“Fermiamo la domanda”, la pioggia non ferma il corteo contro la prostituzione foto

E' lo striscione che ha aperto la fiaccolata a Piacenza contro la prostituzione organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Il corteo nonostante la pioggia ha preso le mosse dal parcheggio della questura

“Fermiamo la domanda” e sullo sfondo un mano che tiene in pugno una bambola. E’ lo striscione che ha aperto la fiaccolata a Piacenza contro la prostituzione organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. 

Il corteo – inframezzato da alcune soste con riflessioni – nonostante la pioggia, ha preso le mosse dal parcheggio della questura di viale Malta per poi spostarsi a barriera Genova e lungo il Corso Vittorio Emanuele fino a raggiungere il centro cittadino. 

IL FENOMENO PROSTITUZIONE A PIACENZA – Le prostitute a Piacenza sono circa 300, la nazionalità principale di appartenenza è nigeriana, seguita dai paesi dell’est Europa. Secondo Romina Iurato dell’associazione Papa Giovanni XXIII, gli sfruttatori fanno girare le ragazze con un turn over su vasta scala territoriale, soprattutto quelle più giovani, per evitare che stringano legami sul territorio.

IL CORTEO – Alla manifestazione hanno partecipato religiosi, laici e anche le autorità cittadine con il sindaco Paolo Dosi e l’assessore Stefano Cugini. 

Il corteo rientra un una serie di appuntamenti per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni in occasione di santa Giuseppina Bakhita – l’8 febbraio – che fu resa schiava all’età di 7 anni ed è oggi simbolo di riscatto per le vittime di tratta.

Secondo la Comunità Papa Giovanni XXIII Cresce il numero delle giovanissime sulla strada; dall’osservazione effettuata nel periodo dicembre 2016 – gennaio 2017 dalle 31 unità di strada della operative in varie città d’Italia emerge un aumento delle minorenni indotte alla prostituzione, che in alcune zone arriva al 50% delle presenze in strada.

Alle 18 Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo Gianni Ambrosio, presso la Basilica di San Francesco.

IL VIDEO DEL CORTEO


La Comunità Papa Giovanni XXIII ha lanciato negli scorsi mesi la campagna “Questo è il mio corpo”. La campagna propone delle azioni per chiedere al parlamento e al governo italiani una legge che sanzioni il cliente, sulla scia del “modello nordico”, adottato in Svezia, Norvegia, Islanda, Francia, e auspicato dall’Unione europea. www.questoeilmiocorpo.org

Alcuni dati raccolti dall’associazione- A Settimo Torinese si è osservata una presenza di 25 vittime di tratta stimate minorenni su un totale di 40, a Trofarello(TO) 15 su 30. L’Unità di strada di Verona sud durante una recente rilevazione dicembre ha segnalato 20 ragazze presunte minorenni su 45. Le vittime, se contattate, dichiarano età tra i 18 e i 21 anni ma i loro tratti somatici e comportamentali consentono di ritenere con ragionevole certezza la minore età.

«A volte sono le stesse vittime presenti da più tempo a segnalarci preoccupate la presenza di ragazzine minorenni, chiedendoci di intervenire» raccontano i volontari delle Unità di strada. Il fenomeno riguarda soprattutto minorenni nigeriane.

«Quelle che incontriamo in questo periodo sono tutte nuove – spiegano i responsabili dell’Unità di strada di Verona – Ci raccontano di essere arrivate da uno o due mesi con i barconi, dopo essere passate dalla Libia».

«Questa violenza protratta nei confronti di ragazzine è un fatto inaccettabile – dichiara Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII –. Chiediamo ai responsabili delle forze dell’ordine di applicare l’articolo 600 bis del Codice Penale che punisce con pena da 1 a 6 anni di reclusione chiunque commette atti sessuali nei confronti di minorenni dietro pagamento di corrispettivo con persone di età compresa tra i 14 e i 18 anni, mentre sotto i 14 anni è previsto il reato di pedofilia».

 

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