“Mercato Fivi a Bologna, ora subito un evento con Pavia, Lodi e Cremona”

Non solo il paventato aumento dell’addizionale Irpef, a tenere banco nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale di Piacenza anche l’addio del Mercato dei vignaioli Fivi, che dopo diversi anni lascia Piacenza Expo per Bologna. E c’è chi, come il consigliere Filiberto Putzu, ha proposto di attivarsi immediatamente per organizzare un evento coinvolgendo le province di Pavia, Lodi e Cremona.

“Non credo – il parere di Massimo Trespidi (Civica Barbieri-Liberi) – che il Comune di Piacenza abbia particolari responsabilità. Le amministrazioni Dosi e Barbieri hanno fatto per Piacenza Expo un aumento di capitale di complessivamente un milione e mezzo, due amministrazioni di colore diverso nel giro di cinque anni hanno fatto quello che dovevano. Servivano per investimenti, ora bisogna vedere se chi ha amministrato Piacenza Expo ha fatto quello che doveva; se poi quei soldi sono stati investiti per ripianare le perdite è un altro discorso. Visto che Piacenza Expo era stata definita la “portaerei” dell’economia piacentina, siamo arrivati al collo di bottiglia: guardando le partecipazioni di fiere di dimensioni simili e a noi vicine, il sistema produttivo dà molto di piu, se ogni cinque anni il Comune deve mettere soldi per fare andare avanti Piacenza Expo il sistema non tiene. Va fatta una riflessione”. Opinione condivisa dalla collega Barbara Mazza: “E’ ora di guardare avanti, richiamando l’intervento di tutte quelle realtà produttive ed economiche che realmente hanno a cuore il destino di Piacenza Expo”. Gloria Zanardi (Fratelli d’Italia) auspica per Piacenza Expo “qualche intervento lungimirante, piuttosto di mettere i parcheggi a pagamento”.

“Il mercato dei vignaioli è una kermesse che Piacenza ha saputo valorizzare e portare all’eccellenza assoluta – sostiene Luigi Rabuffi (Alternativa per Piacenza) -, visto come sono andate le cose stiamo attenti su Geofluid, altra fiera a grosso rischio: se perdiamo Geofluid Piacenza Expo affonda, questo è poco ma sicuro”. Critico anche Luca Zandonella (Lega), che parla di “grave danno per l’indotto piacentino”. “Con questa grossa sconfitta, come sistema Piacenza dobbiamo ora guardare al futuro per valorizzare le nostre eccellenze, per ricreare l‘indotto. Bisogna correre”.

“Mi sembra che l’amministratore Cavalli stia gestendo Piacenza Expo in maniera egregia – afferma invece Salvatore Scafuto (Pd) -. Lo scorso novembre il contratto tra Piacenza Expo e Fivi era già in scadenza e negli ultimi anni erano noti i sentori che, a fronte di un evento in continua evoluzione, facevano presagire che la stessa Fivi sondasse altri lidi più capienti pronti a far fronte ad un numero maggiore di espositori. Risulta inoltre che, oltre ai problemi di spazio legati alla fiera, siano emersi numerosi problemi di ricettività delle strutture alberghiere: come mai non si è pensato in passato, vista la grande opportunità di marketing territoriale, di creare iniziative di fuori salone per promuovere l’incentivazione della rete commerciale della città e a provare a radicare l’evento sul territorio?”. “La fiera, partita con numeri molto bassi, ha avuto una crescita esponenziale – ricorda Caterina Pagani (Piacenza Oltre) -. Dovremmo manifestare orgoglio, salutando la manifestazione con la consapevolezza che questa città ha contribuito a questo risultato, facendo tutto quello che si poteva fare per accompagnarla al successo che si è ritagliata”.

“Siamo debolissimi come territorio, dobbiamo uscire da questa situazione” – l’opinione di Filiberto Putzu (Liberali), che ha avanzato una proposta: “Rilanciamo subito un’iniziativa basata sul territorio: le province del vino, del buon cibo e del buon vivere, facendo una proposta a Pavia, Lodi e Cremona per una iniziativa locale basata sulla forza del territorio”.

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