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Crescono fatturato (+6%), export (+12%) e occupazione (+3%). Ma un’impresa su due fatica a trovare personale

Crescono fatturato (+6%), export (+12%) e occupazione (+3%). Ma un’impresa su due fatica a trovare personale: una difficoltà questa segnalata dal 53% delle imprese interpellate da Confindustria Piacenza nello stilare la consueta indagine congiunturale semestrale. Presentata dal presidente Francesco Rolleri e dal direttore Luca Groppi, l’indagine evidenzia come il 2023 si sia chiuso con numeri positivi per l’industria piacentina, sia in termini di fatturato che di investimenti. Gli imprenditori si dicono ottimisti rispetto al primo semestre 2024, in maniera più decisa rispetto alla precedente rilevazione del centro studi di Confindustria Piacenza.

Nel dettaglio, il fatturato per l’intero comparto manifatturiero è cresciuto del +5,96%, trainato dalle vendite all’estero (+11,90%), che registra numeri nettamente migliori rispetto a quelli relativi al fatturato interno (+3,23%). L’occupazione conferma il trend degli ultimi due anni registrando un ulteriore incremento del +2,83%, con un dato particolarmente positivo nell’alimentare (+5,35%), il settore che ha fatto registrare gli incrementi maggiori anche in riferimento al fatturato. Positivo anche l’andamento degli investimenti nel 2023, cresciuti del 5,22% rispetto al 2022. Prendendo in esame i fattori di criticità rispetto agli investimenti, tra gli elementi più impattanti si conferma la difficoltà di reperimento di risorse umane. Più della metà degli imprenditori (53%) conferma la presenza di criticità nel reperimento di personale, già evidenziata nell’ultimo anno da diverse fonti. Altri aspetti negativi, messi in evidenza da circa un terzo degli imprenditori interpellati da Confindustria Piacenza, sono i costi delle materie prime ed energia e i tassi di interesse elevati.

“Questi tre fattori sono al momento strutturali e caratterizzano il contesto in cui le nostre imprese si trovano ad operare. Sembra invece preoccupare meno la congiuntura economica: meno di un imprenditore su cinque dichiara che il livello insufficiente della domanda attesa rappresenti un fattore di criticità ed ostacolo alla pianificazione e realizzazione dei propri investimenti” – viene messo in evidenza dagli industriali piacentini.

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