Seta: Foti (Pdl): “Senza condizioni, meglio dirsi addio” Cavalli (Lega) “Dubbi giusti”

“I livelli di improvvisazione e gli errori di tipo tecnico e gestionale, che su impulso della Regione, hanno portato alla nascita frettolosa di Seta ne determinano oggi lo stato confusionale in cui la stessa versa”, lo afferma l’on. Tommaso Foti, consigliere comunale del PdL

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FOTI (PdL) Seta: se non ci sono le condizioni per continuare è meglio dirsi addio

“I livelli di improvvisazione e gli errori di tipo tecnico e gestionale, che su impulso della Regione, hanno portato alla nascita frettolosa di Seta ne determinano oggi lo stato confusionale in cui la stessa versa”, lo afferma l’on. Tommaso Foti, consigliere comunale del PdL.

“Scarsa trasparenza sui conti, sul budget e sul piano industriale, assenza di un piano di rilancio credibile: queste manchevolezze, che hanno accompagnato la nascita di Seta – continua l’esponente azzurro – non sono venute meno, inducendo i soci privati ad abbandonare il consiglio di amministrazione della società. Un fatto gravissimo e dalle pesanti conseguenze, quanto meno sul piano amministrativo, di fronte al quale i soci pubblici, a partire dal Comune di Piacenza, non possono fare finta di non vedere.”

“Ciò che appare veramente sconsolante – continua Foti – è che a soli otto mesi dalla sua costituzione in Seta volino già gli stracci. Non a caso a Reggio Emilia si accusano i soci di Modena e Piacenza di non avere rispettato gli impegni assunti, a Modena si accusano invece i soci di Reggio e Piacenza, da noi si tace, il che legittima il sospetto che non si abbia alcun argomento a difesa.”

“Nessuno pensi di saccheggiare i bilanci dei nostri enti locali pur di fare ripartire Seta – sostiene l’esponente del PdL – né tanto meno di fare pagare ai cittadini, con meno corse e biglietti più cari, il prezzo di una gestione che dopo pochi mesi si è dimostrata del tutto insoddisfacente.”
“Mi dispiace – conclude Foti – avere visto lungo e chiaro anche su Seta: ora, ciò che rileva è che tutti a partire dalla Regione mettano le carte in tavola e si verifichi, una volta per tutte, se ci sono le condizioni per continuare l’esperienza di Seta o sia meglio dirsi addio.”

CAVALLI (Lega): “Perplessità giustificate”. “Tutto era già scritto, la grottesca vicenda di Seta è la conferma che i nostri dubbi e perplessità erano fondate: oltre a un taglio dei servizi l’accorpamento ha prodotto un caos oggi ingestibile tra i soci. E la Regione ora rincorre i problemi causati da una fusione, chiaramente penalizzante, che ha voluto e promosso. Si chiude la stalla quando i buoi sono già scappati”. Così il capogruppo leghista Mauro Manfredini e il consigliere regionale Stefano Cavalli sulla vicenda di Seta, commentando la convocazione dei soci dell’azienda in Regione da parte dell’assessore ai trasporti Alfredo Peri “per assumere le necessarie decisioni a tutela di un progetto industriale che fino ad ora era da tutti condiviso e che dobbiamo e possiamo consolidare”. Il tutto dopo le dimissioni dell’amministratore delegato della società di trasporto pubblico che raggruppa le aziende di Modena, Reggio Emilia e Piacenza, Claudio Ferrari, a seguito della mancata definizione del budget 2012 causa la mancata sottoscrizione dei contratti di servizio nei singoli bacini di utenza.; insieme a Ferrari si è dimesso anche Laurence Le Blanc, l’altro rappresentante dei soci privati.

“Nella risposta a un’interrogazione da me presentata il 23 aprile 2011 – spiega Manfredini – la Regione precisava chiaramente che l’aggregazione in Seta avrebbe portato con sé la riduzione del 5 per cento del servizio. Oggi nessuno può fare il ’finto tonto’. Da consigliere comunale mi ero espresso duramente contro l’accorpamento, giudicandolo un ‘calderone ingestibile’ e prevedendo che l’operazione sarebbe finita in un pasticcio, cosa puntualmente avvenuta. I fatti ci hanno dato ragione. Se la giunta regionale si è fatta capofila di un’operazione che ha sacrificato il servizio regalandoci il debito altrui, allo stesso modo il Comune non può fare la ‘verginella’ ben sapendo dall’anno scorso che la fusione avrebbe avuto ripercussioni pesanti su qualità del servizio e bilanci. L’assessore Sitta – che punta il dito contro chi ‘ha sottovalutato’ le difficoltà – dovrebbe battersi il petto e fare ‘mea culpa’. Dov’era infatti all’atto della fusione, da noi osteggiata?”. 

“La Regione è stata la principale artefice dell’accorpamento tra aziende di trasporto pubblico locale in Seta, ma ora tutti i limiti di questa operazione stanno venendo alla luce – sottolinea Cavalli – . Non sono ignorabili le accuse mosse anche al Comune di Piacenza – socio piacentino di maggioranza che ha contribuito all’azzeramento del cda ritardando la sostituzione del consigliere dimissionario Quintavalla – di non aver provveduto al sostegno economico previsto dagli accordi. E’ grave che, a nove mesi dalla nascita, ancora non si sia arrivati al contratto di servizio unico e – di conseguenza – ancora non si abbiano garanzie sui fondi a disposizione, con tutte le incertezze del caso, in primis per i lavoratori. Con l’accorpamento abbiamo cumulato debito al debito. L’operazione è stata discutibile fin dall’inizio. La Regione, che ha indotto i territori a mettersi insieme, oggi non può lasciare sole le Province. L’assessore Peri ha diligentemente invitato tutti ad abbassare i toni e convocato un incontro. Ma se i Comuni non smetteranno di bisticciare inutilmente e non sbloccheranno la situazione, l’accordo – che auspichiamo – pare un obiettivo sempre più irraggiungibile”. 

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