“Un nuovo Green Deal per l’Europa” Le 16 priorità di Legambiente

A pochi giorni dalle elezioni europee, Legambiente ha organizzato a Bologna la presentazione della sua agenda per la prossima legislatura, “Un nuovo Green Deal per l’Europa”, proposte concrete perché si affermi una solida maggioranza politica a sostegno di un Patto europeo per il futuro, in grado di coniugare ambiziose politiche di coesione economica e sociale in sinergia con altrettanto ambiziose politiche ambientali, climatiche ed energetiche. Questi i temi al centro del confronto con alcuni dei candidati della lista Nord-est a cui hanno partecipato Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo Legambiente, Davide Ferraresi, presidente Legambiente Emilia Romagna, Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, Annalisa Corrado, Partito Democratico, Giacomo Zattini, Movimento 5 Stelle, Nicola Dall’Olio, Allenza Verdi-Sinistra, Dario Dongo, Pace Terra Dignità, Antonella Soldo, Sati Uniti d’Europa.

Il dossier si fonda su 13 pilastri – clima-energia; economia circolare; piano d’azione Zero pollution; agricoltura; salute dei suoli; industria; trasporti e mobilità sostenibile; biodiversità, aree protette e foreste; investimenti per la Just Transition; tutela penale dell’ambiente; giustizia climatica; ricerca e innovazione; coinvolgimento e partecipazione dei cittadini – e 16 priorità ambientali che se messe in campo, secondo un recente studio del Servizio Ricerca del Parlamento europeo (EPRS), potrebbero portare benefici per un ammontare di 3mila miliardi di euro l’anno entro il 2032, pari al 18% del PIL dell’Unione europea nel 2022, pari a 6.700 euro all’anno per ciascun cittadino.

Le 16 priorità ambientali – Prima priorità europea, indicata nell’agenda di Legambiente, dovrà essere il clima e tutte le azioni possibili per mitigare e adattarsi alla crisi climatica. Dall’adottare un nuovo pacchetto energia e clima Fit for 1.5°C – in grado di ridurre le emissioni climalteranti di almeno il 65% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, e poter così raggiungere la neutralità climatica già entro il 2040, fissando le scadenze per il phasing-out delle fonti fossili (2030 per il carbone, 2035 per il gas e 2040 per il petrolio), escludendo il nucleare e la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica dalle tecnologie strategiche e dai progetti prioritari del Regolamento Net Zero Industry Act – all’approvare una legge quadro sulla resilienza climatica per coordinare norme stringenti sull’adattamento, con efficaci piani nazionali e adeguate risorse economiche, in tutti i Paesi membri. Per arrivare a definire un’adeguata Strategia europea per la giustizia climatica fondata su una politica comune di accoglienza e solidarietà dando risposte concrete alla crisi umanitaria dovuta anche alle migrazioni forzate causate dall’emergenza climatica.

Tra le altre priorità, si va da un’ambiziosa Strategia industriale europea, per rafforzare la competitività delle imprese e accelerare la transizione verso la neutralità climatica, una nuova Direttiva quadro sulla giusta transizione in Europa, alimentando di nuove risorse economiche il Just Transition Fund, fino all’istituzione di un Fondo europeo per gli investimenti green e sociali post-2026 di almeno 1.000 miliardi di euro (una sorta di NextGenerationEU 2.0). Bisognerà dare, poi, concretezza ad un piano d’azione Zero Pollution (senza concedere deroghe alle scadenze temporali nella lotta allo smog e prevedendo azioni stringenti per ridurre alcuni inquinanti pericolosi per la salute nelle acque, come nel caso dei Pfas); varare una direttiva sulla gestione sostenibile delle risorse in Europa, insieme al rafforzamento delle filiere strategiche di approvvigionamento per la gestione circolare dei rifiuti tessili e delle materie prime critiche dai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE); approvare la direttiva sulla salute dei suoli, ripartendo dall’obiettivo ONU di fermare e invertire il loro degrado entro il 2030. Sul fronte agricoltura, nella prossima legislatura europea per Legambiente le politiche agricole andranno reindirizzate verso l’orizzonte dell’agroecologia e riallineate alle Strategie europee From Farm to Fork e Biodiversity, rimettendo anche in pista le misure ambientali strategiche e prioritarie, abbandonate dopo la rivolta dei trattori. Occorrerà varare la Nature Restoration Law, già approvata dal Parlamento ma bloccata dal Consiglio, e attuare il regolamento EUDR, per arrestare la perdita delle foreste entro il 2030.

Per l’agenda di Legambiente occorrerà anche: varare un piando di investimenti per lo sviluppo del trasporto pubblico su ferro e per l’elettrificazione della mobilità, estendendo a tutte le principali città europee lo stesso percorso iniziato dalle 100 città della Climate Neutrality and Smart Cities Mission; procedere all’approvazione della direttiva sulla lotta alla corruzione, dopo averlo già fatto con quelle sulla tutela penale dell’ambiente e sulla confisca dei beni alle organizzazioni criminali. Sarà, inoltre, importante orientare gli investimenti pubblici sugli ambiti più innovativi e con maggiore impatto sociale e ambientali; avviare una più efficace azione diplomatica per dare un contributo concreto alla pace e promuovere in tutti i Paesi membri una nuova stagione di coinvolgimento territoriale e degli stakeholder per accompagnare la transizione ecologica. Proposte che l’associazione ambientalista ha riassunto anche nella petizione #Carpedeal che lancia oggi invitando le persone a sottoscriverla.

“La centralità del ruolo dell’Europa è stata evidente sia nell’approvazione delle principali normative a tema ambientale a livello nazionale, sia nel guidare il miglioramento del Paese sotto il profilo ambientale e infrastrutturale attraverso il sistema delle procedure d’infrazione. -dichiara Davide Ferraresi, Presidente di Legambiente Emilia Romagna – La qualità dell’aria, delle acque e dei suoli sono oggetto di tutela da parte delle direttive europee e questo ha effettivamente spinto le istituzioni italiane ad azioni più rapide rispetto alle principali criticità ambientali. Per inciso, è la stessa dinamica che speriamo possa guidare i decisori pubblici del territorio della pianura padana ad agire rapidamente per contrastare il periodico peggioramento della qualità dell’aria. È evidente che, di fronte ai risultati ottenuti negli anni passati, ci aspettiamo un contributo fondamentale dell’Europa anche nel futuro prossimo. Ci troviamo davanti a un contesto globale segnato dal cambiamento climatico e dal dispiegarsi dei suoi effetti, che hanno prodotto danni ingenti sul nostro territorio regionale oltre che sul resto del territorio nazionale; ci troviamo davanti alla necessità di rilanciare il ruolo dell’Europa in un mercato globale dove la sostenibilità sta diventando un elemento sempre più necessario per garantire la competitività delle economie nazionali; ci troviamo davanti a un contesto geopolitico in cui conflitti passati si sono riacutizzati, dalla Palestina al rischio di un conflitto anche a Taiwan, mentre perdura la guerra in Ucraina.
In questo scenario, è importante che l’Europa recuperi anche la sua leadership diplomatica per avere un ruolo più incisivo nei conflitti in corso e potenziali”

“Nella prossima legislatura europea – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è fondamentale far recuperare ai paesi europei il tempo perso sulla produzione di tecnologie pulite. Nell’era dell’emergenza climatica, infatti, chi prima produrrà le soluzioni tecnologiche più innovative ai problemi del Pianeta, occuperà in anticipo i mercati internazionali. Rallentando il Green Deal lasceremo sempre più spazio alle tecnologie prodotte fuori dal Vecchio Continente, a partire dalla Cina. Per rendere possibile questo scenario la nostra associazione ha deciso di organizzare la sua ‘campagna elettorale’, promuovendo la partecipazione al voto di cittadine e cittadini e confrontandosi con i partiti e i loro candidati sull’importanza dell’Europa e del Green Deal, con iniziative organizzate in ogni regione italiana”.

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