“Obiezione di coscienza si può fare anche oggi” Caritas rinnova la scelta di pace di 500 ex obiettori

“Anche oggi è possibile fare la dichiarazione di obiezione di coscienza. Diciamolo ai nostri figli, perchè il servizio militare non è abolito ma soltanto sospeso e potrebbero essere richiamati. Per questo è ancora oggi importante diventare obiettori di coscienza, daremo il foglio per firmare ai partecipanti della serata del primo di giugno prossimo, quando chiameremo a raccolta gli ex obiettori Caritas di Piacenza”. Ne è convinto Don Mauro Stabellini, perchè anche così, con una dichiarazione d’intenti che è anche un impegno di vita, è doveroso provare a costruire la pace. Lo ha sostenuto nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa promossa all’ex convento di Santa Chiara, quando saranno chiamati a raccolta gli ex obiettori Caritas nel 50esimo anniversario dell’entrata in vigore della legge sull’obiezione. Oltre 500 (503 per l’esattezza) ex giovani che dall’esperienza dell’obiezione alle armi hanno tratto una lezione decisiva per la loro vita”. “L’incontro è aperto non solo agli ex obiettori, – è stato precisato – ma anche alle ragazze che aprirono la strada con l’anno del volontariato sociale e poi anche il servizio civile nazionale e internazionale”.

presentazione 50 anni di obiettori Caritas

“Una parte del sistema del welfare locale – ha ricordato Massimo Magnaschi della Caritas – nacque proprio dentro a queste stanze, grazie all’esperienza dell’obiezione di coscienza. Dal coraggio e dalla volontà di allora nacquero tante imprese della cooperazione sociale, fiorirono innumerevoli realtà di volontariato”. La presentazione dell’evento del primo giugno prossimo è stata l’occasione per ricordare che pur in assenza dell’obbligo, ancora oggi è possibile svolgere il servizio civile volontario, che tuttavia sta vivendo un periodo di “sofferenza”.

“La scelta dell’obiezione di coscienza all’inizio – ha ricordato il direttore della Caritas Mario Idda – comportava il pagamento di un prezzo, i primi obiettori andarono in carcere. Era una scelta di vita, tale da segnare il passaggio da giovani ad adulti, che ha avuto importanti ripercussioni sulle persone che svolsero il servizio, sulle loro carriere professionali. Il senso dell’evento che abbiamo organizzato è anche quello di rilanciare proprio il servizio civile nella forma attuale, perchè c’è un po’ di fatica sulle adesioni al servizio civile dei giovani di oggi che dobbiamo evidenziare”.

Francesco Milione, responsabile del servizio civile Caritas, ha rimarcato: “Paradossalmente oggi che ci sono molte più disponibilità di posti per il servizio civile volontario rispetto a quando era obbligatorio, abbiamo meno adesioni in generale, anche la Caritas segue questo trend nazionale. Nonostante gli attuali sedici posti disponibili, abbiamo sette candidati che inizieranno il servizio giovedì prossimo. Tutti gli enti che offrono la possibilità del servizio civile vivono questa situazione. E tuttavia c’è un fil rouge che lega i vecchi obiettori di coscienza e gli attuali volontari del servizio civile. Abbiamo contato 503 obiettori di coscienza dal 1979 alla fine del 2003 che hanno prestato e ultimato il servizio obbligatorio alla Caritas, dopo di loro abbiamo avuto 84 giovani in servizio civile fino ad oggi”.

presentazione 50 anni di obiettori Caritas

“La legge sull’obiezione di coscienza è datata 1972, – è stato ricordato – i primi obiettori della Caritas iniziarono nel ’78-’79 dopo che venne stipulata la convenzione. A fare da spartiacque per l’impiego dei giovani nella Caritas ci fu il terremoto in Friuli del ’76, che segnò la nascita del volontariato moderno, nella quale si innesta l’esperienza dell’obiezione di coscienza. La prima legge sull’obiezione era sostanzialmente “punitiva” perchè imponeva un periodo di impiego di 20 mesi, di otto superiore alla naja, poi nell’89 grazie all’intervento della Corte Costituzionale venne corretta e l’obiezione di coscienza equiparata ai 12 mesi del militare. Nel 2003 è venuto meno l’obbligo con una nuova legge (del 2001) che ha introdotto il servizio civile volontario, con la presenza della componente femminile e anche ai dei giovani stranieri. Ogni anno gli enti convenzionati offrono una serie di posti per il servizio volontario”.

presentazione 50 anni di obiettori Caritas

“Il primo obiettore Caritas iniziò il servizio – è stato rammentato da Magnaschi – tra il ’78 e ’79 e viene dalle Marche, si chiama Roberto Andreoni. Mentre il primo piacentino è stato Carlo Lotta: sono loro i due pionieri di un gruppo che negli anni si è andato ingrossando nelle dimensioni fino ai 43 obiettori a metà degli anni ’90, con la possibilità di stare in comunità. In quegli anni anche nella nostra città fiorirono una serie di esperienze di volontariato e attenzione agli ultimi senza precedenti, che piano piano si sono trasformate anche in cooperative, in imprese nel sociale, ad esempio il Ceis La Ricerca, il Germoglio, l’Assofa, Geocart, Unicoop, Eureka. Un patrimonio di ricchezza, basti pensare che un pezzo importante del sistema del welfare nacque dentro a queste stanze, sulla scorta di tanti maestri importanti, dal primo presidente Caritas monsignor Giovanni Nervo a don Giuseppe Venturini”.

“Per la Caritas quello dell’obiezione di coscienza è sempre stata un momento snodo – ha sottolineato Milione – considerata una risorsa formativa fondamentale, perchè quegli stessi valori che furono alla base della scelta di tanti ex giovani per la pace, sono una chiave anche per leggere questo particolare e difficile momento storico, rispetto al conflitto in Ucraina che ci sta mettendo in discussione. Allora sottolineare che questo è il nostro modo per costruire una civiltà della pace, facendo scelte critiche e di valore, capace di mettersi in gioco”.

Appuntamento per il primo di giugno (ore 18,30) all’incontro degli obiettori di coscienza e delle ragazze e dei ragazzi del servizio civile sul tema “Se vuoi la pace costruisci la pace” (vedi locandina allegata): saranno ospiti dell’iniziativa Angelo Moretti, della Caritas di Benevento, impegnato nella testimonianza di costruzione della pace, nell’avvio dei corpi civili di pace in Ucraina, e la testimonianza di Claudia Pezzoni, figlia di uno dei primi obiettori di coscienza che sta per partire per fare il servizio civile internazionale in Bolivia.

 

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