Le Rubriche di PiacenzaSera - Camminate piacentine

Camminate piacentine: da Rallio al Dinavolo e al Castellaro foto

Prima puntata della rubrica dedicata al trekking, ma anche alle passeggiate accessibili a tutti. Ogni settimana sarà proposta un’uscita nel territorio piacentino

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Nasce oggi una nuova rubrica di Piacenza sera dedicata al trekking, all’escursiosismo e più in generale ala vita all’aria aperta. Ogni settimana sarà proposta un’uscita nel territorio piacentino, nella fascia collinare, sulle vette dell’Appennino, ma anche nella Bassa lungo il Po: sentieri suggeriti agli escursionisti più o meno esperti ed allenati si alterneranno ad antichi percorsi di pellegrinaggi e ad itinerari consigliati a tutti, famiglie e bambini compresi. Per riscoprire la nostra terra e per recuperare il piacere di viaggiare adagio, gustandosi il paesaggio e la natura. Per ogni gita, sul sito sarà pubblicata una introduzione al contesto geografico, geologico e/o naturalistico in cui si svolge la camminata, con un breve descrizione del percorso. Sempre da Piacenzasera.it sarà possibile scaricare la mappa dettagliata, con indicazione del percorso che non copre la cartografia ma la integra, consentendo di capire dove l’escursione si svolge su strada, carrareccia o sentiero, e una scheda dettagliata in cui l’escursione viene suddivisa in brevi sezioni, da bivio a bivio, con indicazioni delle quote raggiunte, dei tempi di percorso netto e foto dei punti in cui è più difficle orientarsi.

Da Rallio al Dinavolo e al Castellaro

Il corso del fiume Trebbia, il cui bacino idrografico è il più importante della provincia per estensione e per capacità idrica, è suddivisibile in due tratti, distinti sia per caratteristiche morfologiche che per comportamento idraulico: il tratto montano, che si sviluppa per oltre 95 km dalla sorgente fino a Rivergaro, profondamente inciso nella roccia, e il tratto di pianura, costituito dalla conoide, cioè da una vasta distesa di alluvioni ciottolose solcate da una rete di canali intrecciati.

Laddove il fiume lascia le montagne per iniziare il suo corso di pianura, che lo porterà dopo oltre 20 km a sfociare nel Po nei pressi della città, il paesaggio risulta caratterizzato da una successione di colline dalle forme arrotondate, che rappresentano l’estremo lembo della catena appenninica.

La natura particolarmente tenera delle rocce, di origine sedimentaria, dà luogo ad una serie di dolci rilievi dai versanti modellati dalle attività agricole; ad interrompere questo scenario armoniosamente ondulato contribuiscono alcune cime, la prima delle quali è posta proprio all’inizio del lungo crinale che costituisce lo spartiacque tra Val Trebbia e Val Nure: il Monte Dinàvolo.

Questo rilievo è alto solamente 703 metri, ma la sua vetta, quasi piatta e coronata da una fresca pineta, è contraddistinta, come tutte le montagne rispettabili, da una croce posta nel punto più alto, e regala una splendida vista a 360° sul paesaggio circostante: in condizioni climatiche favorevoli, lo sguardo spazia dall’arco alpino alle più alte cime del nostro Appennino.

La camminata ha inizio da Rallio (Rivergaro)  a 321 metri sul livello del mare e a circa 21,5 km da Piacenza (tangenziale – Galleana).
L’itinerario ha uno sviluppo lineare di circa 13,5 km, di cui quasi 5 su asfalto ed il resto su sterrato o sentiero; è di tipo escursionistico, e non presenta alcun tratto pericoloso o esposto; ha un dislivello complessivo di 530 m, raggiungendo il punto più alto sulla vetta del Monte Dinàvolo a m. 703; è assistito dalla segnaletica CAI ovunque nei tratti a fondo naturale e può essere percorso in ogni stagione, in circa 3 ore, al netto delle soste, ma numerosi punti panoramici invitano più volte a fare una pausa.

DESCRIZIONE

Da Rallio si percorrono 500 mt di strada comunale asfaltata in direzione di Acquesio, poi si scende ad attraversare il rio Soprano su stradello sterrato, quindi tornati sulla strada nei pressi di Pozzolo si svolta a destra e si cammina per circa 3 km in salita, raggiungendo le frazioni di Acquesio di Sotto, Pian del Pozzo e quindi Mandrola. Sul percorso hanno fatto la loro comparsa i segnavia bianco-rossi del CAI, che guideranno l’escursionista da questo punto fino all’arrivo.

A Mandrola si svolta a destra su una carraia e dopo pochi minuti si apre un ampio panorama verso i terrazzi del pedemonte e la pianura; poco oltre, a circa 660 m. di quota, il sentiero attraversa vasti prati da cui la vista spazia verso la Pietra Parcellara e la bassa Valtrebbia.

Ancora qualche minuto e si raggiunge l’inizio della pineta sommitale del monte Dinàvolo; impianti artificiali di conifere erano pratica comune nei decenni passati, perchè di rapido accrescimento anche se estranee alle formazioni forestali autoctone.

Si svolta a destra sul sentiero CAI 173 e in meno di 5 minuti si raggiunge la cima del Monte Dinàvolo (m. 703), contrassegnata da un croce posta dai comuni che qui confinano (Rivergaro, Travo e Vigolzone).
Al di sopra della vegetazione la vista spazia in tutte le direzioni: verso nord-ovest, i terrazzi del pedemonte e la pianura fino alle Alpi, visibili soprattutto d’inverno con cielo sereno; verso sud, da sinistra a destra sono evidenti il m. Osero, l’Aserei, più lontani il m. Lesima e l’Alfeo, più vicini il m. Penice, il m. Lazzaro, la Parcellara, la Perduca e il monte Pillerone.

Si torna indietro per poche centinaia di metri e si imbocca a destra il sentiero CAI 001, in discesa; usciti dal boschetto, si costeggia un prato e subito compare, isolata sul rilievo, la cascina di Cà del Monte.
Dopo averla raggiunta si prosegue in discesa, su strada sterrata, fino alla strada asfaltata che collega Chiulano a Fellino; qui si svolta a destra e dopo qualche centinaio di metri si sale all’oratorio di Castellaro (m. 545).

Successivamente, prima su strada sterrata e poi su stradello di terra battuta si raggiungono prima l’abitato di Gattavera (m. 450), dove si ritrova l’asfalto, e poi la chiesa di Dinàvolo.

Giunti al piccolo cimitero, individuabile anche da lontano per gli alti cipressi, si imbocca a destra un sentiero che scende ad incrociare la strada asfaltata in località Coni. Si svolta a destra e in altri 15 minuti si ritrovano Rallio e il parcheggio, ammirando il corso del Trebbia ed il castello di Montechiaro.

Nell’ultima parte del percorso, la strada passa accanto ad un campo a suo tempo chiamato “Oglio di Sasso” per la realizzazione di un pozzo estrattivo del petrolio di Montechiaro che, già nel ‘700, serviva per l’illuminazione e la fabbricazione di bombe incendiarie.

NOTIZIE UTILI

La località è priva di negozi e di bar: per riempire lo zaino e le borracce, o anche solo per prepararsi alla gita con un buon caffè, è meglio far riferimento al paese di Rivergaro.

Le quote non elevate e la mancanza di riparo dal sole, in ampi tratti del percorso che si svolgono allo scoperto, sconsigliano la camminata nelle ore più calde delle giornate estive.

La visita al santuario del Castellaro, antico luogo di culto citato fin dal 1339, e situato sull’altura ove sorgeva il fortilizio di Fellino (di cui non rimane traccia), sarà limitata all’esterno, essendo la chiesetta normalmente chiusa; scegliendo per l’escursione il fine settimana in cui si tiene la Sagra del Castellaro (nel 2011 dal 5 all’8 agosto) si potrà visitare l’interno, ed approfittare degli invitanti stands gastronomici: salame cotto, tortelli con la coda, pisarei e fasò, maialino allo spiedo, carne alla brace, torte dolci e salate fatte in casa.

Vasti prati che si incontrano dopo un’ora di cammino, la stessa piatta cima del monte Dinàvolo, e i tavoli disposti attorno all’oratorio del Castellaro, invitano ad una sosta adatta a consumare uno spuntino o un vero pasto al sacco.

L’agriturismo Mandrola (www.agriturismomandrola.it tel. 0523/952167) sul percorso, e altri agriturismi nelle vicine località di Bassano, Cisiano, Chiulano e Bicchignano offrono con diverse modalità una degna conclusione alla giornata trascorsa all’aria aperta.

1^ variante: disponendo di due autovetture si può ridurre il percorso di circa un’ora, lasciandone una a Rallio (da utilizzare per il recupero dell’altra) e portandosi con la seconda a Mandrola (km 4,3 di strada asfaltata Rallio – Acquesio – Pian del Pozzo).

2^ variante: una decina di minuti dopo aver lasciato la vetta del Dinàvolo si incontra una casetta di sasso, posta alla sinistra del sentiero: appena dopo, volendo accorciare l’escursione si può lasciare il sentiero segnato e imboccare sulla destra uno stradello, non segnato, che porta direttamente a Gattavera; in questo caso non si passa al Castellaro e si risparmia una mezz’ora rispetto all’itinerario completo.

La mappa

La scheda

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