Piacenza festeggia i 5 anni del vescovo Gianni. Il 17 messa in Duomo

Si è riunito questa mattina, giovedì 7 febbraio, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Vescovile, alla presenza del vescovo mons. Gianni Ambrosio, il Consiglio Presbiterale; ha coordinato i lavori mons. Luigi Chiesa.

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Si è riunito questa mattina, giovedì 7 febbraio, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Vescovile, alla presenza del vescovo mons. Gianni Ambrosio, il Consiglio Presbiterale; ha coordinato i lavori mons. Luigi Chiesa.

In apertura il vicario generale mons. Giuseppe Illica, nelle comunicazioni di vita diocesana, ha ricordato tra i principali prossimi appuntamenti il ritiro dei sacerdoti presso la parrocchia cittadina di Santa Franca del14 febbraio con la guida di don Giuseppe Zanon di Padova; il ricordo del quinto anniversario dell’ingresso in diocesi di mons. Gianni Ambrosio (sarà ricordato il 17 febbraio prossimo con una solenne concelebrazione in cattedrale alle ore 18,30); infine il 18 febbraio alle ore 21 nella chiesa cittadina di San Raimondo la lectio di mons. Alceste Catella, Vescovo della diocesi di Casale Monferrato, sul documento Sacrosanctum Concilium.  In seguito il vicario episcopale per la pastorale mons. Giuseppe Busani ha consegnato all’assemblea il sussidio previsto per la prossima Quaresima.

E’ poi intervenuto il vescovo mons. Gianni Ambrosio che ha parlato della sua recente visita ad limina al Papa; ne ha richiamato le motivazioni storiche ed ha annunciato la divulgazione di un documento che illustrerà alla diocesi l’importante evento. Si collega alla recente visita al limina anche il prossimo pellegrinaggio che la diocesi farà a Roma il 26/27 febbraio.

E’ stata poi la volta del  vicario generale mons. Giuseppe Illica che ha introdotto il secondo argomento all’ordine del giorno: “Presbiterio e impegno missionario della nostra diocesi: situazioni e prospettive”. Mons. Illica ha ripercorso il cammino diocesano nell’impegno missionario che rientra nella nuova linea seguita in questo settore dalla Chiesa orientata ad affidare specifici compiti anche alle Chiese particolari e non solo a congregazioni specializzate. Il Vicario generale  si è rifatto in particolare al Sinodo anche se la stagione dei cosiddetti “missionari fidei donum” con il Brasile era già iniziata dagli anni Sessanta del secolo scorso; fu poi la volta di un importante impegno in Africa. Sono state tutte iniziative che hanno portato anche in patria una nuova tensione missionaria con precisi riferimenti pastorali, anche nelle missioni popolari. I nostri missionari si sono mossi non sulla scorta di progetti di sviluppo economico e sociale, ma motivati dall’annuncio del Vangelo. Queste esperienze hanno coinvolto sia sacerdoti e laici diocesani sia appartenenti a movimenti come Africa Mission, Comunione e liberazione ed i Focolarini.

Dopo il richiamo alla storia, alcune domande relative al presente: questa esperienza missionaria, nell’attuale situazione, è da continuare oppure da abbandonare? Diversi i contributi che richiamiamo in breve: è una ricchezza che la diocesi abbia le sue missioni; da evitare il rischio di chiudersi in singole esperienze; una Chiesa che non ha un desiderio missionario è morta; accanto ad una missione in paesi stranieri, è necessario però anche un impegno rinnovato in diocesi, sia in città sia in alcune zone della montagna; occorre far riemergere gli insegnamenti che ci sono venuti dalla missione; recuperare con un lavoro approfondito e costante l’entusiasmo che si era manifestato nei primi tempi; riproporre anche da noi un impegno missionario che tenga conto della nuova situazione, ad esempio il dialogo con i mussulmani che vivono numerosi nelle nostre comunità; oggi la situazione è cambiata e quindi si devono trovare nuove strade: oggi occorre saper dialogare con la cultura laica e secolare; accanto ai metodi tradizionali occorre adottarne dei nuovi tra cui la formazione delle persone; alla missione occorre indirizzare anche i giovani sacerdoti, specialmente i seminaristi.

Da parte sua il Vescovo, concludendo la discussione su questo tema,  ha sottolineato che occorre continuare nello slancio missionario sia per ragioni di carattere generale sia perché è una risposta ad una tensione presente nella nostra comunità. Lo spirito missionario continua a soffiare anche oggi e chiede la collaborazione con la Chiese sorelle.

E’ stata poi la  volta di mons. Aldo Maggi, direttore dell’Ufficio liturgico  diocesano, che ha illustrato il nuovo  “Rito delle Esequie”. Già nel 1974 era stato predisposto un rito in lingua italiana che era la traduzione di quello precedente. Recentemente ne stato edito uno nuovo che costituisce un adattamento al nuovo contesto culturale.  Il rito è la celebrazione del Mistero pasquale, la morte e la resurrezione di Cristo. La liturgia esequiale è una liturgia di resurrezione.

Nell’illustrare il nuovo documento il relatore non ha mancato di sottolineare come negli ultimi tempi le esequie si siano orientate spesso verso una crescente privatizzazione. Da qui la Chiesa italiana si è orientata a recuperare l’impostazione precedente richiamando i vari momenti collegati alla morte di un fedele, da quelli nell’abitazione del defunto, al rito in chiesa e al cimitero. Vengono sottolineati momenti importanti come quello della visita alla famiglia e la preghiera alla chiusura della bara.

In appendice si parla della cremazione: già questa collocazione ribadisce l’importanza che la Chiesa riserva all’inumazione; è comunque contraria alla dispersione delle ceneri. A questo proposito il Vescovo ha sottolineato come nel popolo piacentino sopravviva una forte pietas verso i morti e le famiglie coinvolte nel lutto.

L’assemblea ha, alla fine, sottolineato come sia importante che la comunità, anche attraverso gli operatori del settore, sia adeguatamente informata sulle  indicazioni della diocesi; da  qui l’annuncio di un incontro specifico con la divulgazione della posizione del Magistero impegnato a salvaguardare il valore della dignità del corpo umano. Importante in parrocchia anche la presenza di laici opportunamente formati. Su questo tema il Consiglio presbiterale tornerà in una prossima riunione.
Infine la designazione di un rappresentante del Presbiterale in seno al Consiglio di amministrazione del Pio Ritiro Cerati: al posto di don Giovanni Colognesi è stato eletto all’unanimità, su designazione dei Canonici della cattedrale, mons. Carlo Tarli.

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