Oggi i funerali di Carmen Artocchini, il ricordo foto

I funerali di Carmen Artocchini si terranno domani, 13 dicembre, alle ore 15 nella chiesa di SS.Trinità di Piacenza, saranno celebrati dal suo ex-allievo don Francesco Cattadori

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I funerali di Carmen Artocchini si terranno domani, 13 dicembre, alle ore 15 nella chiesa di SS.Trinità di Piacenza, saranno celebrati dal suo ex-allievo don Francesco Cattadori.

Pubblichiamo di seguito il ricordo della Artocchini, storica e studiosa delle tradizioni piacentine, di Pietro Boglioli.

Silenziosamente, nello stupore di quanti la conoscevano perché nonostante l’età avanzata sembrava indistruttibile – e quante volte ci abbiamo scherzato su questa sua forza d’altri tempi – e perché com’era suo costume aveva avvertito pochissimi dell’improvvisa indisposizione rivelatasi fatale, se ne è andata Carmen Artocchini.

In questi giorni ne è stata giustamente ricordata l’importante attività di insegnante appassionata, storica acuta, giornalista-divulgatrice, scrittrice e tanti (istituzioni e non) hanno manifestato il loro cordoglio. Merita, eccome!, di essere rimpianta. E proprio questo è l’aspetto che, in questi giorni malinconici del lutto, mi ha spinto ad alcune riflessioni sul vuoto che alcune persone come lei lasciano sì per il ruolo che ricoprivano in una comunità ma soprattutto per come lo ricoprivano.

Con la semplicità e la naturalezza di chi pensa che non ci sia altro modo di agire. Sia chiaro: non si tratta di un candore disarmato e disarmante che impedisce di vedere dove si annidano cattiveria e malizia, tutt’altro, bensì radicata estraneità a tutto quanto ha a che fare con torbidità, convenienza, menefreghismo…

Poco importa che tali comportamenti siano innati o siano frutto dell’educazione ricevuta, anche se la prof. Artocchini – nonostante la lunga frequentazione non voglio chiamarla Carmen, mi sembrerebbe di sminuirne la figura – parlava spesso e volentieri dell’insegnamento derivato dalla famiglia e dalla società tanto povera quanto rigorosa di quand’era giovane.

Non era donna di nostalgie, guardava avanti più di tanti giovani, sempre con la fermezza dei valori. In ogni cosa che faceva metteva tutte le sue capacità ed il suo impegno indipendentemente dal livello o dal numero di coloro a cui si rivolgeva, salda nei rapporti personali per quel che rappresentavano senza alcuna attenzione al suo interesse, solidale con quanti stimava quando subivano torti, vicina a coloro che amava (fino all’ultimo trovava il tempo per una visita o una telefonata ad amici malati o solo indisposti) anche se non c’erano più (aveva disegnato una mappa del cimitero con i punti in cui c’erano le tombe degli amici). Onesta, corretta, in una parola: buona.

Mi sono fatto l’idea – ma spero di sbagliarmi – che le persone così siano sempre di meno. E probabilmente è anche per questo che la società vacilla. Perdendo Carmen (ora la chiamo così) non abbiamo perso solo una grande figura di studiosa e piacentina, abbiamo perso un’altra stampella per non cadere.      

Pietro Boglioli
 

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