Acqua Bene Comune scrive a Dosi e Trespidi: “Basta incontri a porte chiuse” 

Lettera aperta a Pres. Trespidi e Sindaco Dosi: basta incontri a porte chiuse sull'acqua pubblica. Il testo del comitato Acqua Bene Comune

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Lettera aperta a Pres. Trespidi e Sindaco Dosi: basta incontri a porte chiuse sull’acqua pubblica. Il testo del comitato Acqua Bene Comune

Gent.mi Presidente Trespidi e Sindaco Dosi,

apprendiamo dalla stampa che venerdì scorso l’Ufficio di Presidenza di Atersir si è incontrato, a porte chiuse, con il gestore Iren Spa e che è già stato fissato un secondo incontro per martedì 22 ottobre alle ore 14, nel quale verrà anche presentato uno studio di fattibilità sulla gestione pubblica.
Ci chiediamo se la strada intrapresa sia quella che i cittadini hanno chiesto. Dal risultato dei referendum è stato un susseguirsi di levate di scudi e di affermazioni di carattere generale che nulla hanno mutato nella gestione dell’ acqua.

Vi ricordiamo che nel coraggio delle scelte risiede la capacità degli amministratori e invitiamo tutti i Sindaci a prendere atto che la gestione dell’ acqua deve essere pubblica, libera dal profitto e passare attraverso la condivisione con i cittadini.
Auspichiamo che almeno l’incontro del 22 ottobre sia aperto ad un intervento del comitato referendario e a tutta la cittadinanza.
Troviamo infatti a dir poco singolare che il controllore Atersir e il controllato Iren si trovino a porte chiuse per discutere sul futuro dell’affidamento del servizio idrico. Ci chiediamo che senso abbia presentare all’attuale gestore, in un incontro riservato, il piano per una ipotetica gestione pubblica. Forse per coprire con dati e studi di fattibilità una volontà purtroppo legata ad un modalità che auspicavamo finita e che invece ritorna prepotente e impositiva con le sventolanti bandiere della crisi a sottolineare una incapacità di visione propositiva sia sul territorio piacentino sia a livello nazionale ed europeo.
Vi informiamo e informiamo la cittadinanza che il percorso ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) per l’acqua pubblica in Europa ha raggiunto quasi due milioni di firme in 13 paesi dell’Unione. L’iniziativa chiede alla Commissione Europea che l’acqua e i servizi igienico-sanitari vengano considerati un diritto umano, fuori dalle logiche del mercato e delle liberalizzazioni.

Così mentre i cittadini, anche con la campagna di obbedienza civile, chiedono trasparenza e coerenza con i risultati del referendum ma ottengono solo intimidazioni vi chiediamo: che fine hanno fatto il percorso “partecipativo” comunale e il “tavolo tecnico” provinciale sulla gestione pubblica dell’acqua?

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