Corsi di formazione fantasma “Truffa da 3,5 milioni all’Unione Europea”

“Truffa da oltre 3,5 milioni di finanziamenti in quattro anni da Unione Europea e Regione per realizzare corsi di inserimento professionale per categorie svantaggiate”.

Finanza truffa Unione Europea

“Corsi fantasma” secondo la Guardia di Finanza, che ha condotto una complessa attività d’indagine sfociata nella richiesta di rinvio a giudizio di 13 persone, tra le quali il legale rappresentante e l’amministratore di fatto di una cooperativa di Piacenza, operante nel settore della formazione professionale, accusati di aver indebitamente percepito fondi comunitari e nazionali per oltre 3 milioni e mezzo di euro.

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati dal colonnello Daniele Sanapo, comandante provinciale delle Fiamme Gialle e dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Piacenza Matteo Centini, affiancati dal tenente colonnello Sergio Vinciguerra, comandante della polizia economico-finanziaria, incaricata degli  accertamenti.

Una situazione emersa nell’ambito dei controlli effettuati dai militari, anche di natura tecnica, tesi a verificare le cause del dissesto finanziario di alcune società e cooperative emiliane, collegate tra loro, impegnate nella gestione di corsi di formazione e di aggiornamento professionale finanziati con fondi europei e nazionali.

“Un’ottima iniziativa  – ha voluto sottolineare il sostituto procuratore Centini – perché consente di far luce su un settore, dove questa tipologia di reato è frequente; il disagio sociale nasce anche dall’impiego scorretto di queste risorse, destinate a dare un’opportunità alle persone che vivono ai margini”.

Secondo quanto riferito in conferenza stampa dalla Guardia di Finanza, la cooperativa piacentina, in critiche condizioni economiche, nel corso degli anni (dal 2012 al 2016), avrebbe iscritto sistematicamente in bilancio attività fittizie riconducibili a corsi di formazione mai svolti, o condotti secondo modalità differenti da quelle previste per ottenere lo stanziamento dei fondi.

“Nel 2013 aveva ceduto un inesistente ramo d’azienda – sostiene la Finanza – dal valore complessivo di 5,9 milioni di euro a favore della propria società controllante; quest’ultima, tuttavia, dopo una sola settimana, procedeva alla totale svalutazione del ramo d’azienda appena acquistato”.

Sempre secondo le indagini, “attraverso tali condotte fraudolente, la cooperativa poteva iscrivere in bilancio ricavi mai conseguiti per coprire le perdite d’esercizio ed evitare così di veder azzerare o ridurre il proprio capitale sociale”.

“Le normative comunitarie e nazionali prevedono infatti che i finanziamenti erogati nell’ambito della formazione professionale vengano concessi in esito a procedure pubbliche per le quali un soggetto, per poter partecipare a una gara d’appalto, deve dimostrare solidità patrimoniale e affidabilità economico-finanziaria”.

“Con l’iscrizione in bilancio di ricavi inesistenti – viene riportato dalla Finanza – avvalorati ancor più dall’operazione straordinaria sopra descritta, la cooperativa piacentina, sull’orlo del fallimento, non solo conservava la propria operatività, ma documentava una situazione patrimoniale assolutamente falsa, simulando il possesso di requisiti economici e finanziari tali da farle ottenere, da una parte, l’indebito accreditamento presso la Regione Emilia Romagna per accedere ai fondi pubblici relativi alla formazione e, dall’altra, di beneficiare illecitamente di cospicui finanziamenti per la realizzazione dei corsi di formazione e di aggiornamento professionale”.

“Al termine dell’attività, l’ammontare complessivo – secondo la nota delle Fiamme Gialle – dei finanziamenti erogati dalla regione e incassati illecitamente dalla cooperativa dal 2012 al 2016, è risultato essere di oltre 3,5 milioni di euro, a carico del fondo sociale europeo (Fse), del fondo regionale disabili (Frd) e degli incentivi messi a disposizione dalla legge n. 236/93 per i lavoratori dipendenti delle imprese”.

“I due imprenditori sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per i reati di concorso in truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche e, nei loro confronti, e’ stata avanzata proposta di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, dei beni per un valore equivalente all’importo delle provvidenze pubbliche indebitamente percepite, ovvero per 3,5 milioni di euro”.

“Le irregolarità constatate sono state inoltre comunicate alla Regione Emilia Romagna, ente gestore della spesa, al fine di consentire alla stessa – sin dalle prime battute dell’indagine fattivamente collaborativa con i militari delle Fiamme Gialle – di avviare l’azione di recupero delle somme indebitamente erogate. Dei fatti sopra descritti e’ stata informata, infine, la procura regionale della corte dei conti”.

“La sicurezza non sono solo i controlli in via Roma, dove siamo impegnati anche noi negli ultimi giorni – ha aggiunto il comandante Sanapo -, ma anche quella economico-finanziaria; la sottrazione di risorse pubbliche è una delle piaghe del nostro Paese, non ha senso incrementare le entrate se i soldi vengono poi utilizzati in questo modo”.

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