“Non possiamo affrontare il quarto anno di deficit, le tariffe regionali devono essere aumentate subito”

“Siamo stati nella bufera, senza mai cedere alla tentazione di mollare, per senso di responsabilità e di orgoglio. Ma ora non possiamo affrontare il quarto anno di deficit, serve una risposta immediata: le tariffe regionali per i servizi accreditati devono essere adeguate subito, in maniera retroattiva a partire da gennaio 2023”. E’ la richiesta che Stefano Borotti, direttore di Unicoop, ha formalizzato durante l’ultima seduta della conferenza socio sanitaria alla presenza dell’assessore regionale al Welfare Igor Taruffi, a nome di 17 operatori del settore: Asp Azalea, Asp Città di Piacenza, Assofa, Aurora Domus, Coopselios, CRA Castagnetti, CRA Perini, Casa di riposo G. Gasparini, Fondazione Aride Breviglieri, Fondazione Madonna della Bomba, Fondazione Pio Ritiro Cerati, Fondazione Verani Lucca, Geocart, Istituto Emilio Biazzi, La Gemma, Proges, Unicoop.

Borotti ha ripercorso le difficoltà affrontate a partire dal febbraio del 2020, quando il covid ha imposto di sospendere o rimodulare i servizi. “Abbiamo messo tutti noi stessi per difendere i nostri ospiti e gli operatori, sfidando paura e virus, siamo caduti e ci siamo sempre rialzati con senso di abnegazione. Abbiamo visto morire ospiti, abbiamo raccolto le lacrime dei loro familiari – ha ricordato Borotti -. Siamo stati nella bufera, senza mai cedere alla tentazione di mollare, per senso di responsabilità e orgoglio. E’ stata una prova di orgoglio per capire chi siamo. Il nostro appello non vuole rivendicare qualcosa per noi stessi, ma difendere il sistema pubblico dei servizi: il diritto di cura e assistenza e i diritti e la professionalità dei nostri lavoratori. Ringraziamo tutte le figure istituzionali per l’ascolto e la sintonia che ci hanno dimostrato”.

“Ma come possiamo garantire le giuste cure e gli adeguati stipendi senza le risorse necessarie?” chiede Borotti. “Abbiamo dovuto fronteggiare le spese straordinarie e le perdite del covid, l’impennata dei costi e il caro vita dell’ultimo anno, oltre al mancato adeguamento delle tariffe accreditamento. Siamo qui per chiedere alla conferenza socio sanitaria e alla Regione che provvedano, in modo retroattivo da gennaio 2023 per sopperire alla sostenibilità economica dei servizi accreditati. I gestori – sottolinea il direttore di Unicoop – non hanno nessuna leva di mercato e libertà per coprire questo gap, per non parlare dei costi per reclutare infermieri che sono schizzati alle stelle. L’adeguamento delle tariffe dell’aprile 2022 (di cui ha parlato poi l’assessore Taruffi nel suo intervento, ndr) si è rivelato inadeguato”.

Borotti elenca alcune cifre per dare la dimensione del problema: per una delle realtà accreditate, i costi energia e gas nel 2021 ammontavano a 220 mila euro, 2022 sono passati a 414 mila euro. Per una base di 160 ospiti, questo significa sono 3,3 euro al giorno a testa di maggiori costi. Per un’altra realtà i costi energetici nel 2021 ammontavano a 179 mila euro, sono passati nel 2022 a 364 mila euro, con una base di 86 ospiti si è passati a 5,8 euro a testa in più al giorno. Per un’altra realtà ancora, i costi energetici nel 2021 erano pari a 560 mila euro, saliti nel 2022 a 1.5 milione di euro. Con una base di 460 ospiti si è arrivati a un rincaro di 5,5 euro a testa al giorno. “Qui i rincari non sono l’11.3 % come l’Istat ci segnala per il 2022, sono quasi il 100% – dice Borotti -. Passiamo poi ai generi alimentari: il pane è aumentato del 13%, il latte del 30%, la passata di pomodori del 23%, la carne di cavallo del 25 per cento. Sono aumentate anche altre spese: il sale degli addolciti del 25%, i prodotti contro la legionella del 15%. I tassi di interesse bancari sono aumenti del 60%, qualcuno mi ha detto del 350%”.

“A fronte di tutto questo l’adeguamento delle tariffe dei servizi accreditati a gennaio è stato zero. E non possiamo non dirlo. E noi abbiamo in pancia le perdite del Covid del 2020, quelle del 2021, quelle del 2022 e avanti così si aggiungeranno quelle del 2023. Voi capite cosa intendiamo quando diciamo che qui si rischia grosso di chiudere? Il problema è qui ed ora. La soluzione o è qui ed ora o non è. Noi non siamo dei prestatori d’opera o dei mercenari. Siamo una lunga storia di responsabilità, di impegno, di progettualità e di investimenti”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.