Le Rubriche di PiacenzaSera - Universi

Immersi nel “Blu Farnese” La redazione di Universi ai Fasti di Elisabetta fotogallery

La redazione di Universi al completo ha visitato nei giorni scorsi la mostra sui Fasti Farnesiani a Palazzo Farnese guidata da un “cicerone” d’eccezione, il direttore dei musei civici Antonio Iommelli. Chiara, Roberta, Alex, Micaela, William e Hassan si sono fatti trascinare nel mondo della corte di Spagna e nella vita regale di Elisabetta Farnese, assurta al trono di regina dopo un fastoso matrimonio. Un ringraziamento all’assessore alla cultura Christian Fiazza che ha invitato la redazione. Ecco le impressioni dei redattori:

Ho da poco compiuto i 30 anni e non avevo mai avuto occasione di visitare l’interno del nostro Palazzo Farnese. Ho partecipato a molti concerti e spettacoli estivi, allestiti nel cortile del Palazzo, in una cornice ed atmosfera magica, ma l’occasione di visitare alcune sale interne, mi è capitata il 18 gennaio scorso, su invito dell’ assessore alla cultura, Fiazza, a visitare la mostra dedicata ad Elisabetta Farnese. Ho potuto apprezzare la sontuosità della cappella Ducale ove è allestita la mostra, l’esposizione delle tele del ‘700 che documentano le nozze per procura di Elisabetta Farnese con Filippo V di Spagna, le nuove tecnologie che permettono di rivivere l’evento, le nozioni riguardanti la dinastia Farnese, l’origine del loro nome, la grandezza e la cultura di Elisabetta, che ha saputo essere una donna influente ed artefice della politica di una nazione. Mi sono inoltre soffermato su questo grande monumento piacentino, conosciuto a livello nazionale, e, da me, e forse non solo, poco apprezzato a livello locale, per la sua storia, la sua importanza e la sua bellezza. Ben vengano queste iniziative che permettono a tutti di apprezzare o meglio, di conoscere, le bellezze storiche della nostra città e di ciò che essa rappresenta. (Alexander Manfrin)

Elisabetta Farnese, grande donna e grande regina, al centro dei “Fasti di Elisabetta Farnese” in mostra fino ad aprile nella Cappella Ducale di Palazzo Farnese. Giovedì 18 gennaio noi di Universi abbiamo assistito alla mostra “I Fasti di Elisabetta Farnese”, allestita nella cappella ducale di Palazzo Farnese. Grazie alla spiegazione chiara e appassionata del direttore dei Musei Civici di Palazzo Farnese, Antonio Iommelli, abbiamo potuto rivivere le vicende dell’ultima dei Farnese, Elisabetta, che ha avuto una vita intensa e avventurosa, essendo passata dal ducato di Parma e Piacenza al regno di Spagna grazie al matrimonio con il re Filippo V. Mi ha molto interessato scoprire quello che si nasconde dietro le storie di personaggi noti e significativi per la città di Piacenza. Elisabetta era rimasta presto l’unica erede del ducato di Parma e Piacenza perché sua madre Dorotea Sofia, di origine tedesca, aveva avuto dal marito due figli, di cui il maschio era morto da piccolo lasciando figlia unica la sorella maggiore Elisabetta. La madre nutriva grandi ambizioni per lei e le aveva dato un’educazione adatta a una futura regina: lei, infatti, sapeva quattro lingue, suonava, ricamava e dipingeva, come era usanza a quell’epoca per le ragazze di nobile famiglia. Rimasta vedova, Dorotea era stata obbligata a sposare per motivi dinastici il fratello del marito Francesco Farnese, che aveva trattato insieme al cardinale Giulio Alberoni con la corte di Spagna con lo scopo di rendere Elisabetta la nuova regina di Spagna, visto che Filippo V era rimasto vedovo nel 1714 e voleva una nuova moglie per garantire la dinastia, raccomandandosi che fosse una donna semplice e docile. Aveva partecipato in suo nome alle trattative l’amante del re, la contessa Orsini, che aveva approvato la proposta del cardinale Alberoni di dare in sposa a Filippo V Elisabetta Farnese, non bella perché da bambina aveva avuto il vaiolo, anche se questo nei suoi ritratti non si vede, dato che viene sempre rappresentata come una donna attraente ed elegante come si conviene a una regina. Inoltre, il cardinale l’aveva astutamente descritta come una ragazza insignificante, ingenua e poco preparata culturalmente. Al contrario, Elisabetta si rivelò una donna forte e intelligente, che, appena arrivata in Spagna, si libererà della sua rivale facendola arrestare.

I “Fasti” sono una serie di 20-30 tele che rappresentano le vicende dei Farnese. Il termine deriva dal latino e significa “di buon augurio”. I “Fasti di Elisabetta”, la cui realizzazione è affidata al pittore di corte Ilario Mercanti detto lo Spolverini, sono la rappresentazione fedele e minuziosa del matrimonio per procura fra Elisabetta e Filippo V di Spagna, in cui a fianco della futura regina è lo zio Francesco Farnese a impersonare lo sposo. Sono riprodotti su tela gli schizzi e le incisioni fatti dallo Spolverini con la precisa e dettagliata ricostruzione della cerimonia, i cui partecipanti sono identificati con un numero per poterli distinguere e poi del sontuoso pranzo di nozze. Abbiamo visto i vari quadri che testimoniano l’avvenimento e anche il successivo viaggio della futura regina verso la Spagna. Spolverini aveva dovuto ricorrere a disegni e a incisioni per preparare un lavoro lungo e difficile che durò circa vent’anni. Nella prima sala abbiamo potuto vedere un quadro raffigurante un grande giglio, che simboleggia la stirpe dei Farnese, al cui interno è stato dipinto l’albero genealogico della famiglia. Le due tele successive hanno come soggetto la madre di Elisabetta e Francesco Farnese, che hanno commissionato i “Fasti di Elisabetta” allo Spolverini e, di fronte, i ritratti dei due veri protagonisti del matrimonio regale, cioè il cardinale Alberoni e Elisabetta Farnese. Quello che più mi ha colpito, oltre al fascino della sovrana, è la sua vicenda romanzesca, che l’ha resa una protagonista attiva della storia italiana ed europea e non una semplice pedina come poteva apparire. I “Fasti di Elisabetta” per la prima volta dopo 300 anni sono stati riuniti nella nostra città attraverso prestiti di privati, della reggia di Caserta e del Municipio di Parma grazie all’interessamento dell’assessore alla cultura Christian Fiazza, secondo il principio fondamentale che l’arte è di tutti e abbatte le barriere e le distanze unendo i popoli e i Paesi nel rispetto e nella conservazione delle opere d’arte, che raccontano la nostra storia. (Chiara Ruggeri)

La redazione di Universi visita la mostra dei Fasti Farnesiani

Lo scorso 18 gennaio abbiamo visitato una mostra sulla dinastia Farnese nell’omonimo palazzo che ospita i musei civici di Piacenza. Il ducato dei Farnese comprendeva Piacenza e Parma. La principessa Elisabetta si sposò con il re di Spagna Filippo V nel 1714, matrimonio favorito dalla diplomazia del cardinale Giulio Alberoni. La madre di Elisabetta era di origine tedesca. La mostra espone una serie di quadri dedicati ai Fasti di Elisabetta Farnese mentre i restanti dipinti sono in altre città d’Italia, soprattutto a Caserta perchè i Farnese erano imparentati coi Borbone che avrebbero regnato su Napoli. Spesso in questi dipinti sono rappresentati tutti membri del Ducato, alcuni sono giganteschi, ma la regina Elisabetta non viene rappresentata come era realmente perchè aveva i segni del vaiolo contratto in età infantile sul volto. In uno dei quadri sono dipinti gli sposi anche con i lori bambini. (Hassan Haidane)

Giovedì 18 con la redazione di Universi, grazie all’assessore Christian Fiazza, siamo stati ospiti a Palazzo Farnese per visitare la mostra dei “I Fasti di Elisabetta Farnese. Ritratto di una regina” e siamo stati molto fortunati perché ci ha fatto da guida il direttore Antonio Iommelli che ci ha trasmesso davvero il suo amore e la sua passione per l’arte e la storia rendendo la nostra visita davvero molto interessante e coinvolgente con le sue spiegazioni mai annoianti. Entrati nelle stanze riservate alla mostra la prima impressione visiva è stata il contrasto fra il bel colore blu delle pareti e i quadri, colore non messo a caso ma perché corrispondente al cosiddetto “blu Farnese”, colore del loro bastone di comando. Davvero bello. Inoltre mi ha colpito molto la ricchezza di particolari e la precisione nei dettagli anche in quadri di dimensioni molto grandi, nonché i colori vivaci dei vestiti delle dame negli ovali, che rendono queste tele davvero realistiche. Ma soprattutto che queste opere siano state dipinte nell’arco di 20-30 anni a partire da bozze fatte al momento del matrimonio di Elisabetta. Molto bello anche l’album di nozze, che già esisteva ai tempi. Un’altra cosa davvero interessante di questa mostra è l’utilizzo della tecnologia utilizzata per renderla più viva e interattiva. In particolare, a parte gli ologrammi, mi è piaciuta l’ultima sala, chiamata immersiva, dove sembra di entrare direttamente nel duomo dove sono avvenute le nozze osservando così più da vicino anche i particolari degli allestimenti dell’epoca. È stato davvero bello e interessante. (Roberta Capannini)

La redazione di Universi visita la mostra dei Fasti Farnesiani

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.