102 anni fa la “battaglia degli altipiani”, commemorazione a Piacenza foto

In occasione del 102° anniversario della “battaglia degli altipiani” e Festa dell’Arma dei Trasporti e Materiali dell’Esercito, il Polo Nazionale Rifornimenti di San Lazzaro ha ospitato una breve commemorazione a cui hanno preso parte le autorità civili, militari e religiose di Piacenza, oltre al personale dell’Arma dei trasporti e materiali (erede del Corpo automobilistico) in servizio presso gli enti ed i reparti della città.

La commemorazione, incentrata sulla rievocazione storica delle vicende militari che hanno portato alla nascita del Corpo automobilistico e dello Stabilimento militare di San Lazzaro Alberoni, tenuta dal Maggiore David Vannucci, è stata arricchita dal contributo del colonnello Giovanni Barbieri, presidente della sezione piacentina dell’Associazione nazionale autieri d’Italia che, con grande passione e competenza, ha illustrato ai partecipanti le principali caratteristiche tecniche dei veicoli a motore che trovarono impiego durante la Grande guerra.

Proprio durante tale conflitto, tra il 19 ed il 22 maggio del 1916, ebbe luogo il primo impiego massivo di autoveicoli militari del Regio Esercito in occasione della Strafexpedition, traduzione in tedesco di “spedizione punitiva”, voluta dal capo di stato maggiore austro-ungarico, generale Franz Conrad von Hötzendorf, per colpire l’ex alleato italiano reo di avere tradito la Triplice Alleanza. L’intento originario della spedizione era quello di arrivare da Trento (allora austriaca) fino a Venezia, tagliando fuori il Veneto e chiudendo in una gigantesca sacca l’esercito italiano, comandato dal generale Cadorna. Con 14 Divisioni scelte, di cui alcune ritirate dal fronte russo e dall’Isonzo, e un’imponente massa di artiglierie pesanti, il generale Conrad sferrò l’offensiva.

Il generale Cadorna a questo punto preparò un accurato piano di riorganizzazione del dispositivo della 1° Armata e ordinò di spostare celermente le truppe dall’armata dell’Isonzo a quella degli Altipiani. In tale contesto, l’uso del solo treno non avrebbe potuto far fronte all’urgenza del momento e all’ingente trasferimento di truppe disposto dal Comando supremo. Sarebbero stati necessari troppi giorni di viaggio e inoltre il treno non era in grado di raggiungere capillarmente le località dove si era deciso di rischierare il dispositivo difensivo. Non vi era altra soluzione che impiegare l’autocarro, unico mezzo di trasporto veloce, in alternativa al treno.

Fu questo il primo impiego massivo degli autieri e dei loro autocarri che assicurarono un contributo determinante al contenimento dell’offensiva austro-ungarica, trasportando migliaia di soldati dal fronte dell’Isonzo a quello montano del Trentino. Un’azione che permise al Comando italiano di disporre delle forze necessarie ad arginare la controffensiva delle truppe austriache, prima che dilagassero nella pianura e di lì fino alla laguna veneta. In quattro giorni, con lunghe ed estenuanti colonne, su strade difficilissime, 974 autocarri trasportarono circa 120.00 uomini con i relativi equipaggiamenti sulle linee del nuovo fronte, coprendo distanze di 200-250 chilometri, con punte massime anche superiori.

I conduttori si trovarono nelle condizioni di rimanere al volante dei loro autocarri spesso per 48 ore consecutive, facendo la spola dalla Carnia agli altipiani vicentini, con vari incidenti di percorso dovuti al pessimo stato della rete stradale ed alla stanchezza accumulati in turni anche di più di 24 ore al volante. Grazie all’apporto degli autieri italiani l’offensiva tedesca fu arrestata ed il fronte trentino venne mantenuto saldo per tutta la durata del conflitto, epoca in cui la motorizzazione militare conobbe il suo primo grande sviluppo, dovuto alla grande produzione dell’industria automobilistica nazionale ed alle peculiari professionalità che andarono rapidamente sviluppandosi (conducenti, meccanici, gommisti, lamieristi)

In tale contesto si inserisce l’attività del Deposito centrale automobilistico, costituito a Piacenza nel 1915, che supportò per tutta la durata della guerra le unità automobilistiche dislocate sul fronte dolomitico e che alla fine della guerra divenne Sezione Staccata dell’Officina Automobilistica Regio Esercito. In seno all’officina negli anni ’40 venne costituito il Magazzino Principale Ricambi e, dopo i bombardamenti subiti nel 1944, venne ricostituito negli anni ’50 come Magazzino Centrale Ricambi Automobilistici.

Una storia lunga più di cento anni, rievocata grazie ai documenti ed alle testimonianze raccolti nel tempo dal Maggiore Vannucci e che, in occasione dell’anniversario della “battaglia degli altipiani”, rievoca le gloriose vicende che hanno dato i fondamenti a quella che oggi è riconosciuta unanimemente come l’arma determinante di ogni manovra: la logistica militare.

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