Lega “Il dissesto del sistema sanitario travolge il bilancio regionale”

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“Il dissesto del sistema sanitario emiliano-romagno travolge il bilancio regionale, tanto che una fetta della manovra 2023, pari a 85 milioni, è già stata ipotecata per coprire parte del deficit 2022: numeri che la dicono lunga sul fallimento delle politiche dell’assessore alla Sanità, Raffaele Donini, al quale chiediamo di fare un passo indietro e dimettersi”. E’ quanto hanno chiesto questa mattina, nel corso di una conferenza stampa in Regione, il capogruppo e commissario Lega Emilia, Matteo Rancan, il consigliere regionale e vicepresidente commissione Sanità, Daniele Marchetti, il relatore di minoranza della Legge di Bilancio, Michele Facci, e gli altri componenti leghisti della commissione Sanità, Simone Pelloni e Valentina Stragliati.

“La manovra di bilancio 2023-25 della Regione – spiega Facci – è fortemente influenzata dall’andamento negativo della sanità regionale, che vede certificata una previsione sul 2022 di – 837 milioni. I capitoli di spesa relativi al c.d. “perimetro sanitario” incidono sugli impegni di spesa corrente in misura variabile tra l’84 e l’86%, secondo l’andamento dell’ultimo triennio. Conseguentemente, le vicende negative della sanità regionale non possono che riversarsi necessariamente sugli equilibri di bilancio, su due fronti: di metodo e di merito”. “Quanto al metodo – continua Facci – nonostante precise disposizioni di legge, il bilancio consolidato del servizio sanitario regionale viene sistematicamente approvato con un ritardo di circa 1 anno (tanto che lo scorso 5 dicembre la Giunta ha approvato il preventivo 2022), così da svilire l’attività di programmazione sottostante all’approvazione di ogni bilancio di previsione, e da “disallineare” temporalmente il bilancio preventivo dell’area sanitaria con quello più generale della Regione. Anche la Corte dei Conti, da ultimo nella relazione dello scorso 5 dicembre, ha censurato tale metodo”.

Sul fronte del merito – aggiunge Facci: “L’esame del bilancio della sola area sanitaria degli anni 2020 e 2021, evidenzia come la differenza tra valore della produzione e costi della produzione abbia registrato nel 2020 (anno del Covid) un attivo di € 202.484.013 (grazie anche agli stanziamenti straordinari previsti), mentre nel 2021 la differenza è stata di – 162.870.665. Poiché il preventivo 2022 registra una differenza di – 622.518.324 tra valore e costi della produzione, è evidente come l’andamento della spesa sanitaria sia realmente fuori controllo (anche togliendo i 240 milioni stimati – da verificare a consuntivo 2022 – per i costi aggiuntivi di elettricità e gas, vi è sempre una differenza di 380 milioni). Il preventivo 2022, inoltre, prevede una minor spesa di circa 40 milioni nelle voci “costi del personale”, a dimostrazione di come non sia il personale a determinare il grave aumento della spesa sanitaria. Bilancio regionale messo quindi in crisi dal deficit strutturale della sanità, per il quale non è ancora dato conoscere quale sia la soluzione, attesa la scarsa trasparenza che caratterizza la redazione dei bilanci del sistema sanitario. Va tra l’altro ricordato come il bilancio regionale si trascina da anni il debito legato al disavanzo sanitario pregresso, di originari 806,364 milioni, che ammontava a 279,859 ml al 31.12.2021”.

“Tanti pronto soccorso attivi prima della pandemia h24 oggi lo sono solo per 12 ore al giorno e sono stati declassati a punti di primo intervento. Ciò significa che non possono prendere in carico codici rossi o arancioni. Il risultato è che tanti cittadini, soprattutto residenti nelle aree montane e interne, non si vedono garantito il diritto alle cure” ha denunciato la consigliere piacentina Valentina Stragliati. “Dopo le varie promesse circa la riapertura di alcuni di questi reparti, puntualmente disattese, dell’assessore Donini, siamo giunti alla verità, nel corso di una commissione richiesta dal gruppo Lega: manca il personale per poter riaprire h24. In questo modo i pazienti che vivono lontano dai grandi hub hanno perso il diritto di essere stabilizzati al pronto soccorso, essendo più a rischio rispetto a chi vive nei pressi delle città. Una situazione inaccettabile. Abbiamo l’impressione che la Giunta abbia colto la palla della pandemia al balzo per ridurre i servizi” ha concluso Stragliati.

“A fronte di maggiori costi sostenuti è quindi evidente – ha quindi riassunto il capogruppo Rancan – che non sia conseguito un aumento della qualità dei servizi: i pronto soccorso continuano ad essere in difficoltà, così come in generale la medicina territoriale e di prossimità. Il piano di recupero delle liste di attesa stenta a funzionare, e senza il ricorso al privato convenzionato la situazione sarebbe drammatica. Riteniamo che l’assessorato alla Sanità abbia manifestato tutta la propria debolezza e incapacità gestionale (la querelle con la dirigente e responsabile Petropulacos rappresenta la punta dell’iceberg), culminato addirittura con un odg da parte della maggioranza del PD (votato nella scorsa aula) che ha chiesto di fatto un cambio di passo nelle politiche sanitarie. Per questo concludiamo ritenendo che l’assessore Donini debba prendere atto di avere fallito la propria “missione”, e che ragioni di opportunità lo dovrebbero indurre a rassegnare le dimissioni” ha concluso Rancan.

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