Deserto Niger - Foto di Fabrizio Gatti

“Chiusi fuori. I viaggi dei migranti e l’umanità esclusa”

29/03/19

: Galleria Alberoni - Galleria Alberoni, Via Emilia Parmense, Piacenza, PC, Italia - Inizio ore 21

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Un incontro assolutamente da non perdere per tutti coloro che desiderano approfondire e capire meglio i fenomeni migratori in atto nel mondo oggi.

Venerdì 29 marzo alle ore 21, nella Sala degli Arazzi, va in scena infatti “Chiusi fuori. I viaggi dei migranti e l’umanità esclusa” il primo dei numerosi incontri che animeranno l’apertura della mostra Dis-chiusure. Il violino con il filo spinato di Jannis Kounellis, organizzata da Opera Pia Alberoni, Svep, “La Ricerca onlus” e Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e di Sintic Informatica e Internet.

L’incontro prevede l’intervento di uno straordinario testimone: Fabrizio Gatti, scrittore e giornalista de L’Espresso e grande esperto delle migrazioni contemporanee, un vero e proprio militante del giornalismo undercover (sotto copertura).

Fabrizio Gatti è infatti molto noto al grande pubblico per le sue straordinarie inchieste condotte da infiltrato sulle rotte dell’immigrazione illegale dall’Africa all’Europa. Ha seguito il viaggio degli immigrati clandestini, dal Senegal alla Libia, attraverso il Sahel e il deserto del Sahara, ha vissuto in una baraccopoli alla periferia di Milano. Ha scritto numerosi libri tra i quali “Bilal. Viaggiare, lavorare, morire da clandestini” (premio Tiziano Terzani), ha realizzato film documentari e ottenuto prestigiosi riconoscimenti.

Fabrizio Gatti, anche con l’ausilio di sue immagini e fotografie, racconterà l’umanità esclusa e converserà sul delicato tema delle migrazioni con Gian Giacomo Schiavi, editorialista del Corriere della Sera.

Giangiacomo Schiavi giornalista del Corriere della Sera dal 1987 e vicedirettore dal 2009 al 2015, è oggi editorialista del quotidiano milanese. Per i suoi articoli ha ricevuto i premi Buzzati, Carosso e, nel 2007, l’Ambrogino d’oro. Fra i suoi libri, Non ho l’età (con Carlo Vergani), Ancora giovani per essere vecchi (con Carlo Vergani), Buone notizie, Controvento (con Ambrogio Fogar), Medici umani, pazienti guerrieri (con Gianni Bonadonna), Meno male (2018).

Un’occasione preziosa da non lasciarsi sfuggire per tutti coloro che sono interessati a capire meglio le dinamiche del mondo in cui viviamo.

La serata sarà aperta e conclusa dal suono del violino di Kaori Ogasawara. Laureata in violino a Tokyo con il massimo dei voti, ha al suo attivo numerosi concerti in Giappone dove ha vinto svariati premi e concorsi. Dal 2003 svolge un’intensa attività concertistica in Italia. Nel 2009 vince il posto di violino presso il Teatro alla Scala, entrando nell’organico stabile dei primi violini. Attualmente suona un violino di Carlo Antonio Testore del 1751.

Kaori Ogasawara ha selezionato i due brani che eseguirà ispirandosi sia al tema della serata che all’opera di Jannis Kounellis, ovvero il violino con il filo spinato.

Con il suo violino, un Carlo Antonio Testore del 1751, eseguirà in apertura di serata la Sonata n. 3 “Ballade” in re minore, op. 27 di Eugène Ysaÿe. La forte carica espressiva dai toni tormentati incupisce fino al tragico rendendo il brano assai prossimo al gusto espressionistico.

In chiusura, di Johann Sebastian Bach, verrà seguita la Sonata per Violino Solo n. 3 – BWV 1005 – terzo movimento in fa maggiore (largo).

Foto di Fabrizio Gatti

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