Giornata contro il cancro, in Regione cala il tasso di mortalità grazie alla prevenzione

La prevenzione prima di tutto. In Emilia-Romagna l’adesione ai programmi gratuiti di screening (seno, collo dell’utero e colon-retto) è superiore alla media nazionale. Ma la novità è che le donne operate di tumore al seno in regione, dopo dieci anni di follow-up presso i Centri di Senologia, vengono reinserite nel programma di screening mammografico – il cosiddetto “ritorno a screening” – per ridurre l’abbandono del percorso di sorveglianza. A un anno dall’istituzione della Rete oncologica ed emato-oncologica regionale e in occasione del 4 febbraio, Giornata mondiale contro il cancro, che quest’anno ha come tema “Colmare il gap sulla cura – Tutti meritano l’accesso alla cura del cancro”, la Regione Emilia-Romagna ribadisce il proprio impegno nella lotta contro i tumori sostenendo i tre programmi regionali di screening, rafforzando la qualità delle cure erogate dai centri dedicati e impegnandosi per lo sviluppo dell’oncologia di prossimità e di precisione. E su tutto il territorio, grazie al lavoro di Aziende sanitarie e ospedaliere e associazioni di volontariato, si svolgeranno iniziative di prevenzione e sensibilizzazione.

“Prevenzione, presa in carico, assistenza e cura. Per la Regione Emilia-Romagna – sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini – sono le parole chiave per la lotta contro il cancro. I numeri continuano a dimostrare che l’adesione ai programmi gratuiti di screening è fondamentale, ma possiamo fare ancora di più. Dallo scorso anno la Rete oncologia ed emato-oncologica regionale è un modello innovativo che mette al centro la persona e i primi progetti avviati ne sono la dimostrazione, come il percorso per la sorveglianza a lungo termine della donna con pregressa diagnosi di tumore al seno o il rafforzamento dei servizi di psicologia dedicati ai piccoli pazienti oncologici e ai loro familiari e caregiver”.

DIMINUISCONO MORTALITÀ E NUMERO DI TUMORI – In Emilia-Romagna la percentuale di partecipazione della popolazione target femminile (donne nella fascia di età 45-74 anni) allo screening dei tumori al seno risulta stabile (71% nel 2022 e nel 2023), in lieve aumento, dal 65 al 66%, quella allo screening al collo dell’utero (donne tra i 25 e 64 anni). Stabile è anche l’adesione allo screening al colon-retto, che coinvolge uomini e donne tra i 50 e i 69 anni, fissa al 53%. Numeri che possono essere ancora migliorati soprattutto per quanto riguarda la partecipazione al programma di screening al cancro del colon-retto, che è il secondo tumore per frequenza e decessi considerando insieme la popolazione maschile e femminile. C’è un altro dato positivo. Grazie agli screening, in base ai dati del Registro Tumori elaborati due anni fa sulle annate precedenti, il tasso di mortalità per cancro cala di oltre il 50% per tutte e tre le forme di tumore, diminuiscono le nuove diagnosi (riduzione del 40% per i tumori al collo dell’utero e di circa il 27% per quelli al colon-retto), e si registra una riduzione del 31% delle forme avanzate di carcinoma mammario. Inoltre, l’andamento generale della mortalità è in calo sia negli uomini che nelle donne (14.081 decessi nel 2018, pari al 28% della mortalità generale, e 13.358 decessi nel 2022, pari al 24%). Buona è anche la diminuzione del trend dei tumori nel corso del tempo. Incrociando i dati del Registro regionale tumori e dell’Atlante di mortalità della Regione Emilia-Romagna, risulta che il tasso di incidenza delle nuove diagnosi è calato: era di 855 per gli uomini e 561 per le donne nel 2006, mentre le stime 2023 parlano di 596 per gli uomini e 507 per le donne.

IL “RITORNO A SCREENING” – A inizio 2024, nell’ambito del Coordinamento regionale di rete dei Centri di Senologia (Breast Unit), è stato disposto il cosiddetto “ritorno a screening” per le donne con pregresso tumore della mammella dopo 10 anni di follow-up presso i Centri di Senologia. Per “ritorno a screening” si intende il passaggio per la donna con pregresso tumore nelle fasce di età previste per la presa in carico attiva, controllata e sistematica dei programmi di screening di popolazione. Questo passaggio ha l’obiettivo di ridurre l’abbandono del percorso di sorveglianza negli anni da parte della donna e le diseguaglianze di accesso. La proposta, condivisa con i Centri Screening Territoriali e con le associazioni delle donne, è una delle azioni promosse nell’ambito della Rete oncologica ed emato-oncologica regionale.

UN ANNO DI RETE ONCOLOGICA ED EMATO-ONCOLOGICA – Positivo anche il primo anno di attività della Rete oncologica ed emato-oncologica dell’Emilia-Romagna, tra i cui obiettivi ci sono i servizi oncologici sempre più vicini al domicilio del paziente – tra Case di comunità, Ospedali di comunità, assistenza domiciliare e telemedicina – e servizi in grado di erogare trattamenti personalizzati sulla base di esami diagnostici effettuati in centri ad alto livello di specializzazione biomolecolare. Nel 2023 sono nate quattro piattaforme diagnostiche per analisi di biologia molecolare con tecnica Next Generation Sequencing (NGS) presso l’Azienda ospedaliera-universitaria di Parma, l’Azienda ospedaliera-universitaria di Modena, l’IRCCS Azienda ospedaliera-universitaria di Bologna, l’Ausl Romagna (con l’IRCCS “Dino Amadori” Meldola e il Laboratorio Pievesestina, entrambi in provincia di Forlì-Cesena). A dicembre 2023 è stata formalizzata l’istituzione del Molecular Tumor Board (MTB), di carattere multidisciplinare, che ha il compito di individuare, sulla base dei risultati ottenuti dalle analisi molecolari NGS, le terapie personalizzate per il trattamento dei pazienti oncologici che abbiano esaurito le linee standard di terapia per la propria malattia, sulla base delle conoscenze scientifiche più avanzate e dei farmaci attivi disponibili. Sempre in un’ottica di ottimizzazione ed alta specializzazione dei servizi offerti, nel 2023 sono stati istituiti anche i Programmi Trapianti metropolitani cellule staminali emopoietiche con sede a Piacenza-Parma, Modena-Reggio, Bologna, Ferrara e in Romagna. Sono poi state avviate iniziative per il rafforzamento dei servizi di psicologia dedicati ai piccoli pazienti oncologici e ai loro familiari e caregiver, attraverso la formazione di psicologi e psicoterapeuti dell’infanzia e adolescenza e con attività di sensibilizzazione nelle scuole. Il progetto per i pazienti pediatrici continuerà anche quest’anno. Infine, la Regione ha definito le linee strategiche prioritarie per la prevenzione e il contrasto del cancro in attuazione del Piano Oncologico Nazionale 2023-2027, che prevedono l’estensione graduale del programma di screening colorettale regionale alla fascia di età 70-74 anni, e la definizione di un unico modello regionale per i PDTA onco-ematologici (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale).

COS’È LA RETE ONCOLOGICA ED EMATO-ONCOLOGICA DELL’EMILIA ROMAGNA – La Rete dell’Emilia-Romagna nasce in una realtà dotata di oncologie ed emato-oncologie strutturate e organizzate che in tutte le province offrono, fin dal 2006, già livelli elevati di servizio per i quali la Regione si è da tempo impegnata. Le Linee di indirizzo, approvate dalla Giunta regionale il 27 dicembre 2022, definiscono le caratteristiche generali della rete regionale secondo il modello del Comprehensive Cancer Care Network, che garantisce, nel rispetto delle autonomie locali, la maggiore uniformità possibile in termini di accesso, gestione clinica, governance e monitoraggio dei dati ai fini sia clinici sia di ricerca. Uno dei punti di forza del modello è l’oncologia di prossimità, che permette di offrire sul territorio – Case di Comunità e Ospedali di Comunità, sino al domicilio del paziente – attività oncologiche ed emato-oncologiche, garantendo le medesime condizioni di efficacia e sicurezza. Forte impulso verrà poi dalla telemedicina che, pur non sostituendo le visite in presenza, consentirà una tempestiva discussione degli esami diagnostici e la rilevazione di eventuali segni di ripresa di malattia. La Rete oncologica ed emato-oncologica Regionale punta anche sulla ricerca e lo sviluppo di terapie innovative.

I PROGRAMMI DI SCREENING IN EMILIA ROMAGNA – Gli screening rivestono un ruolo centrale nella prevenzione oncologica e sono un esempio di reti integrate, gestite in Emilia-Romagna con un approccio multidisciplinare e multiprofessionale che accompagna la persona in tutte le fasi del percorso: dalla diagnosi fino al trattamento e follow up per le lesioni precancerose. I dati aggiornati al primo gennaio 2024 confermano il totale recupero dell’adesione nei programmi di screening dell’Emilia-Romagna: 71% le donne in fascia di età 45-74 anni con mammografia eseguita nel programma di screening per la diagnosi precoce dei tumori al seno (annuale per 45-49, biennale per 50-74); 66% le donne di 25-64 anni aderenti al test di screening per la prevenzione e diagnosi precoce dei tumori del collo dell’utero (HPV test/Pap test); 53% le persone di 50-69 anni coperte dal programma di screening dei tumori del colon retto (uomini e donne). La partecipazione è superiore alla media nazionale per tutti e tre gli screening. Confermata l’importanza della diagnosi precoce per il tumore al seno e al collo dell’utero: nella popolazione target -40% l’incidenza di tumori della cervice uterina e – 50% la mortalità. Per le donne che aderiscono allo screening mammografico: – 56% la mortalità per tumore al seno e -31% le forme avanzate di carcinoma mammario. Lo screening tramite il test del sangue occulto nelle feci si è dimostrato molto efficace in Emilia- Romagna, i dati più aggiornati riportano per chi partecipa: -33% nuovi tumori e -65% mortalità negli uomini, -21% nuovi tumori e -54% mortalità nelle donne. Fondamentale, quindi, per ridurre ulteriormente il carico dei tumori del colon retto, attivare ulteriori iniziative per sollecitare il 47% di uomini e donne di 50-69 anni che non rispondono all’invito dello screening del colon retto. (Ufficio Stampa Regione Emilia Romagna)

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