Quasi 25mila presenze in 140 eventi dedicati ai 500 anni di Santa Maria di Campagna

Valorizzare Piacenza. E’ l’obiettivo condiviso dai protagonisti dell’evento conclusivo delle Celebrazioni dei 500 anni dalla posa della prima pietra di Santa Maria di Campagna che si è tenuto ieri sera nella Biblioteca del Convento dei Frati Minori, dove Valeria Poli e Marco Stucchi hanno guidato i presenti in una visita interattiva digitale alla Piacenza di oggi, attraverso la mappa cinquecentesca della città farnesiana che si trova dipinta in una sala di Palazzo Farnese a Caprarola.

500 ANNI, IL BILANCIO – «Ci lasciamo alle spalle 12 mesi di eventi promossi dalla Comunità francescana e dalla Banca di Piacenza – ha sottolineato il presidente dell’Istituto di credito Giuseppe Nenna nel suo intervento introduttivo -, un ricchissimo e prestigioso programma che dobbiamo al grande spirito d’iniziativa del presidente Sforza Fogliani. E grande è il rammarico per non averlo qui oggi a questo evento conclusivo e di non averlo alla Messa solenne di domenica che chiuderà questo intensissimo anno culturale». Il dott. Nenna ha osservato come l’iniziativa – dopo la Salita al Pordenone del 2018 – abbia ancora una volta fatto uscire Piacenza dai ristretti confini provinciali «dando continuità ad una delle peculiarità della nostra Banca: salvaguardare, promuovere, valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale del territorio. Un impegno che ci è stato tramandato dai fondatori dell’Istituto e che ancora oggi – a 87 anni di distanza – portiamo avanti con convinzione ed orgoglio».
«L’evento 500 anni – ha proseguito il presidente -, gratificato dall’assegnazione della Medaglia del Presidente della Repubblica e dai patrocini dei ministeri della Cultura e del Turismo, porta con sé un bilancio che può sembrare quasi riduttivo definire positivo: 140 manifestazioni realizzate con una partecipazione che si è avvicinata alle 25mila presenze».

Il dott. Nenna ha anche ricordato le principali manifestazioni dei 500 anni: a partire dalle diverse aperture gratuite e straordinarie della Salita al Pordenone, passando dal grande concerto di Patti Smith in Basilica, al convegno internazionale dedicato a San Savino, al francobollo sui 500 anni della Basilica di Campagna, al convegno internazionale incentrato sulla storia di Santa Maria di Campagna, al convegno sui rapporti tra il grande calabrese Cassiodoro e il nostro Colombano. Tra le presenze illustri citati, tra gli altri, Stefano Zamagni, Massimo Cacciari, Massimiliano Finazzer Flory, Marcello Simonetta, Davide Groppi, Vittorio Sgarbi e la già ricordata Patti Smith. «Una Banca, dunque, che valorizza Piacenza con lo sviluppo di un’attività culturale e di sostegno, in ispecie al nostro patrimonio storico-artistico, che non ha precedenti e che non teme confronti», ha concluso il presidente Nenna.

L’ESPERIENZA INTERATTIVA ALLA SCOPERTA DI PIACENZA – Valeria Poli e Marco Stucchi hanno quindi presentato la prima tappa del progetto che si propone come strumento interattivo per valorizzare la città. «Tra le fonti iconografiche di fondamentale importanza per la ricostruzione della storia urbana – ha spiegato la prof. Poli -, da ricordare la prospettiva dipinta nel palazzo di Caprarola (1559-1575), in provincia di Viterbo, residenza della famiglia dei Farnese». Nella sala di Ercole realizzata, tra il 1566 e il 1573, su progetto del Vignola, progettista anche del Palazzo Farnese di Piacenza (1561), vennero affrescate due prospettive di Piacenza e Parma. L’affresco fu realizzato, nel 1573, da Federico Zuccaro, con il quale collaborò il parmigiano Jacopo Bertoja, utilizzando i disegni eseguiti, nel 1570, dal piacentino Paolo Bolzoni (Piacenza ante 1546-ante 1609). Paolo Bolzoni, pagato 4 scudi d’oro, è autore anche delle raffigurazioni urbane a stampa dedicate a Piacenza (1571) e a Parma (1572), incise a Piacenza, per le quali venne pagato dalle rispettive Comunità.

«La prospettiva di Caprarola – ha continuato la relatrice – presenta una visione da nord prestando particolare attenzione al sistema bastionato, realizzato tra il 1525 e il 1545, e ad alcune emergenze soprattutto religiose. Contrasta con l’attenzione ai dettagli riservati ai complessi monumentali, l’approssimazione del tessuto urbano. Il confronto con l’incisione, su disegno dello stesso Paolo Bolzoni, permette di formulare l’ipotesi che certe evidenti differenze siano imputabili alla traduzione pittorica e alla collocazione del dipinto come sovrapporta e quindi alla necessità di valorizzare l’aspetto paesaggistico rispetto alla testimonianza documentaria». Il confronto tra le due fonti permette, anche grazie a 118 emergenze indicate nell’incisione, di identificare nella prospettiva affrescata 35 edifici. Ogni monumento, grazie ad un testo storico di Valeria Poli e ad una sistematica digitalizzazione delle immagini di Marco Stucchi, permette una esperienza interattiva di conoscenza della città farnesiana.

«Il progetto multimediale – è intervenuto il dott. Stucchi – consente di esprimere tutta la potenzialità dello strumento digitale, non come mero esercizio di tecniche fotografiche ed informatiche, ma offrendo al visitatore la possibilità di entrare in una nuova dimensione di visita e scoperta della città di Piacenza. Oltre alle didascalie a corredo dei principali monumenti identificati della mappa piacentina conservata a Viterbo, che forniscono una sintetica ma preziosa indicazione, il progetto fornisce un ulteriore approfondimento esplorativo, che permette al visitatore, per alcuni monumenti, di accedere a dettagliati articoli di approfondimento e ad un percorso di visita virtuale ad altissima definizione». La ricchezza delle immagini e dei percorsi virtuali realizzati da Stucchi è ben nota; essa fornisce idealmente al visitatore la possibilità di muoversi in una dimensione spazio-temporale, dalla mappa cinquecentesca di Caprarola a più dettagli dei monumenti piacentini. Lo strumento digitale si mette a disposizione di Piacenza per offrire una lettura non convenzionale della città offrendo infinite, e non ancora del tutto completamente esplorate capacità, che la tecnologia può offrire.

Durante l’incontro è stata mostrata la potenzialità del progetto attraverso alcuni casi-studio ormai completati, come Santa Maria di Campagna. «Si tratta – è stato evidenziato – del tempio civico che oggi, come nel momento della sua edificazione nel 1522, deve costituire un esempio da seguire di sinergia tra pubblico e privato per la valorizzazione della città».

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