Dov’è finita l’acqua del Trebbia? L’allarme del comitato a difesa del fiume foto

Chiunque sia passato su un punto del basso Trebbia a partire dal 10 Maggio, ha potuto constatare che l’acqua è sparita completamente. Negli anni passati accadeva a partire dalla seconda metà di luglio. Quest’anno invece, già dalla seconda decade di maggio al fiume è venuta mancare l’acqua

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"Dov’è finita l’acqua del Trebbia?" Pubblichiamo il grido di allarme del Comitato difesa Trebbia Nure e Aveto sulla situazione del fiume piacentino a firma di Gian Marco Rancati

Chiunque sia passato in questi giorni su un punto del basso Trebbia a partire dal 10 Maggio, ha potuto constatare che l’acqua è sparita completamente. Negli anni passati questo triste evento accadeva a partire dalla seconda metà di luglio. Quest’anno invece, già dalla seconda decade di maggio al fiume è venuta mancare l’acqua quasi completamente. Molti cittadini pensano che la secca del Trebbia sia dovuta alle basse portate naturali del fiume. Niente di più lontano dalla realtà. Nei giorni scorsi a Rivergaro scorrevano circa 8 metri cubi al secondo: una portata ancora decisamente abbondante. Il dato è riportato sul sito dell’Arpa Regionale che effettua le misurazioni in continuo.

Il problema è che una gran parte di quegli 8 metri cubi viene prelevata dalle derivazioni agricole a Rivergaro e Mirafiori e al Trebbia viene lasciata solo quella pochissima acqua che filtra dalle barriere costruite in ghiaia.

Dal 2008 quella quantità minima da rilasciare al fiume è regolata per legge in 1,5 metri cubi al secondo: il cosiddetto minimo deflusso vitale.
Chi ha seguito la situazione del Trebbia nelle ultime due settimane lo ha visto sparire completamente fino a sabato 14 e poi ricomparire domenica 15 per poi sparire di nuovo nei giorni successivi.

Ci siamo molto preoccupati di questa situazione drammatica che, ripetiamo, non era mai accaduta nei mesi primaverili. Abbiamo fatto alcune misure della portata di acqua “rilasciata” dalle derivazioni. Quello che abbiamo trovato sembra confermare le nostre preoccupazioni: il giorno 12 maggio le nostre misurazioni hanno indicato un rilascio di soli 400 litri al secondo, contro i 1500 che devono essere rilasciati, la domenica abbiamo misurato 1600 litri, il sabato successivo, ancora 500 litri.

Non pretendiamo che le nostre misurazioni siano considerate valide tout court (anche se basta l’occhio di chi conosce il Trebbia per comprendere quando i 1500 litri al secondo sono rispettati e quando no), crediamo però di poter pretendere che gli enti preposti al controllo (la Regione prima di tutto, ma anche la Provincia, che ha tra i suoi compiti la tutela della fauna) vadano sul Trebbia a effettuare le misurazioni e a confermare o rettificare le misurazioni fatte da noi e che, qualora sia appurato che il minimo deflusso vitale non è rispettato, vengano prese immediate misure per ridare al fiume la sua acqua e per sanzionare gli autori del mancato rilascio.

Ricordiamo anche che da un anno la zona da Mirafiori alla foce è diventata Parco Regionale del Basso Trebbia. Rivolgiamo un appello anche agli amministratori di questo nuovo Ente, perché è sempre più inaccettabile che si sia costituito un parco fluviale dove il fiume, per almeno cinque mesi all’anno, non c’è.
Alleghiamo la lettera che abbiamo inviato agli enti preposti in merito.
Anticipiamo che, se la situazione non verrà sanata in tempi brevi (la vita nel fiume non ha i tempi della burocrazia), la nostra protesta proseguirà, non escludendo azioni di disobbedienza civile miranti al ripristino della legalità.
 
Le tre foto si riferiscono a tre punti diversi del Trebbia: a Sant’Antonio senza acqua, una del rilascio scarsissimo che filtra dalle derivazioni di Case Buschi, e una del Trebbia al ponte di Tuna (meno di un chilometro dopo Cse Buschi) in cui si vede quanta poca acqua rimane al fiume
 

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