Piacenza dice addio alla storica locomotiva a vapore: donata al Comune di Castel di Sangro

“E sul binario stava la locomotiva, la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva, sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno, mordesse la rotaia con muscoli d’acciaio”. Non possono che risuonare le parole del grande Francesco Guccini, se guardiamo le immagini di una locomotiva a vapore del 1905 che correva sui binari della nostra stazione e che finirà esposta sulle montagne dell’Abruzzo. Il Comune di Piacenza, proprietario del mezzo, ha deciso infatti di donarlo al Comune di Castel di Sangro.

Piacenza rinuncia così a un mezzo storico, che da diversi anni si trovava “parcheggiato” in stato di abbandono sotto a una tettoia in una superficie concessa da Rfi al Dopolavoro Ferroviario di via Ongina – si legge nella delibera comunale – per soddisfare la richiesta avanzata dal comune abruzzese, che intende valorizzare a dovere la vecchia motrice a vapore esponendola negli spazi antistanti la propria stazione ferroviaria. Nel 2017 l’associazione culturale le Crisalidi aveva utilizzato la locomotiva come set per uno spettacolo teatrale nell’ambito del festival 50+1, ripulendo completamente l’area dalle erbacce (nelle foto).

vecchia locomotiva via Ongina

La richiesta avanzata dal Comune di Castel di Sangro risulta accoglibile – viene specificato da Palazzo Mercanti – anche per il “perseguimento dell’interesse pubblico”: da un lato, infatti, si solleva il Comune di Piacenza, senza che si sostenga alcuna spesa, dall’obbligo di recuperare il bene (con elevati costi a carico dell’ente) e di trovarne una collocazione stabile (allo stato, non risulta nemmeno ravvisabile una sistemazione provvisoria) e, dall’altro lato, “si ripristinerebbe e valorizzerebbe un bene che si sta deteriorando, la cui storia è legata al Comune di Piacenza, con conseguenti vantaggi in termini di conoscibilità e visibilità della nostra città”.

La vecchia locomotiva è un pezzo unico che risale ai “primi anni del secolo – sempre parafrasando il Maestrone – macchinista, ferroviere, i tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti” e quando “sembrava il treno anch’esso un mito di progresso“. Era stata acquistata dal Comune con una delibera di Giunta comunale del 1991 al prezzo di un milione e 666mila lire (oggi euro 860,42) e sempre nella delibera si precisa che si tratta della locomotiva a vapore 235 252 (modello 835.258). Successivamente nel 1994 sempre l’amministrazione  l’aveva “prestata” nella forma del comodato per dieci anni all’associazione Dopolavoro Ferroviario. Ma alla scadenza del termine decennale, tale comodato non è mai stato rinnovato, risultando scaduto. Il bene era stato inventariato nel 2016 con un valore stimato pari a un euro.

L’area di via Ongina dove è custodito il mezzo è di proprietà di Rete ferroviaria italiana (Rfi) che ha manifestato la volontà di voler riutilizzare e riqualificare e, “visto che il Comune di Piacenza non ha a disposizione un luogo ove poter tenere in deposito il bene e non vi è un luogo ove si possa esporlo al pubblico” si è arrivati alla decisione di rinunciare alla locomotiva. Che “versa in totale stato di degrado e abbandono, necessitando di costosi lavori di ripristino e manutenzione straordinaria. E anche l’area di deposito si trova in stato di incuria tale che non è ipotizzabile prevederne l’accesso per consentire, a chi interessato, di vedere la locomotiva”. Per ritrovarla bisognerà raggiungere le pendici del Gran Sasso, dove avrà una nuova casa.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.