244.000; TikTok – 212.000; Youtube – 81.700 (www.filippocaccamo.it).

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