Piace, la prima mezz’ora fa ben sperare IL COMMENTO

La capolista Pordenone fa valere i diritti di un tasso tecnico superiore che esprime nelle qualità dei singoli. Succede così che le prime tre occasioni per sbloccare il risultato e la partita sono dei giocatori biancorossi i cui piedi non sono sufficientemente dotati per mettere il pallone nel posto giusto: ovvero in rete. Gli ospiti sono un complesso orientato all’offensiva. I suoi centrocampisti manovrano in prevalenza nella metà campo avversaria a ridosso dell’area esercitando una pressione continua ed efficace che si espone, però, al contropiede.

Il Piacenza, pur privo di giocatori importanti come gli infortunati Parisi e Cesarini e dello squalificato Persia, è messo molto bene in campo, con un 3-5-2 elastico ed ordinato; il risultato, però, lo fanno gli errori ed i ragazzi di Scazzola. Dopo aver fallito tre ghiotte occasioni, subiscono il gol ancora per una disattenzione complessiva con tre difensori davanti all’attaccante ed un altro a fianco del portiere. Il problema delle palle alte si ripropone dall’inizio di campionato e trova l’ennesima conferma all’inizio della ripresa, quando un colpo di testa dell’ex Dubickas mette al sicuro la vittoria degli ospiti concretizzata su di un altro pallone alto (questa volta su corner) corretto nella propria rete da Masetti. Sarà opportuno, alla riapertura del mercato, l’arrivo di un difensore.

Nonostante la netta sconfitta (risultato eccessivamente severo per il Piacenza), non consideriamo del tutto negativa la prestazione dei biancorossi che, almeno nella prima mezz’ora, sono stati in partita con incoraggianti trame di gioco. La squadra ha giocato con impegno e buon discernimento tattico; in pratica ha fatto ciò che le consentono le sue possibilità, oggi ulteriormente ridotte per le succitate assenze. Il Pordenone ha fatto valere la forza della sua superiorità tecnica: d’altronde la classifica è di per sé eloquente.

Luigi Carini