Autonomia e Regioni, Maroni ‘Piacenza in Lombardia? Perchè no’ foto

Se i piacentini chiedessero di entrare in Lombardia? Mi sembra un ottima idea, c’è un’area che va oltre i confini amministrativi e oltre il Po’.

Parole del Presidente della Lombardia Roberto Maroni, arrivato mercoledì pomeriggio a Piacenza insieme al Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini per un incontro di approfondimento sul percorso verso l’autonomia che entrambe le regioni hanno intrapreso.

“La Lombardia – ha detto Maroni rispondendo ai cronisti – ha due aree oltre il Po, l’Oltrepo Pavese e quello mantovano, anche il Po è un confine così, messo lì. Non dico di entrare in Lombardia, ma che dopo tanti anni possiamo rivedere i confini delle Regioni: se c’è la possibilità di fare un territorio più omogeneo che favorisca imprese, cittadini e territori, perché no?”.

Maroni è arrivato a Piacenza dopo aver annunciato, nei giorni scorsi, la decisione di non candidarsi alle elezioni regionali per ‘motivi personali’. Una scelta che non significa un addio alla politica, Maroni infatti ha detto di ‘restare a disposizione’. Dichiarazioni che lo hanno messo al centro del dibattito politico nazionale.

“Chi vuole fare il Ministro? Io l’ho già fatto tre volte, non voglio farlo, voglio una vita nuova, diversa, è giunto il momento di occuparsi di altre cose, voglio mettere a frutto esperienze e conoscenze che ho acquisito in questi anni”. “Non lascio la politica – ha aggiunto -, si può fare politica anche fuori dalle istituzioni”.

Sulle prossime elezioni in Lombardia: “Non posso pensare che oltre a Roberto Maroni non ci sia nessun’altro in grado di vincere, non mi sento così straordinariamente insostituibile. La Lombardia è una regione concreta che valuta quello che si è fatto, e il nostro Governo in questi cinque anni ha fatto cose importanti. Non vedo grossi problemi per Attilio Fontana, che sono certo sarà il degno successore di un grande presidente della Regione Lombardia”.

Alla domanda se Salvini potrebbe essere un buon leader per il centrodestra ha invece sorvolato: “Non esprimo giudizi, il segretario della Lega è il segretario del mio partito, poi è milanista come me…”

VERSO L’AUTONOMIA – Del percorso verso l’autonomia ha parlato Stefano Bonaccini: “Mi pare si stia marciando bene, le cose stanno andando come immaginavamo con robusta serietà da entrambi i fronti: penso che un preaccordo prima del 4 marzo farebbe bene alla bontà di un percorso che con coraggio, pur se con strumenti diversi, entrambe le Regioni hanno portato avanti: sarebbe un buon modo per dimostrare che in questo Paese non è impossibile immaginare che la richiesta di autonomia differenziata possa essere raggiunta”.

“E’ giunto il momento che le Regioni virtuose possano essere finalmente premiate”.

Nei prossimi giorni Bonaccini relazionerà in Assemblea legislativa sul negoziato in atto. Le 12 materie che l’Emilia-Romagna ha già definito sono: rapporti internazionali e con l’Unione Europea; sicurezza del lavoro; istruzione (fatta salva l’autonomia delle politiche scolastiche); commercio con l’estero, ricerca scientifica e tecnologica, sostegno all’innovazione per i settori produttivi; governo del territorio; Protezione Civile; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; tutela della salute; norme generali sull’istruzione; tutela dell’ambiente, dei beni culturali; organizzazione della Giustizia di pace.

“Credo – ha concluso Bonaccini – che chideremo come tredicesima competenza la questione che riguarda l’ordinamento sportivo”.

“L’autonomia – ha evidenziato Maroni – è fondamentale per tanti motivi, in particolare uno dei criteri che stiamo pensando di mettere per finanziare tutte le nuove competenze è la compartecipazione al gettito erariale, una cosa ricoluzionaria: vuol dire che le imposte pagate nelle regioni, che ora vanno tutte allo Stato, rimarrebbero in quota alle regioni stesse. Questo significa che se si investe sulla crescita del Pil si ha un vantaggio diretto, e questo coinvolgerà il mondo delle imprese”.

Incontro Cna autonomia regionale

CNA: “CONDIVISIONE DEL PERCORSO” – L’incontro è stato organizzato alla sede piacentina del Tecnopolo da Cna Emilia Romagna e Cna Lombardia, associazioni che “condividono questo percorso di autonomia, anche in considerazione delle maggiori opportunità che potrebbero nascere per il sistema economico e produttivo”.

“CNA Emilia Romagna ha da subito condiviso il percorso intrapreso – afferma il Presidente Dario Costantini – perché ne ha apprezzato i principi ispiratori: l’istanza per una maggiore autonomia regionale si fonda concretamente sulle buone pratiche amministrative maturate e sui risultati positivi ottenuti, ed è priva di rivendicazioni ideologiche”.

“Sono state accuratamente valutate le materie che corrispondono alle scelte strategiche condivise nel Patto per il Lavoro, nelle quali una maggiore autonomia regionale può tradursi da subito in un valore aggiunto. Infine è stata responsabilmente evitata la “tentazione” secessionista: con la richiesta di una maggiore autonomia la Regione non si vuole scostare dal resto del Paese, al contrario intende contribuire al suo miglioramento complessivo”.

“Tuttavia – continua Costantini – non intendiamo sottrarci all’importante ruolo di sollecitazione critica e ci vogliamo porre come un interlocutore attento e responsabile nella definizione degli ambiti in cui viene richiesta maggiore autonomia e delle aree di competenza. CNA pone l’accento soprattutto su quattro aree di intervento strategico: la tutela e la sicurezza del lavoro, l’istruzione tecnica e professionale; internazionalizzazione delle imprese, ricerca scientifica e tecnologica, sostegno all’innovazione; territorio, rigenerazione urbana, ambiente e infrastrutture; la tutela della salute”.

“CNA è una organizzazione che rappresenta gli interessi delle imprese, prevalentemente le piccole e medie imprese, quelle che hanno una stretta relazione con il territorio in cui operano e che ben conoscono, la dove risiedono sia gli imprenditori che i dipendenti-collaboratori” – afferma Daniele Parolo, Presidente di CNA Lombardia.

E continua: “Le imprese creano occupazione e producono reddito, pagano tasse e imposte al governo centrale e ai governi locali. Chiediamo vi sia un giusto equilibrio tra le risorse che si trasferiscono al centro e quelle che rimangono sul territorio a disposizione delle amministrazioni che possono più facilmente interagire con i cittadini e meglio recepire le loro esigenze e i loro interessi per intervenire – non su tutto – ma certamente su sanità, welfare, lavoro e formazione, imprese, ricerca e sviluppo, ambiente, credito”.

“Non ci sembra di chiedere la luna, anzi le nostre proposte e le nostre richieste vanno nella direzione della razionalità e della concretezza e sono portate alla trattativa con il governo centrale da Emilia Romagna e Lombardia – regioni che sono due lati del triangolo economico “Lombardia Veneto Emilia Romagna” traino dell’economia nazionale. Come dimostra lo studio che Cna elabora da ormai cinque anni, nel quale si evidenzia questo aspetto per noi fondamentale che induce a chiedere una maggiore autonomia rivolta al sostegno delle attività che producono e fanno occupazione, essendo CNA, come il collega Costantini ha ricordato, un’associazione responsabile e attenta al sistema economico nazionale. Il tutto in una cornice che non perde mai di vista l’unitarietà del paese”.

 

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