Disturbi alimentari in crescita, quasi duecento casi a Piacenza “Età d’esordio anche sotto gli 11 anni”

Marzo è il mese dedicato ai disturbi alimentari e il 15 marzo si celebra la Giornata del Fiocchetto Lilla. L’Azienda Usl di Piacenza è da sempre impegnata su questo delicato tema con percorsi dedicati e iniziative di supporto a pazienti e famiglie. Per questo nella sala riunioni della direzione generale dell’Ausl di Piacenza sono stati presentati i numeri del fenomeno e i percorsi offerti. Alla conferenza stampa sono intervenuti Paola Bardasi, direttore generale Ausl Piacenza, Andrea Magnacavallo, direttore sanitario Ausl Piacenza, Katia Tarasconi, sindaco del Comune di Piacenza, Massimo Rossetti, responsabile del percorso diagnostico terapeutico aziendale Disturbi del comportamento alimentare, Giacomo Biasucci, direttore di Pediatria e Neonatologia, Jessica Rolla, referente Ambulatorio DCA e Malattie metaboliche ospedale di Piacenza e Mara Negrati, presidente associazione Puntoeacapo. Sono 195 i pazienti residenti a Piacenza e provincia che attualmente sono in carico della componente territoriale per disturbi alimentari. Quelli in carico del reparto di Pediatria, residenti a Piacenza e provenienti da altre province, sono 142.

I disturbi alimentari e nutrizionali sono un fenomeno in crescita con un preoccupante abbassamento dell’età d’esordio che può arrivare a scendere sotto gli 11 anni. Una condizione che colpisce per lo più il mondo femminile, ma che si sta diffondendo anche nel panorama maschile. I disturbi del comportamento alimentare – anche identificati con l’acronimo DCA – sono disturbi psichiatrici complessi dell’area psicosomatica che possono portare a gravi conseguenze cliniche come alta cronicizzazione e complicanze organiche serie e permanenti con frequente comorbidità psichiatrica, fino alla morte nei casi più gravi. In occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla, che si svolgerà il 15 marzo, facciamo il punto su questo delicato tema.

Dopo l’aumento dei casi nel 2021, complice il periodo pandemico e post pandemico – con un passaggio da 20 casi all’anno ai 67 registrati nel 2021 – attualmente il numero di pazienti residenti a Piacenza in carico dell’Azienda sanitaria di Piacenza registra una crescita stabile, con 195 casi presi in carico dalla componente territoriale e 142 dalla componente ospedaliera di Pediatria e Neonatologia (residenti a Piacenza e in altre province). L’età di esordio è stabilizzata tra i 10 e i 30 anni con età media di 17 anni, ma si registra un crescente abbassamento dell’età di esordio. “Dei 195 casi registrati fra i residenti in provincia di Piacenza – sottolinea Massimo Rossetti, direttore di Neuropsichiatria e psicologia infanzia e adolescenza e responsabile del percorso diagnostico e terapeutico creato dalla Ausl – la metà ha un’età compresa tra i 18 e 30 anni, il 12% è maggiore di 30 anni, il 31% ha un’età compresa tra i 15 e i 18 anni e il 7% ha meno di 15 anni. L’età di esordio è per lo più tra gli 11 e i 12 anni, ma si sono registrati casi di soggetti di 9 anni. Di questi 195, i pazienti inseriti nel percorso diagnostico terapeutico assistenziale sono 77. Il numero è dato da alcuni fattori come la fascia di età, che va dai 12 ai 30 anni, la residenza sul territorio e, fattore determinante, l’adesione del paziente al percorso che si articola su più discipline e livelli di assistenza.

II 60% dei soggetti inseriti nel percorso soffre di anoressia nervosa, il 20% di bulimia e il 20% di Binge eating desorder, ovvero il disturbo dell’alimentazione incontrollata. Oltre la metà dei pazienti (55%) ha tra i 16 e i 20 anni, il 22% tra i 21 e 29 anni e il 23% sono giovanissimi tra i 12 e i 15 anni. L’anoressia è il disturbo con maggior rischio di mortalità e compromissioni organiche gravi oltre che comorbidità psichiatriche: il 30% dei nostri pazienti rientra nella fascia di gravità estrema con un indice di massa corporea sotto ai 16, quindi gravemente sottopeso che hanno dato origine ricoveri ospedalieri. Anche per la bulimia il dato di gravità estrema è molto alto e si attesta su una percentuale del 30% dei pazienti complessivi. Il decorso più comune per arrivare a una remissione parziale o completa si aggira fra i due e i cinque anni di cura. Solo il 3% dei pazienti in carico supera i cinque anni ed entra nella fase protratta. Un numero ancora inferiore arriva anche a superare i dieci anni di malattia, entrando nella fase cronica”. Gli interventi del Percorso diagnostico terapeutico aziendale Disturbi del comportamento alimentare coinvolgono più unità operative. “Spesso i disturbi alimentari – spiega ancora Rossetti – si accompagnano a disturbi di tipo mentale, e quindi il percorso coinvolge tutti gli operatori: medici internisti, psichiatri, psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili, psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti”.

La maggior parte degli accessi è diretto, dentro la rete ospedaliera. “L’intervento precoce è fondamentale – afferma Rossetti – prima si interviene e più le possibilità di recupero aumentano”. Cruciale è il ruolo delle famiglie. “Devono fornire dei modelli che siano diversi da quelli della cultura dominante, e soprattutto devono accorgersi dei problemi che sorgono. Le famiglie devono diventare ‘coterapeuti’ dei sanitari, cioè individuare i comportamenti funzionali a una evoluzione positiva del disturbo e non emettere comportamenti disfunzionali. Devono comprendere che il disturbo non è un vizio, ma una sofferenza“. E poi le scuole: l’Ausl auspica di attivare una rete fra operatori sanitari, famiglie e istituti scolastici, da cui spesso partono le segnalazioni.

In Pediatria e Neonatologia, diretta dal professor Giacomo Biasucci, nell’anno appena trascorso si sono registrati 142 pazienti in carico, con 67 prime visite prenotate tramite Cup – quindi 67 nuovi casi – 521 accessi ambulatoriali per controllo e ben 16 pazienti ricoverati. “Il reparto – sottolinea il professor Biasucci – è l’unico centro di riferimento regionale per la riabilitazione organica dei pazienti affetti da grave malnutrizione per la fascia di età 0-18 anni. Il team medico è composto da un medico pediatra nutrizionista, da uno psicologo psicoterapeuta e da una dietista. Il ricovero viene predisposto quando il soggetto necessita di una riabilitazione organica e psicologica d’urgenza. La quasi totalità dei casi è relativa all’anoressia, quindi una malnutrizione per difetto che rischia di mettere in pericolo di vita il soggetto. L’approccio è multidisciplinare fisico e psicologico e ha come fine in primo luogo l’educazione del paziente alla nutrizione e, di conseguenza, al recupero del peso. Le azioni sono molteplici e impegnative per il paziente e gli operatori: il pasto assistito, per esempio, è uno step fondamentale poiché supporta il soggetto nel momento più difficile, quello del pasto e comprende un’osservazione sia durante, sia di prevenzione delle possibili azioni secondarie.

L’altro cardine del programma è il diario emotivo alimentare: il paziente tiene un dettagliato resoconto delle emozioni che ha provato durante il pasto e le analizza insieme allo psicologo per creare i presupposti di una corretta gestione dell’alimentazione. Tutto questo avviene e può avvenire solo in collaborazione con il paziente che è parte attiva del percorso”. Anche qui il ruolo delle famiglie è determinante. “C’è necessità di informare adeguatamente le famiglie sui comportamenti dietetici anomali – avverte Biasucci – diete selettive o restrittive che vengono messe in atto dalle famiglie possono essere un elemento disfunzionale nel modello che il ragazzo apprende”. Il primario invita poi a prestare attenzione alle diete che non hanno alcuna evidenza scientifica. “C’è stato un inasprimento durante e dopo il lockdown”.

I giovanissimi, seppur costituiscano la fetta più grande dei pazienti che soffrono di disturbi alimentari, non sono gli unici a essere monitorati e presi in carico dall’Ausl. “Molte donne, in particolare, hanno sviluppato questa problematica intorno ai quarant’anni – sottolinea Jessica Rolla, medico nutrizionista e referente Ambulatorio DCA e Malattie metaboliche ospedale di Piacenza -. Le donne di ogni età sono più soggette, statisticamente, a questi disturbi, con un rapporto di dieci a uno rispetto agli uomini”. Nel 2022, spiega Rolla, sono stati 2.015 i pasti assistiti forniti dall’ambulatorio. “Possono accedere contemporaneamente fino a dodici persone per volta per la colazione, il pranzo e la merenda pomeridiana”.

L’associazione Puntoeacapo, presieduta da Mara Negrati, collabora con i professionisti dell’azienda. “La missione principale – spiega Negrati – è dare sostegno alle famiglie e ai ragazzi che soffrono di questo problema. Importante l’azione di prevenzione che portiamo avanti nelle scuole: sono già più di mille gli studenti coinvolti finora. Nelle scuole facciamo una campagna di prevenzione che stimola e promuove il senso critico dei ragazzi nei confronti di contenuti mediatici che veicolano modelli di bellezza inadeguati. Alla moda delle diete e degli stili alimentari non corretti noi contrapponiamo stili di vita che seguono canoni scientifici: la moda delle diete va vista secondo un senso critico. La famiglia è spesso considerata come causa dell’insorgere dei disturbi: noi puntiamo a formarla adeguatamente affinché diventi un alleato per raggiungere la guarigione”.

IL SINDACO KATIA TARASCONI – “Conosco genitori preoccupati dal fatto che i figli raggiungano la maggiore età e rifiutino le cure – ha detto il sindaco di Piacenza Katia Tarasconi -. È molto grave che l’età dell’esordio si stia abbassando, c’è bisogno di più consapevolezza. Anziché migliorare, però, stiamo peggiorando. Dunque, ben venga che si facciano eventi come questi che vengono presentati oggi per aiutare la consapevolezza nei ragazzi e negli adulti: a volte esistono genitori che rifiutano di ammettere che i figli hanno problemi da risolvere”. Su questo punto, Massimo Rossetti precisa che a un ragazzo o una ragazza che entra a sedici anni viene garantita una continuità delle cure, se loro non si oppongono. “Non li abbandoniamo solo perché compiono diciott’anni”.

Il percorso diagnostico e terapeutico per i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione – varato per la prima volta nel 2003 e poi trasformato in percorso aziendale nel 2014 – si caratterizza come un’assistenza assistenza sanitaria integrata psico-nutrizionale, che cura il corpo e la psiche ecco perché, tra i primi passi da compiere, c’è la valutazione e diagnosi psichiatrica specialistica di disturbi e la valutazione e diagnosi psichiatrica specialistica di disturbi. La rete aziendale del percorso diagnostico terapeutico assistenziale è articolata e trasversale ai diversi servizi territoriali e ospedalieri della Azienda e comprende Neuropsichiatria infanzia e adolescenza, le direzione centri di Salute mentale, Emergenza urgenza psichiatrica, il servizio dipendenze patologiche Levante-Ponente, il team specialistico ospedaliero Pediatria e il team specialistico ospedaliero disturbi del comportamento alimentare negli adulti.

GIORNATA DEL FIOCCHETTO LILLA In quest’ottica si inquadrano le tre iniziative organizzate a Piacenza in occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla il 15 marzo 2023:

Un convegno in programma sabato 11 marzo dalle 9 alla sala Colonne dell’ospedale di Piacenza con il titolo “I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (Dna): il ruolo della famiglia e della scuola”. L’incontro è organizzato dall’Ausl di Piacenza e dall’associazione Puntoeacapo e sarà moderato da Mara Negrati, medico nutrizionista e presidente dell’associazione. Vedrà la partecipazione di Massimo Rossetti, Jessica Rolla medico nutrizionista, Alessandro Rampulla biologo nutrizionista, delle psicologhe psicoterapeute Giulia Bensi, Elisa Bisagni e Anna Vecchi, oltre che di Stefano Bertomoro, vicepresidente del coordinamento nazionale dei gruppi di auto mutuo aiuto per disturbi alimentari. Il sindaco Katia Tarasconi saluterà i partecipanti a inizio convegno. Ricordiamo che per l’accesso in ospedale è necessario indossare la mascherina.

“In Italia – sottolinea la dottoressa Mara Negrati – l’anoressia ha un’incidenza di 8 nuovi casi all’anno ogni 100mila abitanti nelle donne e una media di 0,2 o 1,4 casi per 100 mila abitanti negli uomini, mentre la bulimia registra 12 casi all’anno nel sesso femminile e 0,8 in quello maschile. Dati in costante aumento che ci devono portare a una riflessione sul ruolo di famiglia e scuola. Le recenti ricerche hanno dimostrato che la famiglia gioca un ruolo determinante nella buona riuscita del recupero dei ragazzi, ma per arrivare a questo è necessario che il nucleo familiare sia supportato e guidato per ridurre il carico di stress in capo al soggetto e al gruppo. Lo stesso vale per la scuola, che deve essere luogo di ascolto e accoglienza oltre che di indirizzo verso le buone pratiche alimentari. Formazione e una stretta collaborazione tra docenti e team di professionisti sanitari sono le chiavi per prevenire l’insorgenza di questi disturbi e per guidare i ragazzi fuori da questo tunnel”.

Il secondo appuntamento in calendario tra le iniziative della Giornata del fiocchetto Lilla si terrà al liceo scientifico Lorenzo Respighi (aula Modonesi), piazzale Genova 1, mercoledì 15 marzo alle 18. Il dottor Rossetti e altri professionisti Ausl (Graziella Filati, Alessandro Rampulla e Jessica Borsotti) incontreranno i genitori degli studenti all’interno di una iniziativa dal titolo “I disturbi del comportamento alimentare. Essere informati per capire e prevenire”. Per partecipare occorre inviare una email a incontro.disturbi.alimentari@liceorespighi.it

Open day dell’ambulatorio dei Disturbi comportamenti alimentari/Malattie metaboliche e della Chirurgia bariatrica. Dalle 8,30 alle 13 i professionisti dell’ambulatorio saranno a disposizione per informazioni e consulenze a pazienti o familiari. L’accesso in ospedale è consentito con l’utilizzo della mascherina.

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