Viaggio della Memoria a Berlino, sulle tracce degli internati piacentini

Viaggio della Memoria a Berlino, sulle tracce degli internati piacentini. Saranno circa un centinaio gli studenti delle scuole superiori di Piacenza che, dal 26 febbraio al primo marzo, parteciperanno all’iniziativa. Oltre a Berlino i ragazzi visiteranno anche il campo di concentramento femminile di Ravensbruck e il campo di prigionia per Internati Militari Italiani (IMI) Treuenbrietzen, in modo da seguire alcuni percorsi dei deportati piacentini. “Furono i primi a pagare le conseguenze del rifiuto dopo l’8 settembre – spiega Nicola Montenz, referente per la didattica dell’Isrec -. Un numero altissimo a Piacenza: dai 5.800 ai 7.000. Proprio alla ricostruzione delle loro storie l’Istituto ha dedicato un progetto di ricerca e questo viaggio servirà a raccogliere elementi utili. I ragazzi poi visiteranno anche il campo di concentramento femminile di Ravensbruck, dove futuro rinchiuse anche le donne vittime di rastrellamenti in Italia, come la partigiana piacentina Medina Barbattini“. Non solo: i Viaggi della Memoria non hanno solo la finalità di non dimenticare gli orrori del passato, ma anche dare testimonianza del lavoro di ricucitura di quelle fratture. “Gli studenti potranno vedere il percorso verso la modernità della città di Berlino – sottolinea Montenz -, divenuta capitale della democrazia europea”.

“Quest’anno riusciremo a far raddoppiare il numero degli studenti che parteciperà al Viaggio della Memoria – dice il presidente Isrec Pier Luigi Bersani -, questo grazie non solo al contributo di Regione e altri enti pubblici, ma grazie di privati. Questa è una cosa molto importante, perchè del tema della memoria deve frasi carico la società tutta. L’istituto sta facendo un’operazione molto importante di raccolta e digitalizzazione del materiale sugli internati piacentini, come prima testimonianza del no al nazifascismo”. Al momento l’istituto ha raccolto una decina di testimonianze che, per quanto di valore come sottolinea il prof Montenz, sono una piccola parte rispetto a un destino che ha accumunato migliaia di piacentini. “Facciamo un appello alle famiglie – dice la direttrice Carla Antonini – a contattarci e a consegnarci il materiale che riguarda i loro cari. Anche una foto ha il valore prezioso di testimonianza”.

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