Le Rubriche di PiacenzaSera - Confindustria

“Gli stati uniti d’Europa sono un sogno, Italia deve essere più capace nel perseguire i propri interessi”

“Gli stati uniti d’Europa rappresentano una visione un po’ edulcorata dei rapporti tra le diverse nazioni. L’Europa al momento non è un soggetto geopolitico ma solo economico, e avere una maggiore coesione politica potrebbe essere controproducente per noi. Dobbiamo diventare più abili nel perseguire i propri interessi”. Così il giornalista e analista geopolitico Dario Fabbri, ospite dell’incontro di Confindustria Piacenza, ha risposto alla domanda se un’Europa più forte possa servire a farci valere in una situazione così delicata come quella che stiamo attraversando, a 10 mesi dallo scoppio del conflitto tra Ucraina e Russia.

Bisogna saper distinguere tra tattica e strategia, ha detto il direttore della rivista Domino. “La Russia, anche se sembra controintuitivo, sta vincendo il conflitto dal punto di vista tattico, perché rispetto al 24 febbraio 2021, ha annesso nuovi territori. Ma non basta questo per vincere una guerra, che sta invece perdendo dal punto di vista strategico. Va fatto il paragone rispetto agli obiettivi iniziali e ai risultati raggiunti, ed è andata scadendo in questi mesi la percezione della Russia come quella di una grande potenza militare. Oggi fare la guerra alla Russia fa meno paura di prima. Certo ha il più grande arsenale nucleare, ma ammesso che lo voglia usare e distruggere il mondo, però adesso fa meno paura. Non solo, la Russia aveva iniziato la guerra per impedire che l’Ucraina entrasse nella Nato. Ad oggi l’Ucraina non è entrata nella Nato, ma la Nato è di sicuro dentro l’Ucraina. Aggiungiamo che i russi volevano dimostrare l’inconsistenza nella Nato, sicuri che i Paesi dell’alleanza atlantica non sarebbero intervenuti, ecco invece che la Nato, che fino a qualche anno fa per usare un’espressione di Macron era ‘cerebralmente morta’, si sta invece estendendo. Aderiranno altri Paesi come la Svezia e al Finlandia, nazioni che fino allo scorso febbraio non ci pensavano neppure”.

Ma il conflitto quando finirà? “Non lo sanno nemmeno quelli direttamente coinvolti. Siamo in una situazione di stallo, inverno ha abbassato l’intensità degli scontri ma non ha fermato i combattimenti. Si arriverà a un accordo? Non è scritto da nessuna parte, ma è l’idea a cui dobbiamo aggrapparci. Per ucraini non è il momento di negoziare, perché l’abbrivio tattico sta cambiando, ma gli americani esercitano pressione mentre rispetto alla Cina si sopravvalutano le capacità di coercizione rispetto alla Russia”. E l’Europa? Non è un soggetto geopolitico, ma economico: ecco quindi i singoli stati, come la Germania, perseguire i propri interessi ed essere contraria al tetto sul prezzo del gas. Ma la creazione degli stati uniti d’Europa non sarebbe una soluzione. “Uno stato non si crea per interesse, ma per sentimento e noi abbiamo sempre visto come questa nascita sia preceduta da un conflitto, cosa da evitare. Creare legami politici più forti potrebbe essere controproducente, perché potrebbe limitare la capacità di azione delle singole nazioni. L’Europa è un forum dove si perseguono interessi diversi, l’Italia – conclude Fabbri – dovrebbe essere più abile a perseguire i propri”.

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