“Perchè funerali sì e Santa Messa no? Tutelare libertà religiosa”

Intervento a firma di Sergio Pecorara, Consigliere Comunale di Piacenza

Intendo esprimere il mio disappunto rispetto alla decisione adottata dal Governo di sospendere ulteriormente le funzioni religiose senza nemmeno prenderne in considerazione un possibile svolgimento che segua le medesime prescrizioni sanitarie adottate in molti altri ambiti; la leggerezza manifestata dal Premier nell’affrontare la questione non per nulla ha trovato forte disappunto anche da parte dei Vescovi italiani. Disappunto al quale si è aggiunto quello delle Diocesi, delle parrocchie, di associazioni e movimenti vari: tutte voci che si levano dal basso come energica critica al Premier e pieno sostegno alla linea della CEI.

Ci sono modalità sicure per tornare a garantire la libertà di culto, tenendo conto del contingentamento degli ingressi e delle dimensioni – spesso enormi – dei luoghi di culto, quando invece in modo decisamente più sbrigativo, e mi permetto di dire superficiale, si consentirà lo svolgimento dei funerali con 15 presenti, senza tanto preoccuparsi di chiarire altre regole. Funerali sì e Santa Messa no? Decide il Governo come possiamo il nostro essere credenti? Sarebbe poi curioso sapere quale sia la differenza rispetto ad aziende che riportano al lavoro centinaia di dipendenti e le poche, spesso pochissime, che potrebbero recarsi in una chiesa ove la cosiddetta distanza sociale è ben più rispettabile.

Anche la nostra Chiesa Piacentina ha pagato con la perdita di numerosi sacerdoti: ricordiamo don Camminati, don Bosini e tanti altri che abbiamo conosciuto personalmente ed ai quali va il nostro Grazie per il lavoro svolto. Per queste decisioni proviamo delusione ed amarezza. Le ragioni economiche, culturali e sociali in base alle quali verranno riaperte fabbriche, negozi, musei, parchi, ville non possono avere prevalenza rispetto all’esercizio della libertà religiosa che è tra i principi fondamentali della nostra Costituzione e definita dal concordato tra Stato e Chiesa.

Con queste mie righe sono certo di interpretare anche il sentimento di tanti fedeli che chiedono la ripresa della vita liturgica, oltre a quanto, solo a parole però, sostiene anche il Ministro Elena Bonetti (“non è comprensibile il no alla libertà religiosa di celebrare una cerimonia”) e auspico che si riavvii il dialogo con la CEI. La libertà religiosa è una di quelle libertà fondamentali da tutelare e sono certo che la politica volendo potrebbe benissimo ristabilirla, pur rispettando in pieno le indicazioni del comitato tecnico-scientifico. Speriamo che il governo riconsideri presto e bene le decisioni prese, non dimenticando che il ruolo dei nostri sacerdoti è anche quello importantissimo di essere vicini a chi è più in difficoltà, a partire, proprio, dagli insegnamenti della nostra religione.

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