Le interviste di Tony Face: Alberto Callegari

Antonio "TonyFace" Bacciocchi intervista per noi Alberto Callegari di Elfo Studio. 

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Agli inizi degli anni 90 prende vita lo studio di registrazione ELFO STUDIO attualmente a Tavernago, ai piedi delle colline che scendono da Agazzano. L’elenco dei musicisti che sono passati nell’avveniristica costruzione è infinito e un po’ tutti i gruppi piacentini vi hanno fatto scalo, prima o poi. Alberto Callegari, proprietario e gestore dello studio, nonchè musicista e produttore  in numerose esperienze (dai Dazed ai Mindflower) ci parla in questa intervista di una serie di interessanti problematiche relative all’evoluzione della musica (suonata, registrata ma non solo).

1) Cosa spinge un giovane a dedicarsi ad un ambito così particolare come la registrazione ?

La follia !
scherzi a parte, per quanto mi riguarda penso sia qualcosa di genetico. già da piccolo ero molto attratto dal fascino del catturare i suoni con un registratorino “Geloso” a bobine di mio padre. poi nel tempo, l’amore per la musica  ha unito le  due cose.

2) Cosa e quant’è cambiato nel passaggio tra la registrazione analogica e quella digitale

Di fatto nulla, tranne che adesso esiste la funzione UNDO ! una volta dovevi prestare la stessa attenzione di un cardio chirurgo durante le sessioni per evitare di fare danni irreparabili (tipo cancellare una parte di assolo conquistato dopo ore di tentativi, o cose del genere…) adesso c’è sicuramente meno tensione e puoi permetterti di sperimentare senza limiti, anche se forse quella tensione andava a nutrire l’aspetto artistico diversamente dalla razionalità di oggi.

3) Da tecnico preferisci il suono analogico o quello digitale ? Nell’annosa diatriba tra il vinile e il CD da che parte stai ?

L’analogico ha una risposta all’ascolto molto più in sintonia con la percezione dell’orecchio umano, ma  il digitale è sicuramente più pratico. Il fatto di poter ascoltare musica in qualsiasi posto e in qualsiasi momento ha i suoi vantaggi a livello di consumatore, un po’ meno a livello di ritualità. Un tempo quando compravi un vinile, ti rintanavi nella cameretta in contemplazione e l’attenzione era tutta dedicata all’ascolto. Quello che sentivi lo assorbivi tutto fino all’ultima goccia. Oggi nei migliori dei casi la musica la si ascolta in auto incazzati tra il traffico o su un i-pod con cuffiette di plastica. L’attenzione viene così diluita e tutte le sfumature si perdono, rendendo i prodotti meno longevi.

4) Dove pensi ci potranno portare le nuove tecniche di registrazione ? Ci sono ancora margini di miglioramento ?

Più che miglioramento penso che la tecnologia stia puntando alla semplificazione, a poter realizzare le idee nel minor tempo possibile anche per chi non è un tecnico né tantomeno un musicista. Questa democrazia tecnologica potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Si rischia una globalizzazione artistica, che potrebbe affievolire ogni entusiasmo di scambio commerciale dei prodotti. Ognuno farà la propria musica per ascoltarsela e auto compiacersi. Oppure, meno pessimisticamente, si potrebbe assistere finalmente alla vera esplosione creativa incondizionata dalle regole di mercato imposte da discografici non sempre competenti.

5) C’è un particolare tipo di musica che preferisci registrare ?

La musica bella ! La musica bella è quella che trasmette emozione. Sembra banale ma non capita spesso di sentire quel brivido di reazione all’impatto con ciò che dovrebbe essere considerato arte. Esiste la musica eseguita bene, ordinata e precisa, ma non sempre basta per attivare quel brividino, quel qualcosa di inspiegabile che ci distingue dalle macchine.
Quando si crea quest’alchimia ecco la musica bella, a prescindere dal genere, rock, jazz, hip hop, disco, pop, liscio….

6) Uno  studio come il tuo ha necessità di continui aggiornamenti tecnologici ?

Purtroppo sì.  Spesso è più per un capriccio, ma effettivamente lavorando con attrezzature di un certo tipo ti accorgi di arrivare prima e meglio al risultato che volevi.

7) Quali sono i nomi più importanti che sono passati all’ Elfo ?

Tutti quelli che sono passati di qua a modo loro sono importanti ! diciamo che alcuni sono più famosi a livello  nazional popolare, altri sono famosi solo nel loro genere, ma tutti sono importanti perché da tutti c’è sempre qualcosa di mai scontato da imparare. Non vorrei mettermi a fare un elenco perché non potrei citare tutti. Diciamo che una delle più grandi soddisfazioni, anche considerando che sono un ex bassista, è stato avere per 3 giorni in studio John Patitucci, il miglior bassista vivente ! Altri dettagli sui nomi per chi fosse curioso li può trovare qui : http://www.elfostudio.com/it/clienti/

8) C’è qualche registrazione a cui sei più legato ?

Beh, sicuramente a quelle in cui sono coinvolto anche come produttore. Poi penso che un fonico bene o male si appassioni sempre al lavoro che sta seguendo. È come entrare in intimità con l’artista e condividere con lui i suoi segreti, i suoi sogni, impugnando tutta la propria esperienza e competenza per condurlo dove la sua arte lo fa stare meglio.

9) Ci sono progetti futuri ?

Speriamo ! eheheh !  Comunque sì, nonostante il periodo di crisi, vedo che l’arte rimane un’ottima arma per reagire, anzi, forse questa crisi potrebbe essere vista come una peste purificatrice che preserverà solo i più forti, quelli che davvero credono nella musica come bisogno d’espressione e non solo come business.

10) Ci fai una lista dei tuoi  dischi preferiti ?

A caso e in ordine sparso :

“Revolver”   the Beatles
“Songs”   It’s Immaterial
“different trains”   Steve Reich
“London Calling” The Clash
“Are We Not Man?” Devo
“Steve McQueen” Prefab Sprout
“The Dreaming” Kate Bush

Antonio Bacciocchi

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