Smog alle stelle, l’aria è tossica. Già 10 sforamenti a Piacenza e 9 nella Bassa

Siamo ancora a parlare di aria inquinata. Non è una novità per chi vive in Pianura Padana, una delle zone più inquinate d’Europa. Il meteo nelle ultime settimane ci ha regalato giornate assolate (e anche, sporadicamente, temperature miti): una notizia positiva se limitata alla singola giornata, senza pensare alle conseguenze e all’anomalia stagionale. La mancanza di vento e di precipitazioni ha fatto impennare la concentrazione di polveri sottili nell’aria piacentina, arrivata – lunedì 13 febbraio, secondo le rilevazioni Arpae – al record di 92 microgrammi per metro cubo nella stazione fissa Giordani-Farnese. Una cifra da capogiro (il limite stabilito dal Piano Aria è 50 microgrammi per metro cubo) che conferma l’ultimo posto di Piacenza fra le province emiliano-romagnole nella classifica della qualità dell’aria.

Dall’inizio del 2023 sono stati dieci gli sforamenti registrati dalla stazione Giordani-Farnese, sei quelli rilevati al Parco di Montecucco. Anche nelle zone rurali la situazione non è delle migliori: 9 sforamenti a Besenzone, 3 a Lugagnano. Il 13 febbraio la stazione urbana di Montecucco ha registrato 81 microgrammi di Pm10 su metro cubo di aria, quella di Besenzone 77, Lugagnano 44, Corte Brugnatella 34 (sotto il limite ma comunque non bassa per una stazione a 765 metri sul livello del mare). Tutti i dati sul sito di Arpae.

Intanto proseguono le misure emergenziali per quanto riguarda il traffico e il riscaldamento, in vigore dall’8 febbraio e prorogate fino a mercoledì 15 febbraio. Una soluzione “tampone” che consentirà di abbassare gradualmente la concentrazione di particolato, che però, puntualmente, tornerà ancora oltre il limite. Continuiamo quindi a respirare aria tossica in attesa della prossima pioggia o di una giornata di vento. Poi, pensiamo anche a ridurre le emissioni, con una transizione sostenibile concreta.

I dati regionali degli ultimi 14 giorni (da Arpae)