Tra note e buona cucina al Circolo dell’Unione è andato in scena l’omaggio a Giuseppe Verdi

Duello a tavola tra Piacenza e Parma nel nome di Giuseppe Verdi. Il Circolo dell’Unione, con il presidente Stefano Sfulcini, ha ospitato la sfida all’ultima nota tra Marco Corradi, autore del libro “Verdi non è di Parma”, e il musicologo di Busseto Dino Rizzo.

Serata Verdi Piacenza e Parma

Il regista e produttore Giorgio Arcelli ha condotto la serata, accompagnata dalla musica al pianoforte del Maestro Elio Scaravella e del basso Agostino Subacchi, con la partecipazione straordinaria dello stesso Giuseppe Verdi, impersonato dal veterinario ed allevatore di Baselica Duce Piero Carolfi, fondatore, con numerosi amici del parmense e del piacentino, dell’associazione “Amici del Tabarro”, che rievoca ogni anno mercati antichi, sagre ed iniziative, partecipando agli anniversari verdiani di Busseto.

Serata Verdi Piacenza e Parma

A celebrare anche il lato gourmet di Verdi la cena preparata dagli chef Massimo Rossi (per il Circolo dell’Unione) e Alberto Paganuzzi ed Attilio Cò, il primo Presidente ed il secondo consigliere dell’Accademia della cucina piacentina. Dopo un’attenta selezione, tra le molte ricette che sono state tramandate dalla cuoca di Verdi, Ermelinda Berni, gli chef hanno proposto un menù che è stato il giusto equilibrio tra prodotti tipici di Parma e di Piacenza.

Serata Verdi Piacenza e Parma

L’antipasto prevedeva una focaccia al rosmarino con la spalla cotta di San Secondo e le tre D.O.P. piacentine: coppa, pancetta e salame, accompagnati dalla giardiniera; a seguire il risotto agli asparagi, perché il Maestro amava verdure di stagione, ed i risotti in genere. Quindi “Pollanca alla Strepponi”, perché il pollaio contiguo a Villa Verdi era vasto e curatissimo, con polli, galline, anatre, faraone, oche. Così questa “pollanca” (sovracoscia di pollo), dopo il “salto” in padella con olio extravergine con sedano e carote, ha proseguito la sua cottura con la cipolla (precedentemente a lungo stufata) e quindi si è aggiunta crema di latte; il tutto, a fine cottura, è stato posto su una rustica purea di patate. Per finire la spongata di Monticelli D’Ongina (ma anche bussetana), dolce di antica tradizione ebraica, servita con un coulis di fragole. Il tutto abbinato ai vini piacentini della Tenuta Ferraia, Ortrugo e Gutturnio frizzante. Nel nome della buona cucina, insomma, ogni ostilità è stata superata nel nome di Verdi.

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