Ristrutturazione Gls, l’Usb non ci sta “Così si mettono sul lastrico 87 famiglie”

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa emesso nella mattinata del 21 febbraio dall’Usb, in merito alla ristrutturazione aziendale in atto alla Gls di Piacenza – La nota stampa

“Su un organico attuale di 94 unità la società SEAM Servizi Ambientali srl, l’azienda che fornisce i servizi di facchinaggio e movimentazione merci nel centro di smistamento GLS di Montale, vorrebbe aggiungere ai 33 lavoratori già licenziati per motivi disciplinari altre 54 persone per esubero di personale di cui 14 carrellisti, 3 addetti alle pulizie, 4 responsabili di reparto, 33 facchini.

Da 127 dipendenti complessivi (compresi i 33 già licenziati) si vorrebbe arrivare a soli 40; questi i numeri freddi di una ristrutturazione che nascondendosi dietro le motivazioni artificiose del conflitto intersindacale, dell’alto tasso di assenteismo, della bassa produttività ha in realtà finalità puramente economiche.

La GLS e i suoi appaltatori perseguono una strategia che in forme più o meno simili anche altri operatori logistici stanno mettendo in campo e cioè intendono fare più profitti sulle spalle dei lavoratori spaventandoli e costringendoli ad accettare condizioni di lavoro infami.

Le tendenze economiche in corso ci dicono che nel settore aumenta il volume di merci movimentate, diminuiscono i fatturati, ma non i profitti.

Questo ha un significato non equivocabile: cioè si lavora di più, si incassa di meno, ma si incrementano lo stesso i guadagni e questo vuol dire che si risparmiano costi proprio sulla pelle dei facchini.

Dietro l’operazione licenziamenti giustificata con lo spostamento temporaneo di volumi di lavoro su altre sedi, noi intravvediamo l’intento di lasciare a casa figure che per anzianità di servizio ed esperienza lavorativa hanno i livelli professionali più alti e quindi costosi per provvedere poi, magari tra sei mesi, a nuove assunzioni ai livelli più bassi (quindi meno onerosi) con un bel risparmio.

USB ritiene inaccettabile questa soluzione, non permetterà che si faccia profitto mettendo sul lastrico 87 famigle.

Siamo disponibili ad un confronto che mettendo al centro i temi della salubrità e della sicurezza sul lavoro unitamente all’incentivazione della produttività rilanci l’attività nel sito di Piacenza. Siamo anche pronti ad attuare tutte le forme di lotta necessarie a battere una manovra che è devastante sul piano sociale e squisitamente politica su quello sindacale.

Domani intanto sciopero nazionale della logistica, indetto da Usb con presidio al Ministero del Lavoro. A seguire mobilitazione internazionale tramite la Federazione Sindacale Mondiale”.

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