“Vogliamo restare in Val Tidone”. In Regione le firme di Sarmato

Contro la scelta dell'amministrazione del sindaco Anna Tanzi di aggregarsi con i comuni della bassa Val Trebbia. Il consigliere del Pd Marco Carini le ha consegnate alla vicepresidente della Regione Saliera

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La scelta di unire Sarmato ai comuni della bassa Val Trebbia va contro la storia, per tradizione ed economia ha sempre gravitato intorno alla Val Tidone e ora non ci sono motivi validi per cambiare. E’ questa l’argomentazione che ha spinto la minoranza degli eletti in consiglio comunale di Sarmato a promuovere una raccolta di firme contro la scelta dell’amministrazione del sindaco Anna Tanzi di aggregarsi con i comuni della bassa Val Trebbia. Sottoscrizione che ha raggiunto quota 272 firme fra i residenti e che il consigliere regionale del Partito Democratico di Piacenza Marco Carini ha portato oggi sul tavolo della vicepresidente della Regione Emilia Romagna Simonetta Saliera, delegata al riordino istituzionale e al delicato tema delle unioni comunali.  

“Ho portato le ragioni della minoranza di Sarmato – spiega Carini – all’attenzione dei vertici della nostra Regione perchè si prenda coscienza della fondatezza del tema posto, in vista delle decisioni della giunta in merito alle unioni dei comuni. Purtroppo l’attuale sindaco e la sua maggioranza hanno compiuto una scelta che non appare supportata da sufficienti motivazioni. Se la sfida delle unioni va colta appieno come un’opportunità per razionalizzare la presenza istituzionale e amministrativa sul territorio e per creare nuove occasioni di collaborazione e sviluppo fra sistemi limitrofi, è logico perseguire aggregazioni fra centri omogenei e già fortemente integrati.

Sarmato è legato storicamente a Castelsangiovanni e Borgonovo, con i quali ha certamente maggiori affinità e interessi in comune rispetto alla bassa Val Trebbia. La minoranza si è opposta in consiglio comunale a una decisione discutibile e successivamente ha cercato di far conoscere il proprio dissenso fra i cittadini di Sarmato in maniera civile e democratica, per questo ho ritenuto opportuno non lasciar cadere il loro appello”.

“I processi di aggregazione e integrazione tra comuni – conclude Carini – consentono di riprogettare il nostro territorio e di conservare e migliorare servizi che altrimenti sarebbero messi in pericolo dalla penuria delle risorse pubbliche. Negli ultimi mesi in Emilia Romagna sono maturati diversi esempi di aggregazioni e la Regione ha coordinato questi processi favorendo il massimo ascolto delle comunità locali, senza sostituirsi alla volontà dei singoli territori. Mi auguro che il parere di tanti cittadini di Sarmato possa essere utile alla riflessione degli attuali amministratori locali, sui quali ricadrà in toto la responsabilità di una decisione così improvvida come quella di scegliere l’unione con la bassa Val Trebbia”.

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