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La recensione di PcSera: Lilith, “Stereo Blues vol.1”

L’EP “Stereo Blues Vol. 1: Punk collection” è il primo episodio di quattro omaggi che Lilith e i suoi Sinnersaints vogliono tributare alle radici del proprio sound, un viaggio trasversale e obliquo attraverso la musica rock e non solo; quattro omaggi che verranno successivamente raccolti in un imperdibile metalbox a tiratura limitata.

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LILITH & THE SINNERSAINTS
Stereo Blues Vol. 1: Punk collection (2013)
 
L’EP “Stereo Blues Vol. 1: Punk collection” è il primo episodio di quattro omaggi che Lilith e i suoi Sinnersaints vogliono tributare alle radici del proprio sound, un viaggio trasversale e obliquo attraverso la musica rock e non solo; quattro omaggi che verranno successivamente raccolti in un imperdibile metalbox a tiratura limitata.
I brani selezionati per questo Volume One sono tutti datati alla fine dei Settanta. Un periodo fecondo e irripetibile, quando il punk – sporco, nichilista, trasgressivo – fece irruzione in un contesto caratterizzato da una forte crisi economica e dal riflusso di quella rivoluzione dei Sixties, ormai morta e sepolta. Gli anni in cui Lilith (al secolo: Rita Oberti), a soli quindici anni, contribuì a creare la leggenda dei Not Moving. 
Un percorso personale, prima di tutto: ma anche un tributo a una generazione.
“Sailin’ On” è un classico dei Bad Brains, gruppo di Washington tra i pionieri dell’hardcore: la versione di Lilith è assai più lenta, un notevole blues indolente a là Nick Cave. 
“i’m stranded” è il singolo di debutto degli australiani Saints, che nel ’76 anticiparono un po’ tutti, persino i Sex Pistols. Qui sembra suonata dagli Husker Du o dai R.E.M. di “Murmur”.
“See no evil” è la prima traccia da “Marquee Moon”, disco d’esordio dei Television di Tom Verlaine e pietra miliare del rock. E’ la più fedele all’originale. Poco male, in questo lotto è la nostra preferita.
Infine, non potevano mancare i Clash. La scelta a prima vista parrebbe inusuale, ma il brano “The sound of sinners” (dall’album triplo “Sandinista”, 1980) è – oltre che una satira irriverente sulla religione cattolica – anche, probabilmente, l’origine del nome dei “santi peccatori”. Cover di grande classe, tra il rockabilly e il vecchio west, impreziosita dai cori gospel di Carla Gatti, Beppe Cassi e Lorenzo “Puccio” De Benedetti. In coda, un omaggio alla blank generation.
L’interpretazione di Rita è impeccabile. La sua voce dura e allo stesso tempo suadente è accompagnata da un’ormai affiatata band composta da Tony Face Bacciocchi alla batteria e Massimo Vercesi alla chitarra; attualmente il gruppo è completato da Christian Josè Cobos (Cj HellectricBass) al basso.
Curiosissimi di ascoltare il seguito.

Giovanni Battista Menzani

Twitter: @GiovanniMenzani

 
PS. Una nota a parte per la bella tshirt “Ma a te il punk non ha insegnato proprio un cazzo?”, disponibile ai concerti del tour. Qui le date: http://www.lilithandthesinnersaints.com/web/index.php/it/dates/stereoblues-tour
 

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