Restauri palazzi piacentini, venerdì il decimo Premio “Gazzola”

La Giornata di Studi sarà occasione per discutere posizioni storiografiche e critiche acquisite, allargare il campo dell’indagine per consegnare a una dimensione extracittadina e nazionale un importante capitolo dell’architettura e della decorazione dell’età barocca e tardo barocca a Piacenza

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In occasione del decennale del Premio Piero Gazzola per il restauro del patrimonio monumentale piacentino, inaugurato nel 2006, la Soprintendenza belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza promuove una Giornata di Studi dedicata al tema del restauro. IN ALLEGATO IL PROGRAMMA

L’evento, con la cura scientifica di Gian Carlo Borellini e Anna Còccioli Mastroviti, si terrà venerdì 9 ottobre 2015 presso l’Auditorium di Santa Margherita, concesso dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.

La giornata di studi si svolge in collaborazione con l’Ordine degli Architetti Paesaggisti Pianificatori della Provincia di Piacenza. Dopo l’apertura del Soprintendente belle arti e paesaggio, architetto Gian Carlo Borellini, alla presenza del Sindaco di Piacenza e delle autorità, interverranno i figli dell’architetto Piero Gazzola, Gianandrea e Pia, Presidente dell’Associazione Archivio Piero Gazzola che presenteranno l’attività dell’Archivio Gazzola.

Tra i relatori, l’architetto Luciano Serchia, già Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici di Parma e Piacenza, Anna Maria Matteucci, professore emerito di Storia dell’Arte dell’Università di Bologna, Paola Marini direttore dei Musei d’Arte e Monumenti del Comune di Verona, direttore designato delle Gallerie dell’Accademia di Venezia; nel pomeriggio, si susseguiranno gli interventi di tutti gli architetti che dal 2006 al 2015 sono stati coinvolti nei restauri dei palazzi oggetto del Premio Piero Gazzola: Eliana Masoero e Livio de Carlo, Marcello Spigaroli, Pier Giorgio Armani, Taziano Giannessi, Paolo Pagani, Benito Dodi, Sergio Morlacchini.

La Giornata di Studi sarà occasione per discutere posizioni storiografiche e critiche acquisite, allargare il campo dell’indagine per consegnare a una dimensione extracittadina e nazionale un importante capitolo dell’architettura e della decorazione dell’età barocca e tardo barocca a Piacenza, entro il quale rientrano palazzo Anguissola di Grazzano, palazzo Ghizzoni Nasalli, la Chiesa dei Teatini, palazzo Rocci Nicelli, palazzo Mischi, palazzo Chiapponi, palazzo Douglas Scotti Della Scala di San Giorgio, palazzo Cigala Fulgosi, ossia le singole dimore dell’alta aristocrazia piacentina i cui interventi di restauro, recentemente conclusi, sono stati oggetto delle passate edizioni del premio Piero Gazzola.

Attraverso la ricostruzione delle fasi restaurative è anche possibile porre una lente di ingrandimento su questa complessa fenomenologia storica e artistica che, nello specifico costruttivo e trasformativo della fabbrica, riesce a dar conto delle singole soluzioni architettoniche e tecnologiche adottate nel corso del tempo.

Il palazzo di città è la memoria di pietra della famiglia che alla residenza urbana consegna la propria immagine pubblica, perseguendo un adeguato decoro negli spazi privati. Può pertanto tornare utile uno sguardo d’insieme alla produzione architettonica nobiliare piacentina di questo lungo periodo storico, stabilire quali sono le modalità di ricezione della nuova conformazione compositiva, quali elementi determinano la loro caratterizzazione tipologica, quali le linee di gusto che concorrono a modificare, se non gli ambienti di rappresentanza entro palazzi costruiti con dichiarati intenti di grandiosità, gli spazi privati e quelli della vita quotidiana.

Il “premio “Piero Gazzola”, giunto nel 2015 alla sua decima edizione, ha avviato un percorso culturale nella città di Piacenza principalmente finalizzato a far emergere quegli aspetti qualitativi del restauro architettonico che hanno interessato i brani più significativi del tessuto edilizio cittadino, sia sotto il profilo storico, sia per il loro valore artistico. Ma non si tratta solo di questo. Se nel centro storico di Piacenza si possono contare circa 175 palazzi, aventi un proprio cortile interno, la loro ragguardevole densità urbana e le loro caratteristiche planimetriche dispiegano sul e nel paesaggio del centro storico un tessuto connettivo compositivo e una organizzazione morfologica che contribuiscono a definire e a identificare l’immagine complessiva e le invarianti morfologiche di questo peculiare paesaggio urbano.

Ciò significa che il palazzo piacentino costituisce un elemento fondamentale del lessico architettonico di questo contesto, il quale travalica, in vario modo, i limiti fisici determinati dalle quinte edilizie che si affacciano sulla rete stradale circostante, per divenire esso stesso un punto limite, o punto singolare, in alcuni casi contribuendo a configurare e riconfigurare la rete stradale cittadina.

Gli aspetti più specificamente architettonici del palazzo si legano perciò a quelli urbanistici in un tutto inscindibile, determinando un sistema molto più complesso, ove la dimensione privata, che si rispecchia nella forma del singolo edificio, si interseca con quella pubblica dell’impianto urbano, in un rapporto dialettico che si esplica su più livelli architettonici e urbanistici.

La giornata di studi sarà altresì occasione per argomentare non solo sull’architettura e sulla decorazione della residenza, bensì anche sul ruolo della committenza e dell’architetto progettista del restauro, per meglio conoscere il monumento, cifra identitaria della storia e dell’architettura della città di Piacenza.

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