Le Rubriche di PiacenzaSera - Confapi Industria

“Nei miei biscotti che uniscono Liguria e Emilia c’è tutto l’amore per la Valtrebbia”

Può un’impresa nascere da un ricordo d’infanzia, da un profumo che sa di nonna e di borghi persi nella Valtrebbia più incontaminata? E’ proprio dalla dolcezza mai dimenticata dei biscotti della nonna che inizia la storia de L’Antico Mulino di Ottone di Alessandro Traverso, genovese che da quasi 35 anni vive nella parte piacentina della Valtrebbia. Tutti ormai conoscono i suoi prodotti, che fanno bella mostra di sé sugli scaffali dei supermercati di tutte le grandi marche e sul banco dei bar. Biscotti monoporzione che hanno il sapore di una volta, canestrelli, cuoriciotti con le gocce di cioccolato, così come i baciotti, così come le croccanti schiacciatine che tanto rimandano alla Liguria, da cui tutto è iniziato.

“Da ragazzo, non appena finito il militare, ho rilevato un negozio di alimentari a Rovegno, il paese di origine di mia mamma. Così – racconta – ho iniziato a fare il negoziante”. L’intraprendenza e la voglia di fare di Alessandro non passano inosservati. “Mi viene proposto di aprire un’altra attività a Ottone, all’interno di quello che il vecchio ricovero delle corriere del paese. E’ uno dei primi supermercati della zona, con il carrello per fare la spesa, il servizio del latte fresco e il banco dei surgelati. Tutte novità che piacciono alla clientela e che adesso possono sembrare cose semplici, ma così non è. Qualsiasi cosa è un valore aggiunto, se non c’è nulla”.

I segreti dell'antico Mulino di Ottone

Stiamo parlando della fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta. Ottone è un centro importante della Valtrebbia, ancora popoloso, con tanti residenti – certo, già in diversi sono pensionati – così come contadini del posto, e un buon flusso di turisti che nel weekend torna in montagna. “Si lavorava bene quasi tutto l’anno, con la sola eccezione dei mesi invernali” ricorda Alessandro. Il supermercato quindi si ingrandisce ancora, arricchendosi con il servizio di macelleria. L’amicizia con un giovane di Rivergaro, Giovanni Rebecchi, allacciata durante il servizio militare e rafforzata ai tempi del primo negozio di Rovegno, diventa una vera partnership commerciale. Prospera anche l’amore. Proprio in negozio Alessandro conosce una ragazza animata, come lui, dalla voglia di fare e dal desiderio di costruirsi un futuro in montagna. Patrizia è originaria del Comune di Fascia, ma troverà casa insieme ad Alessandro qui a Ottone.

Gli affari però, sul finire degli anni Novanta, iniziano a subire una battuta d’arresto. “Calano i clienti, ma non la concorrenza – racconta Alessandro – e inizia un nuovo capitolo del nostro percorso, che è fatto di amore e di sopravvivenza. Nell’arco di questi anni mi sono dovuto mettere in gioco, come uomo e come imprenditore, cercando sempre nuove strade e imparando ogni volta qualcosa di nuovo. A questo punto a venirmi in aiuto è stato un ricordo d’infanzia, quello dei canestrelletti che preparava mia nonna quando la andavo a trovare a Torriglia. Da bambino ero incantato da quei profumi invadevano il borgo. Si tratta di biscotti molto conosciuti anche qui a Ottone e così ho detto a mia moglie ‘proviamo a rifarli’. I primi venivano cotti nel fornelletto che utilizzavamo, nel supermercato, per il pane surgelato. Il loro aroma, sprigionato nel negozio, ha subito conquistato i clienti che hanno iniziato a comprarne chi mezzo chilo, chi un chilo. Insomma, funzionavano”.

Per riuscire a stare dietro alle richieste, Traverso fa il primo investimento: compra una sfogliatrice. Tutta la famiglia è coinvolta nell’impresa: dall’amore con Patrizia sono nati Davide e Daniel, e anche i bimbi danno una mano nel preparare i primi pacchetti di biscotti. Una maestra dell’asilo di Ottone dà poi un consiglio d’oro: perché non fare i canestrelli più piccini, confezionandoli in mono porzione, per consentire ai bambini di mangiarli più facilmente? “Abbiamo iniziato per scherzo – dice Alessandro – e abbiamo invece creato una linea di prodotto”. Il suo papà si incarica della distribuzione dei biscotti e in poco tempo riempie tutti i bar di Genova. Un’azione di guerrilla marketing che non manca di attirare l’attenzione. “Altri distributori sono venuti qui a Ottone – racconta ridendo – a vedere chi faceva questi biscotti”. Siamo ormai agli inizi degli anni Duemila, la distribuzione si allarga ancora grazie all’amico Rebecchi, e la storia della famiglia Traverso continua ad arricchirsi di nuovi capitoli d’amore e di voglia di fare.

I segreti dell'antico Mulino di Ottone

Si allarga la sede del supermercato, con un nuovo laboratorio che consentirà, nell’arco degli anni, di far fronte alla creatività e allo spirito imprenditoriale di Alessandro e Patrizia. Davide e Daniel, diventati grandi, danno il proprio contributo ne L’antico Mulino di Ottone, azienda associata a Confapi Industria Piacenza. Davide, diplomato in ragioneria a Bobbio, si occupa della parte della produzione e della gelateria, fiorita di fianco al supermercato, dove spiccano tra i gusti proposti il lampone della Valboreca e la crema impreziosita dallo zafferano di Ottone Soprano. Ad aiutarlo c’è Sara, la sua compagna e mamma del piccolo Leo. Daniel invece è pasticcere e per lui è stato realizzato un laboratorio ad hoc, per consentirgli di mettere a frutto il proprio estro. Tutti insieme collaborano al nuovo progetto, Solo per te, un locale dove gustare pizze e pinse, realizzate con prodotti locali, o prendere un aperitivo. Complessivamente, l’attività da lavoro a una decina di persone, inclusa la famiglia di Alessandro Traverso.

“In tutto quello che faccio c’è la passione per la mia terra, per la Valtrebbia, che torna sia nelle materie prime che nel packaging, ora affidato a una professionista come Carla Moggi. Proprio questo ho scelto come nome della linea forno, sia dolce che salata, l’antico Mulino di Ottone, la cui immagine stilizzata è anche il nostro logo” spiega.

Un’autenticità che si trova anche nei sapori. “La nostra frolla ha lo stesso gusto di quella di una volta, perché utilizziamo materie prime di altissima qualità, come uova di galline allevate a terra, il burro da centrifuga che dà un gusto diverso alla frolla, la farina del Molino Dallagiovanna, realizzata con grano piacentino. La stessa attenzione e cura c’è anche nella parte di produzione, che è artigianale: il nostro impasto è ancora fatto a mano e produciamo diecimila biscotti al giorno, un quantitativo che non è di certo industriale”. E poi valorizzazione delle materie prime e riscoperta delle tradizioni. “Tra i nostri prodotti – spiega – c’è anche il torrone, realizzato con un miele unico, il millefiori di Gramizzola, un paesino a mille metri con dieci abitanti, in uno dei punti più incontaminati della Valtrebbia. Durante la cottura, sprigiona degli aromi incredibili. E poi c’è anche la linea del salato, che ci siamo inventati durante il periodo del covid. E’ nata così la schiacciatina della Valtrebbia, ispirata alle gallette che i marinai di Recco e Chiavari si portavano in barca perché duravano di più della focaccia normale. E’ una schiacciatina che prima non esisteva, nata dall’influenza ligure e con un gusto emiliano. Ci vuole un po’ di immaginazione, i miei prodotti sono nati così – conclude Traverso -. Un po’ per caso, un po’ per tradizione, e con la volontà di reinventarsi sempre. E io non mi fermerò mai”.

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