Fusti di Caorso, “Il Punto” pubblica le carte dell’inchiesta

Alla magistratura di Piacenza spetta fare luce sulla centrale di Caorso per stabilire se siano state violate o meno le norme sulla gestione dei rifiuti radioattivi. La procura, infatti, ha aperto un fascicolo e disposto accertamenti circa i fusti contenenti materiale radioattivo

Più informazioni su

Alla magistratura di Piacenza spetta fare luce sulla centrale di Caorso per stabilire se siano state violate o meno le norme sulla gestione dei rifiuti radioattivi. La procura, infatti, ha aperto un fascicolo e disposto accertamenti circa i fusti contenenti materiale radioattivo depositati nel più grande impianto nucleare gestito da Sogin. Sulla rivista “Il Punto”, che con un’inchiesta ha sollevato per prima il problema, sono riportati alcuni passi dal rapporto dell’Ispra, l’Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale, che nelle scorse settimane alla centrale di Caorso ha effettuato un’ispezione dalla quale ha preso le mosse l’indagine.

Gli ispettori dell’Ispra, alla fine del loro lavoro, hanno stilato infatti un verbale trasmesso alla Procura di Piacenza. “Il Punto” afferma che il documento dell’Ispra è composto di quattro pagine datate 19 ottobre 2012 nelle quali, tra gli altri elementi, si evidenzia come si sia verificata nell’Ersba 1 (uno dei due depositi dove si trovano i rifiuti solidi a bassa intensità) «la presenza di numerosi fusti con evidenti processi di corrosione in atto». In uno di questi fusti, precisamente quello contrassegnato con il numero 15682, «sono presenti fenomeni di corrosione passante con perdite di contenimento». I fusti contengono resine trattate con polimero e sono stoccati in maniera verticale e impilati a tre livelli. Una modalità che «non permette l’ispezionabilità diretta completa dei fusti detenuti». Una modalità di stoccaggio utilizzata anche nel secondo deposito, dove la situazione raccontata dal personale Ispra è ancora più grave: «Si è verificata – si legge nel verbale – la presenza di numerosi fusti con evidenti processi di corrosione in atto. In particolare, su 9 fusti si sono riscontrati fenomeni di corrosione passante con perdite di contenimento. Tre di questi ultimi – continua il documento – identificati con le sigle ISE- 270, I-SE-261 e MA 15423 non risultano inclusi nell’elenco dei fusti già identificati dall’esercente come “fusti con corrosione passante”».

LEGGI L’ARTICOLO DA “IL PUNTO”

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.